Il significato nascosto dei profumi

Educazione olfattiva

Di Christian Repetti

“Nulla sveglia un ricordo quanto un odore”, sosteneva Victor Hugo. E sempre per citare un altro grande autore della letteratura classica, avete presente la madeleine di Marcel Proust che, nel romanzo “Alla ricerca del tempo perduto”, solletica la memoria olfattiva del protagonista catapultandolo nel suo passato con la sua dolcezza evocativa? L’olfatto è il senso forse meno noto anche perché è meno legato alla nostra proprietà linguistica. Se ci pensate bene, infatti, non è semplice né immediato descrivere a parole odori e profumi. Eppure, è quello più connesso alle nostre emozioni. «I suoi significati più profondi si percepiscono e sentono (è proprio il caso di dirlo) a un livello per lo più emotivo, proprio perché l’odorato ha strette connessioni con le zone del cervello che controllano l’emotività», spiega Paola Bottai nel suo libro “Profumi” pubblicato da DeAgostini. Un volume che introduce all’educazione olfattiva, un viaggio ricco di curiosità, aneddoti personali, storia della civiltà e della moda, strategie di comunicazione e tutto ciò che ruota attorno all’evanescenza – in senso letterale – del tema, sfuggente quanto pieno di fascino e appassionante. L’autrice, inoltre – parfumeur-créateur, specializzatasi all’Istituto internazionale di profumeria di Grasse, capitale mondiale del profumo – ci fa entrare nel suo processo creativo, che parte dalla ricerca costante di materie prime e dall’osservazione curiosa di tutto ciò che la circonda e la stimola. Bottai, nata a Roma, miscela nella sua professione curiosità innata, passione e ricerca costante. Fin dall’infanzia la intrigano tutti gli odori del mondo, che su di lei, da sempre, hanno un effetto preciso, suscitando reazioni ogni volta diverse e intense. Dopo gli studi di alta formazione in Francia, è rientrata in Italia con il desiderio di creare profumi davvero made in Italy, ma che parlino al mondo. Tra gli altri, ha collaborato con Bullfrog, Carthusia, Mini, Veralab, Luiss, Zeni1870, spaziando dal mercato maschile a quello femminile, dai profumi per ambienti alle analisi sensoriali in campo food & beverage.

Paola Bottai

COLPI DI FULMINE E SCOPERTE
Nel suo libro Bottai ci dà diversi consigli su come scegliere e acquistare un profumo. Anche in questo caso, come nella vita, possono accadere dei colpi di fulmine che poi possono rivelarsi fuochi di paglia, avvisa l’autrice, «ma non è meraviglioso essere travolti da un amore, o da un odore, in maniera inaspettata?», domanda, invitando a non tirarci indietro. E, sempre mantenendo la similitudine amorosa, se ciò non dovesse accadere «conviene tenere presente che per far funzionare bene una relazione e renderla solida e duratura abbiamo bisogno di tempo». Ecco alcuni tra i vari suggerimenti presenti nel testo. Quando entrate in una profumeria, provate a fare da soli. Girate tra gli scaffali, osservate i flaconi, guardate i dettagli che possono attirarvi e pensate se apprezzate i valori di un determinato marchio. «Mai spruzzarsi il profumo addosso in questa fase». Certo, perché se una fragranza non vi piace, la missione fallisce subito e non avrete più voglia di proseguire la ricerca. «Per evitare questa cosa esistono quelle che la maggior parte di voi chiama “cartoncini”, e che tecnicamente definiamo mouillettes (pronuncia muiètt) o touches». Si tratta, cioè, di quelle strisce di carta che si trovano esposte accanto ai profumi. Dovrebbero essere prodotte con carta priva di colla, solventi e coloranti, proprio per evitare che i materiali di cui sono composte siano in qualche modo odorosi, poiché devono essere perfetti terreni neutri per permetterci di approcciarci nel modo migliore al profumo. «Non avvicinate troppo la mouillette al naso, perché se tocchiamo la pelle questa rimarrà “contaminata” dal profumo, non facendoci più capire bene cosa sentiremo dopo». Bottai spiega che quando si lavora in laboratorio e nel pieno della fase creativa, in cui è importante percepire le singole materie prime che si vorrebbero usare nella nuova formula, si prediligono mouillettes dalla punta super appuntita e sottile, proprio per evitare di toccare la pelle del naso. Sulla base di questa indicazione, fate caso anche alla forma di quelle che potete trovare nei negozi. L’esperta, inoltre, invita a non sentire più di quattro profumi per volta: se avete un naso non allenato, potrebbe non reggere oltre. Vi hanno insegnato che potreste “pulirlo” odorando del caffè? «Rilancio chiedendo se vi se pulireste mai una cosa sporca con altro sporco», fa presente Bottai. L’unica cosa che potrebbe resettare in parte l’olfatto sarebbe annusare l’incavo del braccio all’altezza del gomito: è «il punto in cui il nostro corpo odora di più del nostro odore, della nostra pelle». Ricordatevi, infine, che il profumo che metterete deve essere un «messaggio sussurrato», un mezzo di garbata e discreta seduzione. In base a quanto desiderate esprimere e far sapere di voi, sceglietelo per affinità o per contrapposizione. «Il fascino risiede nei particolari, la bellezza nello stupore e nelle sfumature, l’attrazione nel non detto subito, e quindi è bello pensare che un profumo possa aiutarci a esprimere chi siamo nella similitudine e forse chi vorremmo essere nel contrasto», suggerisce ancora Bottai.

COME CONSERVARE A LUNGO (E BENE) I PROFUMI

L’esperta ci aiuta anche a fare chiarezza su vari luoghi comuni e falsi miti. Oltre a quello del caffè, di cui abbiamo parlato precedentemente, Bottai ci spiega che a differenza di quanto molti possano pensare, i profumi non scadono, ma possono essere soggetti ad alterazione se aperti e conservati male. Sono tre i fattori principali di rischio. Il primo è l’aria, ma la maggior parte dei flaconi è dotata di una chiusura con vaporizzatore che è stagna e impedisce l’ossidazione del prodotto. Se doveste comprare una versione senza spray, a olio, acquistate sempre il flacone più piccolo per mantenere intatta la fragranza. Altro elemento a cui prestare attenzione è la luce: quella del sole, in particolare, può scurire la fragranza e creare reazioni chimiche che potrebbero rovinarne l’odore. Il terzo problema è rappresentato da umido e il caldo. «Vi stupirò, ma il posto peggiore dove tenere i profumi è proprio il vostro bagno. Il luogo ideale è fresco e buio. Quindi via libera a un cassetto o a una credenza di una camera non troppo calda, mentre in estate consiglio di fare spazio in frigo accanto al tè freddo e alla birra ghiacciata». Mai “imbarcare” un profumo con il bagaglio che viaggerà nella stiva dell’aereo: i cambi di temperatura e pressione potrebbero rovinarlo molto rapidamente. Portatelo in cabina con voi, in un formato non più grande di 100 ml. Infine, un piccolo trucco prima di uscire di casa: tenete sempre in borsa (o annodato alla borsa, come vuole la tendenza delle ultime stagioni) un fazzoletto di cotone su cui spruzzare la fragranza che indossate. «Ogni volta che aprirete la vostra borsa o il vostro zaino, voi e le persone che avrete accanto sentirete il vostro profumo».

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