Il tesoro ritrovato: tornano in Italia quasi 800 cimeli da 12 milioni di euro

Foto: credit Emanuele Antonio Minerva/BeniCulturali.it

Ben 750 reperti archeologici sono stati da poco rimpatriati in Italia. Il tesoro, che proviene da Londra, è stato presentato da poco a Roma presso il Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo.

L’insieme dei beni storici, databili tra l’VIII secolo a.C. e l’epoca medievale e con un valore complessivo, secondo le stime, di 12 milioni di euro, rappresenta uno spaccato delle molteplici produzioni dell’Italia antica e delle isole, concentrate soprattutto in Etruria e in Magna Grecia e appartenenti a diversi contesti (funerari, cultuali, abitativi e pubblici).

I pezzi esposti a Castel Sant’Angelo comprendono un tavolo, delle testiere equine appulo-lucane, delle teste virili in marmo di età imperiali, pitture funerarie, un dipinto parietale di una residenza vesuviana, vasi fittili, sia di produzione locale che di fabbrica attica e corinzia, in bronzo e in pasta vitrea.

E ancora, nel tesoro ritrovato figurano parti di abbigliamento, gioielli in oro, argento, bronzo, osso e ambra, oggetti votivi e rituali, particolari di statue in bronzo, in marmo e in calcare, elementi architettonici e arredi in bronzo e marmo, decorazioni musive.

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Il rientro dei preziosi cimeli è avvenuto grazie alle indagini del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma, volte a contrastare il traffico internazionale di beni culturali.

L’iter è sfociato anche in una procedimento extragiudiziale e in una causa civile, condotta in stretta collaborazione con il Ministero della cultura attraverso l’Avvocatura Generale dello Stato.

I ritrovamenti, ottenuti da scavi clandestini sul territorio della Penisola, erano confluiti in una società inglese in liquidazione, la Symes Ltd, riconducibile al trafficante di beni culturali Robin Symes.

La società si era sempre opposta ai reiterati tentativi di recupero da parte dell’Autorità Giudiziaria italiana. In seguito alla procedura di fallimento a cui è stata sottoposta nel Regno Unito, Symes è stata citata in giudizio anche in Italia, tramite l’Avvocatura Generale dello Stato, per la restituzione dei beni o per il risarcimento civile del danno.

L’accordo per la restituzione dei reperti archeologici è stato siglato l’11 maggio scorso dopo complesse trattative seguite dal Ministero della cultura (Ufficio III del Segretariato Generale, Ufficio Legislativo e Direzione generale Archeologia, belle arti e paesaggio), in stretta sinergia con i Carabinieri dell’Arte, che, con la fattiva collaborazione dell’Ambasciata d’Italia a Londra, li hanno scortati nello Stivale. 

Nella stessa data un analogo accordo è stato sottoscritto tra il Ministero della Cultura della Grecia e Symes Ltd per il recupero di altri reperti illegalmente esportati dalla Penisola ellenica. Un ulteriore gruppo di frammenti sarà oggetto di studio degli archeologici italiani e greci per risalire alla loro provenienza e permettere la restituzione ai rispettivi Stati.

Altri 71 reperti, attualmente negli Stati Uniti, dovrebbero essere ripresi prossimamente dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale.

“Il recupero del patrimonio culturale illecitamente sottratto è una delle priorità del mio programma, tutelare significa anche evitare che il nostro patrimonio sia depredato da trafficanti senza scrupoli”, ha dichiarato il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano.

“L’azione congiunta tra Ministero e Carabinieri TPC è un esempio virtuoso di collaborazione istituzionale da preservare e consolidare anche con iniziative come questa, nella quale abbiamo lavorato fianco a fianco con la Grecia. Ringrazio l’Arma per il prezioso lavoro quotidiano, svolto in ogni parte del mondo”, ha concluso il Ministro.

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