Intervista a Mena Marano, CEO di Arav Group. “Domani è adesso. Ed è green”

di Gabriella Chiarappa

Crisi fa rima con opportunità per Mena Marano.L’imprenditrice campana è la CEO di Arav Group, azienda campana partita nel 2002 come impresa familiare di produzione e distribuzione di abbigliamento femminile, oggi è un colosso che conta tre brand in house quali John Richmond, Marco Bologna e Silvian Heach. Una realtà che si occupa di moda a 360 gradi, dall’ideazione, creazione e sviluppo alla progettazione e distribuzione in più di 20 Paesi e che vanta più di 2.500 clienti nel mondo.

Qual è il punto di forza della vostra filosofia aziendale?
Stiamo attraversando uno di quei momenti storici che ti porta a ripensare il domani. Abbiamo bisogno di trovare la lucidità per proiettarci in un futuro con logiche differenti dal punto di vista sia personale che imprenditoriale. Il futuro è fatto di passato e presente. La parola “crisi” deriva dal greco “κρίσις”, separazione, giudizio critico, nello specifico è il momento decisionale che porta al cambiamento. La crisi nonostante tutto mostra un lato positivo, poiché spesso apre le porte a innovazioni e a salti di qualità. La storia ci insegna molto: tante volte abbiamo assistito a grandi cambiamenti in seguito a crisi economiche.  La crisi può essere una vera benedizione: a volte non è facile pensarlo, ma è così.  È tempo di rinascita, il futuro è determinato da una scelta di miglioramento. «La resilienza è la capacità di un sistema complesso di sostenere un urto, deformandosi senza lacerarsi. Mantenendo quindi operative le funzioni vitali»: questa definizione descrive bene il senso della nostra attività. Adesso è il momento di pensare al futuro”.

Oggi si parla molto di sostenibilità: come si approccia il vostro gruppo nei confronti di questo argomento e quali sono le strategie adottate? 

Siamo decisamente molto sensibili ed attenti a questo argomento. L’azienda si sta indirizzando verso una produzione più etica e sostenibile, prestando maggiore attenzione ai criteri della green e circular economy, in un momento di totale ed estrema necessità, crediamo di avvicinarci così, in maniera esponenziale, nell’avvicinarci ai nuovi modelli di business. Tra i nostri principali obiettivi dei prossimi anni si parla di sostenibilità.  Quando si parla di sostenibilità nella moda si intende considerare un nuovo modello, in grado di misurare la richiesta dei beni in base alla disponibilità delle risorse – intese anche come forza lavoro – perseguendo l’obiettivo di una giustizia sociale. Oggi i nostri clienti sono sempre più attenti e la nostra premura è soddisfare le esigenze del consumatore finale, offrendo un prodotto di qualità.  La sostenibilità passa attraverso i materiali utilizzati, ma comprende anche la manodopera. Il cotone sostenibile ha valore se chi lo ha lavorato è stato trattato con rispetto, tutta la filiera deve essere sostenibile.  Abbiamo iniziato a lavorare già sul packaging e gli imballaggi che saranno 100%, green, offrendo una tracciabilità dello stesso e garantendo un processo a basso impatto ambientale. Stiamo lavorando su un codice di condotta per l’azienda, inoltre in futuro avremo un forte focus su alcune capsule basate sul riciclaggio e sull’up-cycling dei tessuti per mettere in campo un progetto di economia circolare. Un progetto che intendiamo concretizzare entro il 2022 sempre a sostegno del made in Italy”. 

Collezione Richmond

Qual è il segreto per diventare una donna di successo?
La costanza e la determinazione, due caratteristiche semplici e complesse al tempo stesso, accompagnate da un motto: quello di non mollare mai”.

Lei ha fortemente voluto la campagna ‘Heach woman is strong’ per Silvian Heach. A fare da protagonisti sono i volti di giovani donne imprenditrici del settore moda. Ce ne vuole parlare?
“Questa campagna nasce dalla volontà di mettere in evidenza delle donne che hanno un’idea, un progetto e la voglia di affermarsi. Donne vere che vogliono realizzare i propri sogni. La nostra intenzione è quella di mettere in evidenza risalto le donne reali, quelle che combattono, che fanno sacrifici ogni giorno per raggiungere i propri obiettivi. Tutto questo senza screditare le blogger o le influencer, ma facendo una chiara distinzione tra le diverse realtà. Vogliamo premiare la costanza e la determinazione, attraverso queste giovani ragazze che rappresentano in pieno la filosofia dell’azienda. Un messaggio di fiducia e di speranza per chi non smette mai di lottare”.

I suoi abiti vogliono dunque essere espressione di una donna piena di forza e di coraggio?
“La donna che mi identifica sicuramente è dotata di forza e coraggio, ma non solo di questo. Se parliamo di un comune denominatore tra i nostri marchi e prendiamo come esempio Silvian Heach, sicuramente il messaggio è quello di una donna forte e determinata, che ha carattere e personalità, che punta sulla costanza ed evita la banalità”.

Durante la MFW (Milano Fashion Week), organizzata nonostante l’emergenza sanitaria ancora in corso, è stata presentata la nuova collezione di Marco Bologna che ha evidenziato un’impronta gothic- punk. Ce ne vuole parlare?

Marcobologna

“Partecipare alla kermesse della MFW è stato importante per manifestare il nostro entusiasmo e la voglia di guardare avanti. La presentazione, che si è svolta in versione digital nel nostro showroom di Milano -headquarter dell’azienda-, in collaborazione con Camera della Moda, ha messo in risalto lo spirito forte di questo brand ideato dal duo creativo Marco e Nicolò. C’è un grande utilizzo delle stampe, dei colori che fin da sempre hanno dato identità alle collezioni. Dopo un anno difficile a livello mondiale, l’ispirazione gothic-punk mista al romanticismo arriva per dare un messaggio chiaro: quello di andare oltre”.

Quali sono le novità che invece riguardano il marchio John Richmond?
“Con John abbiamo appena portato a termine un progetto importante con Rankin (all’anagrafe John Rankin Waddel, ndr), il grande maestro della fotografia di moda. Nello shooting scattato a Londra abbiamo voluto dare un messaggio forte per cercare di dare un segnale positivo in questo momento di grande difficoltà”.

Collezione Richmond

Qual è il messaggio della nuova collezione di Richmond?
“Abbiamo messo in luce la chiave ironica del brand. È sostanzialmente una collezione iconica dove nei pattern figura la bandiera inglese. Dalla pelliccia, al coprispalle, fino alla parte animalier c’è un tuffo nel passato. Sono stati ripresi dei disegni di John e riportati in print sui capi. Sono abiti unici, opere d’arte con disegni realizzati a mano. Appaiono loghi, croci, nei colori predomina il bianco, il nero, ma anche l’arancio. Con Richmond nel 2017 abbiamo dato vita all’ufficio stile a Londra. Volevamo riprendere l’ispirazione, il mood dal quale lui era partito, ricostruire le tappe storiche della sua creatività. Oggi l’ufficio è un fulcro di attrazione per giovani talenti. Londra è sempre stata un polo che anticipa le tendenze moda internazionali”.

Quale sarà il futuro della moda dopo l’emergenza sanitaria secondo lei?
La pandemia è stata la causa di un’accelerazione di cambiamenti. Affinché avvenisse una trasformazione c’era la necessità di cambiare culturalmente una serie di aspetti. Aumentare l’aspetto della digitalizzazione, puntare sulla maggiore flessibilità di vendita senza toccare i capi. L’emergenza ci ha consentito di creare delle piattaforme digitali. Le collezioni che prima erano viste dai buyers in showroom, oggi si vendono tramite il web. Bisogna ingegnarsi a vendere. L’online è in costante crescita, motivo per cui credo che sia la giusta soluzione per vendere”. 

Come coniuga la vita familiare con quella di business woman?
Cerco, come tante donne impegnate nel lavoro, di incastrare tutto, di coniugare la famiglia con gli impegni lavorativi. I miei figli sono cresciuti con me. Oggi sono grandi: la mia primogenita ha 27 anni, il secondo figlio 23. La famiglia è sempre presente”.

Il sogno nel cassetto di Mena Marano?
“Desidero fortemente portare il mio gruppo aziendale in auge. Voglio che diventi una multinazionale, questo è il mio sogno”.

Collezione Marcobologna
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