Naturalizzazione dei cittadini stranieri: posizioni opposte di destra e sinistra

Garantire la partecipazione a tutti e il diritto fondamentale alla cittadinanza dopo 5 anni, come sostengono Lelia Hunziker e il PS, o respingere ogni tentativo di automatismo normativo come propugnano Riner e l’UDC?

di Franco Narducci

C’era grande attesa, frammista a curiosità, per il dibattito andato in scena lunedì 25 settembre al circolo Acli di Wohlen.

Curiosità perché l’imminenza delle votazioni (22 ottobre) per il rinnovo del Parlamento federale pone un interrogativo non di poco conto: avvicinamento o radicalizzazione delle posizioni su un tema da sempre scottante come la naturalizzazione dei cittadini stranieri?

Lelia Hunziker (PS) e Cristoph Riner (UDC), entrambi Consiglieri cantonali argoviesi e candidati al Consiglio nazionale, non si sono risparmiati i colpi e le bordate reciproche, con argomentazioni attentamente seguite dai presenti in sala, una settantina di persone tra le quali personalità di spicco come Jean-Pierre Gallati, Consigliere di Stato nonché presidente del Gran Consiglio (la carica più alta del Cantone), e Arsène Perroud, sindaco di Wohlen.

La Svizzera ha da tempo riconosciuto di essere un paese d’immigrazione e la naturalizzazione dei cittadini stranieri – ovviamente in un quadro ordinato e nel rispetto della normativa svizzera a livello comunale, cantonale e federale – è il passo fondamentale per una cittadinanza attiva, compiuta.
In special modo per le giovani generazioni nate e scolarizzate in questo paese, come pure per i cittadini che vi risiedono da tempo, che sono soggetti d’imposta e contribuiscono al progresso e al benessere della Svizzera.

Garantire la partecipazione a tutti e il diritto fondamentale alla cittadinanza dopo 5 anni come sostengono Lelia Hunziker e il PS, o respingere ogni tentativo di automatismo normativo come propugnano Riner e l’UDC?

Questioni che faranno discutere ancora a lungo, ma mettere in agenda una revisione delle leggi sulle facilitazioni a favore delle giovani generazioni non può che giovare alla Svizzera.

Tralasciamo i luoghi comuni, ad esempio sulla composizione della “Nati” Svizzera di calcio, ma non sono accettabili posizioni tipo “gli stranieri (sic!) per essere naturalizzati devono avere la conoscenza del tedesco a livello di diploma di maturità” (un assioma che inguaierebbe anche tanti nativi svizzeri), oppure l’ostracismo obsoleto e fuori tempo contro la doppia cittadinanza: oltre il 50% degli italiani residenti in Svizzera sono doppi cittadini.

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