Dopo cinquant’anni riapre a Roma la Domus Tiberiana e fa rivivere i fasti dell’antico impero

La residenza è legata soprattutto a Tiberio, ma le sue fondamenta furono gettate già durante il regno di Nerone

Foto: il cosiddetto Clivo della Vittoria visto dagli archi della via Tecta ©Ph. Stefano Castellani

A Roma, al Parco archeologico del Colosseo, ha riaperto al pubblico la Domus Tiberiana. L’antica residenza imperiale era stata chiusa cinquant’anni fa a causa di gravi problemi strutturali che ne avevano determinato la chiusura rendendo necessari importanti interventi di restauro.

Domus Tiberiana sul Palatino ©Ph. Ufficio fotografico del Parco archeologico del Colosseo

La Domus Tiberiana, estesa per circa 4 ettari sul colle Palatino, si affaccia sulla valle del Foro Romano con imponenti arcate distribuite su più livelli. Entrando oggi nel palazzo, attraversando la via coperta, nota come Clivo della Vittoria, si può avere la percezione dell’antico cammino compiuto dall’imperatore e dalla corte per raggiungere la dimora privata.

L’allestimento museale, ‘Imago Imperii’, a cura di Alfonsina Russo, Maria Grazia Filetici, Martina Almonte e Fulvio Coletti, con l’organizzazione di Electa, si articola nei tredici ambienti che si snodano lungo il percorso, puntando a raccontare la storia del monumento e la sua evoluzione nei secoli.

Come emerge dalle fonti storiche, la denominazione Domus Tiberiana rimanda all’imperatore Tiberio, che ha guidato l’impero dopo la morte di Augusto. Tuttavia le indagini archeologiche hanno dimostrato che le fondamenta del palazzo sono state gettate da Nerone in un momento successivo all’incendio di Roma del 64 d.C., contestualmente all’edificazione della Domus Aurea, in continuità con le più antiche residenze aristocratiche.

Successive trasformazioni, in particolare ad opera degli imperatori Domiziano e Adriano, hanno ulteriormente ampliato la dimora, abitata fino all’età tardo-antica, per tornare poi a nuova vita dopo un periodo di abbandono. Nella metà del Cinquecento, infatti, la facoltosa famiglia dei Farnese l’ha inglobata negli Horti omonimi, splendidi esempi di giardini all’italiana commissionati da Papa Paolo III Farnese nel XVI secolo.

A rievocare la quotidianità che si svolgeva nella reggia ci sono centinaia di reperti in ceramica, metallo e vetro, oltre a statue e decorazioni fittili, messi in luce durante gli scavi degli ultimi trent’anni.

Si può dunque far ritorno, idealmente, alla Roma imperiale attraverso le merci e i consumi di cui ci parlano i vasi ritrovati, ma anche tramite le numerose monete rinvenute, testimonianze degli scambi economici, per non parlare dei sontuosi arredi.

Non mancano vari resti significativi legati a culti misterici osservati anticamente a Palazzo, dal greco Dioniso, protettore di vino e feste, gioioso e distruttivo allo stesso tempo, a Mithra, dio originario della Persia, fino alle divinità egizie Iside e Serapide.

Ha dichiarato il Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano: “Il Parco archeologico del Colosseo prosegue con l’obiettivo di restituire al pubblico spazio precedentemente preclusi alla visita. Ai nuovi e diversificati percorsi aperti negli ultimi anni, oggi si aggiunge un risultato storico, ovvero l’apertura al pubblico della Domus Tiberiana: viene così finalmente restituito il percorso circolare tra il Foro Romano e il Palatino attraverso i suggestivi spazi del Palazzo Imperiale. Un risultato raggiunto con un forte impegno di squadra durante lunghi lavori di restauro e riqualificazione funzionale del monumento”.

Ha aggiunto il Direttore del Parco archeologico del Colosseo, Alfonsina Russo: “Questo è un altro passo importante verso la piena fruizione dell’area archeologica centrale di Roma, la più grande al mondo in un contesto urbano straordinario. Grazie all’incessante operosità del Parco archeologico del Colosseo e alle ingenti risorse che continuano a essere investite nella valorizzazione del sito, cittadini e visitatori provenienti da tutto il mondo potranno godere di un ambiente che riapre al pubblico dopo quasi mezzo secolo dalla sua chiusura”.

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