Oggi è la Giornata Mondiale della Pizza, cibo italiano molto amato in Svizzera. Che vanta un primato

Nel 2023 la pizza migliore al di fuori dell’Italia si gustava a Zurigo. E nel 2024?

Il 17 gennaio ricorre la Giornata Mondiale della Pizza, appuntamento annuale dedicato a una delle eccellenze alimentari fiore all’occhiello del Made in Italy, tra le più apprezzate, mangiate e preparate nel mondo.
Nel 2023 Gambero Rosso ha decretato che la “pizza migliore al di fuori dell’Italia” si gusta al ristorante Napulé di Zurigo, fondato dal napoletano Raffaele Tromiro, che ci lavora come pizzaiolo.
Sarà lo stesso per il 2024? Intanto facciamo il punto su questa delizia per il palato.

La Giornata Mondiale (in cui si festeggia anche Sant’Antonio Abate, protettore dei lavoratori legati al fuoco, quindi anche dei pizzaioli) è nata a partire dal 2017, quando “l’Arte del Pizzaiuolo Napoletano” è stata riconosciuta dall’Unesco come uno dei beni del Patrimonio immateriale dell’Umanità.

Anche in tempi di crisi e inflazione, il comparto non solo regge, ma gode di ottima salute. Stiamo parlando, infatti, di un settore che, secondo i dati Coldiretti (Confederazione Nazionale Coltivatori Diretti), mette a segno un giro d’affari annuo di più di 15 miliardi, con un’occupazione nel settore stimata in 100.000 addetti a tempo pieno e altrettanti 100.000 nel weekend.

Notevoli le performance anche nel segmento della produzione: solo in Italia si sfornano 2,7 miliardi di pizze all’anno, con l’impiego di 200 milioni di chili di farina, 260 milioni di chili di salsa di pomodoro, 225 milioni di chili di mozzarella, 30 milioni di chili di olio di oliva.

Per quanto riguarda i consumi, la Pizza Margherita, sempre in base all’analisi dell’associazione di rappresentanza e supporto all’agricoltura del Bel Paese, resta la più gettonata. In Europa gli italiani sono primi con 7,8 chili all’anno, seguono spagnoli (4,3), francesi e tedeschi (4,2), britannici (4), belgi (3,8), portoghesi (3,6) e – fanalino di coda – austriaci (3,3). Su scala planetaria, invece, i maggiori consumatori sono gli americani con 13 chili a testa.

È stato nei pressi di Napoli nel 1889, presso l’antico forno del Real Bosco di Capodimonte, nella tenuta borbonica del posto, che fu cotta la prima Pizza Margherita “ufficiale”. L’artefice fu il cuoco Raffaele Esposito che, convocato alla Reggia, preparò tre diverse pizze: una secondo il metodo antico (con strutto, basilico, pecorino e pepe), una marinara e una speciale, in omaggio al tricolore italiano, che fu la più gradita dai commensali e che fu chiamata come la regina Margherita di Savoia, in visita nel capoluogo campano.

Nel 2023, secondo quanto risulta dall’elaborazione di dati del food delivery Just Eat, gli ordini della pizza, declinata in molte varianti a seconda di gusti ed esigenze, hanno raggiunto quasi 5,5 milioni di chili di questa specialità, una quantità equivalente a 5.800 chilometri: come è stato calcolato, sarebbe praticamente la distanza da compiere per raggiungere il Polo Nord partendo da Roma.

Una curiosità: le pizze più ordinate nello Stivale, dopo la Margherita, sono la Diavola e la Capricciosa.

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