Polonia vs Bielorussia

La nuova guerra fredda è tra Bruxelles e Mosca

In foto il primo ministro della Polonia, Mateusz Morawiecki

Quello che sta accadendo al confine tra Bielorussia e Polonia presuppone un breve preambolo riguardante la situazione al confine tra i due Paesi.
La linea di demarcazione tra questi due Stati ha una lunghezza di 416 o 418 km e la sua importanza è data dal fatto che divide un Paese facente parte dell’Unione Europea (Polonia) da uno esterno (Bielorussia).


I fatti
Nell’agosto del 2021, un’ondata di immigrati clandestini ha iniziato a viaggiare attraverso la Bielorussia in direzione della Polonia. La Bielorussia è stata ritenuta responsabile di “guerra ibrida”, poiché si è sostenuto che stesse pianificando e portando a termine l’attraversamento illegale del confine di chi lo richiedeva nelle aree forestali.
La Polonia ha risposto rinforzando le guardie ai confini e irrobustendo le barriere di filo spinato. Degli oltre 2.000 migranti che hanno cercato di arrivare illegalmente in Polonia un certo numero ha avuto successo, riuscendo a giungere in centri di accoglimento, mentre altri si sono stanziati nei pressi della frontiera internazionale.
Il 25 agosto 2021, la Corte Europea dei diritti dell’Uomo (CEDU) ha convocato la Polonia e la Lettonia (Stato facente parte dell’Ue e confinante) chiedendogli di fornire ai migranti “cibo, acqua, vestiario, cure mediche adeguate e, se possibile, un riparo temporaneo […] fino al 15 settembre 2021 compreso”. Tuttavia, il giudice della CEDU, che ha citato nelle motivazioni la Convenzione europea dei diritti dell’uomo, non ha affermato che sussiste un qualche obbligo volto ad assicurare il passaggio dei confini ai richiedenti asilo.
Cosa c’è dietro i comportamenti della Bielorussia
L’idea condivisa da molti e affermata dal premier polacco Morawiecki è che l’afflusso di immigrati provenienti dal Medio Oriente sia frutto di una strategia del presidente bielorusso, Alexander Lukashenko, adottata per condannare le sanzioni che Bruxelles aveva imposto il 21 giugno scorso, contro il suo regime per il dirottamento del volo Ryanair del 23 maggio. Tale episodio aveva portato all’arresto dell’attivista e giornalista Roman Protasevich. Lukashenko aveva dichiarato che la Bielorussia non avrebbe più contribuito ad aiutare l’Unione Europea nella lotta all’immigrazione clandestina a causa dell’interferenza di Bruxelles in quelli che sarebbero “affari interni” del Paese.

Il coinvolgimento della Polonia e la Nato
Per comprendere le mosse del presidente bielorusso contro l’UE, occorre sottolineare il ruolo che la Polonia svolge in seno alla NATO. Per la sua posizione strategica, il Paese funge da baluardo dell’Alleanza. Il suo arsenale di carri armati, composto da circa 800 mezzi, è equiparabile a quello di Francia, Regno Unito e Germania insieme. Non è un caso che sia stata scelta la Polonia per la difesa del blocco. Gli Stati Uniti e i Paesi Europei Occidentali non riuscirebbero a dispiegare tempestivamente i propri carri armati presso un fronte di battaglia lontano. Per la Polonia, tale problema non persisterebbe perché il Paese sarebbe in prima linea nel caso di un eventuale conflitto con la Russia. Nello specifico, Varsavia dispiegherebbe il proprio arsenale a Suwalki Gap, l’unica terra della NATO che funge da ponte per i Paesi Baltici.
Ecco perchè il ministro della Difesa della Polonia, Mariusz Blaszczak, ha annunciato, il 23 settembre, che Varsavia avrebbe schierato centinaia di carri armati di fabbricazione USA lungo il confine con la Bielorussia.

Gli ultimi avvenimenti
Il 14 ottobre, gli ambasciatori di Polonia, Lituania e Lettonia si sono riuniti per discutere dei migranti rimasti bloccati al confine con la Bielorussia. Simultaneamente Varsavia ha indetto un vertice con l’incaricato d’Affari Esteri della Bielorussia per affrontare l’aggravarsi della crisi migratoria e nella medesima data il Parlamento polacco ha approvato una legge che consente alle guardie di frontiera di espellere immediatamente i migranti che attraversano il confine in maniera irregolare.
Dopo 5 giorni, esattamente il 19 ottobre, la Polonia ha dichiarato di aver raddoppiato il numero di soldati al confine con la Bielorussia, la quale è accusata di favorire l’immigrazione illegale verso l’Europa. È per tale ragione che il blocco ha valutato, il 18 ottobre, l’imposizione di un nuovo pacchetto di sanzioni contro Minsk e la sua compagnia aerea Belavia.
A dimostrazione del coinvolgimento di Putin nella intera operazione il presidente della Bielorussia, Alexander Lukashenko ha dichiarato che Mosca e Minsk “agiranno in modo duro” per rispondere alla militarizzazione di Varsavia lungo i confini Occidentali della Bielorussia.
La Polonia ha accusato la Bielorussia, mercoledì 3 novembre, di aver organizzato un’incursione armata transfrontaliera e ha convocato l’incaricato d’affari bielorusso, Alexander Chesnovsky, per protestare contro le azioni di Minsk.
Le autorità della Lituania hanno annunciato, lunedì 8 novembre, il dispiegamento di truppe al confine con la Bielorussia a causa della crescente crisi migratoria. Intanto, la Polonia ha accusato Minsk di organizzare un “assalto di massa” lungo la frontiera servendosi di migranti come “arma ibrida”
La Polonia ha chiuso il confine con la Bielorussia, dopo che un gruppo di migranti ha tentato di entrare nel Paese con la forza, l’8 novembre, schierando contemporaneamente 15.000 soldati per respingere i migranti rimasti bloccati.
Almeno tre giornalisti, tre rifugiati e due guardie di frontiera polacche hanno riportato gravi ferite, martedì 16 novembre, durante gli scontri lungo il confine polacco-bielorusso, dove migliaia di richiedenti asilo continuano a rimanere bloccati.

Nonostante i profusi sforzi diplomatici volti a risolvere la crisi migratoria, le autorità polacche hanno accusato la Bielorussia, venerdì 19 novembre, di aver portato centinaia di migranti al confine per mezzo di autocarri.
La cronologia degli eventi così riportata è utile per descrivere il clima di tensione crescente. Non mancano naturalmente episodi terribili, come quello del bambino di un anno trovato morto nella foresta ma come sempre accade, l’indignazione e lo sgomento sono di breve durata.
Sta di fatto che l’Unione Europea non sta ancora prendendo posizione, mentre il presidente bielorusso, davanti alle prove, ha dichiarato: “Abbiamo un cuore, i miei soldati possono aver aiutato migranti ad andare in UE”.
In quello che si prospetta un lungo e sanguinoso braccio di ferro, saranno la posizione di Putin e la strategia diplomatica a dettare i tempi dello scontro.
Non è da escludere la necessità di ammorbidire le sanzioni applicate alla Bielorussia…

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