Sì alle multinazionali responsabili!

di Mark Herkenrath, direttore d’Alliance Sud

Si tratta forse di casi isolati, ma si può dire che un certo modo d’agire esiste davvero. In effetti, delle potenti multinazionali con sede in Svizzera violano regolarmente i diritti umani e danneggiano l’ambiente all’estero. Mentre la maggior parte dei grandi gruppi elvetici agiscono in maniera responsabile, alcuni di questi si procurano dei vantaggi concorrenziali in modo terrificante, compromettendo in particolare i progressi compiuti in gran parte grazie alla cooperazione svizzera allo sviluppo. Nei Paesi in cui le strutture rispettose dello Stato di diritto sono insufficienti, le vittime di questi abusi non hanno alcuna possibilità di chiedere un risarcimento.  

L’iniziativa per multinazionali responsabili intende porre rimedio a questa situazione. Essa esige che, in qualsiasi parte del pianeta, le imprese domiciliate in Svizzera rispettino i diritti umani e le norme ambientali in vigore. In caso di violazione di questi diritti, esse dovrebbero rispondere delle loro azioni davanti a un tribunale indipendente in Svizzera – in altri termini, nel Paese in cui si trova la sede del gruppo che prende le decisioni che permettono questi abusi. Agire in maniera responsabile è un’evidenza, ma nella pratica troppo spesso s’assiste ad altro. I bambini, i lavoratori agricoli e le popolazioni indigene ne pagano le conseguenze, con la loro salute e la loro vita.  

Nella campagna elettorale, coloro che s’oppongono all’iniziativa mettono in risalto delle false dichiarazioni e seminano paura. Nessuna multinazionale lascerà la piazza finanziaria elvetica e i suoi vantaggi perché deve rispettare i diritti umani e proteggere l’ambiente. La realtà è che numerosi Paesi sono in avanti rispetto alla Svizzera in questo ambito e hanno già promulgato delle leggi con effetti simili a quelli richiesti dall’iniziativa. Essa non fa quindi della Svizzera un caso isolato; al contrario, il nostro Paese si troverebbe in buona compagnia.  

Il controprogetto del Consiglio federale, che entrerebbe in vigore nel caso in cui l’iniziativa fosse respinta, non è altro che un alibi evidente. Obbliga semplicemente le imprese poco scrupolose ad abbellire le loro pratiche in materia di diritti umani tramite la pubblicazione annuale di opuscoli su carta patinata. Mentre nulla cambierà per le vittime delle violazioni dei diritti umani e le conseguenze della distruzione ambientale saranno altrettanto catastrofiche. Per questo motivo, oltre 200’000 volontari di tutte le età, ripartiti in più di 400 comitati locali sparsi in tutta la Svizzera, si prodigano a favore di quest’iniziativa. Anche numerosi imprenditori e politici del campo borghese, nonché gli organi nazionali di tutte le Chiese svizzere la sostengono.  

Cara lettrice, caro lettore, votate «SÌ» il 29 novembre per delle multinazionali responsabili – nell’interesse dell’essere umano e dell’ambiente, per la protezione dei diritti umani e della natura!

(Traduzione di Fabio Bossi)

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