Una nave di libri sulle onde del web 

di Stefania De Toma

Una famosa leggenda racconta che le gocce di sangue del drago ucciso da san Giorgio per salvare la principessa, stillando dalla ferita, via via si trasformavano in rose. E in ricordo di quella – rossa, evidentemente- offerta dall’eroe alla donzella, nacque l’usanza in Catalogna, il 23 aprile, di donarsi tra innamorati un libro e una rosa. La festa di san Giorgio a Barcellona è proprio questo: un tripudio di bancarelle di libri e rose tra la ramblas e i vicoli, presi d’assalto ogni anno da decine di migliaia di persone; ma anche la testimonianza di quanto l’amore per i libri possa legarsi all’amore tra le persone e rafforzare o creare rapporti nuovi, di amicizia, affinità emozionale o intellettuale. Già, come se questi supporti del pensiero umano fossero preziosi gradini per guardare un po’ più in alto, nella riflessione personale o nella condivisione.

Ammaliati da questa meraviglia, una decina di anni fa, Sergio Auricchio, editore e fondatore della rivista Leggere: Tutti, con sede a Roma ma diffusa nelle librerie e edicole di tutta la Penisola – oltre che  online –    ebbe con il suo staff l’idea di creare un ponte tra l’ Italia e la Spagna per contagiare di quell’entusiasmo il nostro Paese che purtroppo non brilla per consuetudine alla lettura; e fu inventato un festival letterario tutto nuovo. Complici di questa audace idea una celebre compagnia di crociere, il Consolato italiano in Spagna e l’Istituto Culturale italiano a Barcellona. “Una nave di libri per Barcellona”, nella versione aperta a tutti e poi nella sua declinazione per le gite scolastiche “aMare leggere”, sono diventate negli anni il più originale festival del libro, svolgendosi in parte a bordo della nave durante la traversata, in parte nella variopinta città colorata da Gaudì e dalle miriadi di libri che traboccano dalle bancarelle.

Nell’anno del lockdown è riuscita un’impresa bellissima, essendo la nave dovuta restare agli ormeggi; e tra innumerevoli – e pregevoli – eventi su social e canali online, ove si alternavano letture continue da parte di personaggi noti e gente comune, si è svolto un distillato del Festival letterario che sarebbe avvenuto negli scorsi giorni. Tutto rigorosamente in diretta, con attori, giornalisti e scrittori, uniti alla direttrice della rivista, Annalisa Nicastro, a snodare l’alternarsi dei momenti. E su tutto il libro, protagonista come dovrebbe essere sempre, un trampolino per parlare della vita, perché con gli autori – narratori di mestiere o fuoriclasse prestati generosamente alla scrittura – si è parlato di arte, scienza, cinema, scuola, società, medicina: un caleidoscopio di riflessioni che da titoli di libri hanno trovato il loro innesco. Su onde del web hanno navigato insieme a tanti spettatori che interagivano sulla chat online scrittori tra i più noti della scena contemporanea, da Maurizio De Giovanni a Melania Mazzucco, da Andrea Vitali a Eraldo Affinati, e ancora Emanuele Trevi, Simona Sparaco, Giordano Bruno Guerri, Claudio Damiani, solo per citarne alcuni. A unirsi alle discussioni, personaggi dalla multiforme versatilità, come Toni Servillo, Ascanio Celestini, David Riondino, Stanislao de Marsavich, presidente dei Parchi Letterari, a testimoniare che la letteratura può far da veicolo a una riapertura a piccoli passi del nostro territorio al turismo. E ancora scienziati, attori, matematici, musicisti (tra i quali, nella doppia veste di cantautore e medico, Mimmo Locasciulli), che hanno intervallato i numerosi interventi con attimi di pura di magia. Come con Fabrizio Paterlini, che ha regalato note simili allo scintillio delle gocce del sole che si poggiano sul mare all’alba o al tramonto, come si fosse davvero su quella nave, in quell’atmosfera impregnata di poesia, parole, approfondimenti, di un peso specifico di emozioni altissimo condiviso fianco a fianco, tra innamorati della lettura e scrittori.

“Siam fatti della materia di cui son fatti i sogni” è una delle frasi simbolo di Shakespeare, di cui proprio il 23 aprile si celebra la data della morte, vicina a quella di Cervantes. E uno degli scrittori della nave dei libri sulle onde del web, Peppe Millanta, ha portato sulla nave virtuale il suo “Piccola bussola per sognatori viaggianti”: ecco, cosa può essere un libro per noi, osando una nuova definizione dove ne pullulano a migliaia. Una bussola, uno strumento per orientare il nostro pensiero, le nostre scelte, per ispirare i nostri sogni e guidarne il desiderio di realizzarli, per indirizzare l’anima a caleidoscopi di emozioni.

Non poter salpare da un porto per raggiungerne un altro fino a poche decine di anni fa avrebbe precluso qualunque forma di condivisione: il web ha consentito un’impresa bella, ovvero festeggiare e celebrare quell’oggetto che, per quanto se ne dica, crisi comprese, non potrà mai scomparire dalle nostre vite. Feste di questo genere, del resto, soprattutto quando potranno tornare a essere svolte nei loro luoghi reali, consentono anche impennate importanti nelle vendite che fanno bene all’editoria.

Delle librerie chiuse al tempo del coronavirus si è detto tanto. Ma chapeau a chi non si è fermato e ha continuato a veicolare libri e letture in ogni modo possibile, per riempire arricchire, dare coraggio con nuove storie da raccontare, come faceva Sherazade, a adulti e bambini.  Oscar di Montigny, uomo d’impresa ma anche scrittore sensibile e visionario, tra le onde web della nave ci ha ricordato che non ci sono buone o cattive stelle sotto cui si nasce, ma uomini che sanno leggere o no il cielo, seguirne le rotte  e connetterne le stelle in maniera virtuosa per produrre risultati;  e indica  come stelle polari valori come la gratitudine, che insieme a “cooperazione” e a “solidarietà” è stato il leitmotiv di questa strana ma comunque bellissima Nave dei Libri, oltretutto ancora navigabile sul canale Youtube Leggere:Tutti.  La storia, scritta e raccontata sui libri, ci insegna che siamo capaci di rigenerarci e vincere le sfide più forti: e l’augurio è di raccontarci, magari il prossimo 23 aprile, in una traversata verso libri e rose, come ci saremo riusciti.

 

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