Ammalarsi Non È Un Reato: Tabù E Paura Del Contagio

Di Stefania Spadoni

Con l’emergenza sanitaria non si scherza. Rispondono gli ospedali, ma lo fa anche il codice penale che prevede pene severissime per chi non rispetta le regole stabilite al contenimento del virus.

Virus E Costituzione

Chi ha sintomi, ma esce di casa, rischia l’accusa di omicidio doloso, la cui pena minima è 21 anni. Durante il lockdown sono state utilizzate migliaia di autocertificazioni per garantire a chi ne avesse diritto e bisogno, di uscire di casa e spostarsi unicamente per motivi di salute, lavoro o altri stati di necessità. Attestare il falso, in questo caso, corrispondeva a reato di falsa attestazione davanti a pubblico ufficiale: la pena va da uno a sei anni di reclusione. Come dicevo, non si scherza affatto. Ed è giusto così, perché la salute pubblica va salvaguardata con tutte le misure necessarie.

Per questo c’è un articolo dedicato sulla nostra Costituzione, l’articolo 32: «La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana».

Ammalarsi Non È Un Reato

Eppure tutta questa tutela, condita con una bella dose di paura, spinta e pompata dagli organi di stampa, dai media, dai social network ha generato un crash nel cervello di molti di noi, contribuendo a instaurare un clima nel quale chi si ammala è colpevole. Essere malati non è reato, neppure se ci si ammala e si porta in corpo un virus molto contagioso e potenzialmente mortale.

Noi del Bullone siamo settati su questo argomento. Virus, contagio, tabù. Non è un reato avere l’HIV e non è un reato avere il Covid-19. Certo chi sa di essere malato deve agire di conseguenza, curarsi e tutelare gli altri rispetto la contagiosità del virus stesso, ma deve poterlo fare in un ambiente sociale nel quale questo suo percorso anche complesso e magari doloroso, non sia giudicato o peggio ancora, condannato.

Ancora oggi ammalarsi è un problema per la nostra società e sono ancora troppo poche e troppo inefficaci le proposte a tutela della persona. Così spesso la malattia, qualunque essa sia, viene nascosta, negata e soprattutto vissuta come un tabù. Voglio ripeterlo a gran voce, perché mi sembra che in questo periodo non sia molto chiaro e che la comunicazione sul tema abbia cavalcato troppo un sentimento molto pericoloso e altrettanto facile da guidare, la paura: ammalarsi non è un reato.

Stigma E Tabù

E così come nessuna legge prevede una pena per essersi ammalati, nessun altro dovrebbe arrogarsi il diritto di pensare che ammalato vuol dire sbagliato. Non a caso il contagio è una delle più grandi paure della società moderna, perché è per colpa dell’altro se IO mi sono ammalato e in un mondo dove abbiamo imparato a essere individualisti ed egoisti e ad aver paura dell’altro e del diverso, lo stigma che si porta addosso un essere umano che si ammala di un virus contagioso, è diventato invalicabile. Il virus che ha colpito e messo in ginocchio il mondo intero negli ultimi mesi, ci ha toccato, ci ha traumatizzato e ci ha reso consapevoli. Ora immaginate una qualsiasi delle sensazioni o dei pensieri che vi sono passati per la testa in questi mesi, dalla paura di ammalarvi, al timore di infettare una persona cara, all’incertezza sulla vita, all’impossibilità di un contatto… Ecco, prendetene uno, uno soltanto dei 1000 che vi hanno invaso la mente nei lunghi mesi di lockdown, ingranditelo all’ennesima potenza e provate a pensare che ci sono persone che ci devono fare i conti, a volte per l’interezza della loro vita, e sappiate che ogni volta che giudicate loro, giudicate anche voi stessi. La malattia esiste, ci si può ammalare, può essere molto pericolosa, ma anche molto gestibile. Ragioniamo da persone intelligenti e cerchiamo di non farci dominare solo dalla paura e dall’ignoranza. Solo così potremo provare a superare i tabù che la malattia porta con sé.

Articolo pubblicato online da Il Bullone – 14 Ottobre 2020

Il Bullone, è diventato il nome e il pensiero della Fondazione Near Onlus al motto: Pensare, Fare, Far Pensare. Il Bullone è diventato il propellente attraverso il quale il pensiero e l’azione dei B.Liver possa diventare energia con cui lasciare un proprio segno profondo del passaggio su questa Terra, donando le proprie esperienze e la propria creatività. Un progetto che racconti come la malattia possa diventare fonte di opportunità, attraverso il coraggio e la voglia di andare oltre, per segnare la differenza tra il vivere e il lasciarsi vivere.

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