Ansia, stress e depressione: svizzeri e italiani sono uniti a favore della salute mentale

Sia nei Cantoni sia nella Penisola mediterranea sempre più persone soffrono di esaurimento mentale ed emotivo, con cause diverse in base all’età

Il concetto di salute mentale è ampio e articolato. Con questa espressione si fa riferimento a uno stato di benessere psicologico ed emotivo che riguarda la capacità di affrontare le sfide esistenziali, superare gli ostacoli, lavorare in modo produttivo e avere relazioni serene con gli altri.

La salute mentale non ha a che vedere solo con la presenza di malattie mentali, ma implica anche il raggiungimento di un buon equilibrio interiore, della capacità di gestire le proprie emozioni e di mostrarsi resilienti e costruttivi di fronte alle difficoltà e ai momenti bui.

Per quanto riguarda l’Italia, sull’argomento nuove indicazioni arrivano dai raccolti da ProntoPro.it, piattaforma di riferimento per i servizi professionali di sostegno psicologico, raccolti in occasione del ‘Blue Monday’. Con questa espressione si fa riferimento al giorno considerato il più triste dell’anno (e che cade di solito il terzo lunedì di gennaio; nel 2024, dunque, è il 16 gennaio).

Dalla ricerca, in particolare, risulta che oltre il 60% di chi richiede aiuto lo fa per problemi legati ad ansia (che riguarda ben 300 milioni di persone nel mondo, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità), e poi a causa di stress, attacchi di panico e paure, secondo bisogni che sono aumentati del 5% rispetto al 2022.

 Parallelamente, tra le motivazioni più comuni per rivolgersi a uno specialista ci sono anche aspetti disfunzionali della personalità, come la bassa autostima o la rabbia, che preoccupano il 50% dell’utenza.

L’indagine di ProntoPro.it, inoltre, restituisce un quadro diverso a seconda delle diverse fasce d’età degli italiani che si affidano a un terapeuta. In base al rapporto di ProntoPro.it, nel 2023, a richiedere consulti psicologici sono stati soprattutto i ragazzi maggiorenni sotto i 25 anni (44%).

I giovani della Generazione Z (fino ai 25 anni) mostrano un costante e crescente interesse per il benessere mentale tanto che, per quel che li riguarda, si registra la più alta percentuale di crescita rispetto all’anno precedente nella domanda per un’offerta di questo tipo: +6% rispetto agli altri target. I ragazzi tra i 10 e i 18 anni sono quelli che più degli altri entrano in terapia per disturbi alimentari.

Dai Millennials (26-35 anni), invece, arriva il 26% delle richieste per supporto psicologico, in particolare per combattere varie forme di dipendenza (10%), ma anche per problemi relazionali (33%), un dato, quest’ultimo, superiore solo nella fascia 19-25 anni.

E ancora. Gli utenti di ProntoPro.it compresi tra i 36 e i 50 anni sentono la necessità di fare delle sedute, online o in presenza, per lo più per problemi di coppia (a fronte del 27% delle richieste, contro la media nazionale del 18%). Gli italiani che hanno più di 51 anni, invece, sembrano trascurare di più la salute mentale (solo il 7% fa richiesta per servizi psicologici, in particolare a causa di disturbi depressivi).

“La depressione è un problema di salute molto diffuso, che può colpire chiunque, indipendentemente da sesso, età, professione, status sociale, origine o fede religiosa”, viene spiegato nell’opuscolo informativo diffuso dal progetto Alleanza contro la depressione Ticino, durato dal 2016 al 2020.

“Spesso si nasconde dietro stati d’animo che descriviamo come «stress», «nervosismo», «burnout» o «stanchezza», e non sempre è facile distinguerla da un malumore persistente o da un disagio passeggero”. Nel Cantone, quasi 1 persona su 10 dichiara di avere sintomi legati a questo malessere.

In base ai dati diffusi dal ‘Job-Stress-Index 2022’, un’indagine realizzata periodicamente dalla Fondazione Promozione Salute Svizzera, dall’Università di Berna e dalla Scuola universitaria professionale di Zurigo, il 30,3% di chi lavora – una percentuale mai così elevata in precedenza – afferma di sentirsi emotivamente esaurito.

L’esaurimento emotivo è, per l’appunto, uno degli indicatori del già citato burnout, le cui manifestazioni – da stress cronico e persistente al nervosismo fino agli attacchi d’ansia e di panico e alla spossatezza fisica e mentale – sono spesso riconducibili alla depressione.

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