Aspettando Godot… Perché la minaccia di guerra in Ucraina è un affare per gli americani

Il mondo è in attesa della guerra… i titoli dei giornali si rincorrono tra notizie di attacchi e piani diplomatici.

È evidente che a pagare i danni saranno i civili ma per comprendere i rischi bisogna porsi la domanda delle domande: chi ci guadagna da questo conflitto?

Secondo alcuni analisti sia il presidente russo Vladimir Putin sia quello americano Joe Biden.

La politica estera di Biden

Per capire come il presidente americano si muove sullo scacchiere internazionale basta leggere i nomi dei suoi consiglieri: Victoria Nuland, la moglie di Robert Kagan l’ideologo delle guerre mediorientali ai tempi di George Bush figlio, Jake Sullivan, Consigliere per la sicurezza nazionale, Antony Blinken, lo stesso Segretario di Stato di Bush junior. Questi nomi sono gli stessi del 2003, ai tempi della guerra in Iraq, del 2008 in Kosovo e della crisi ucraina del 2014.

All’epoca, l’idea di fondo era il ridimensionamento della Federazione russa, ed essendo la squadra immutata possiamo pienamente affermare che non ci potevamo aspettare nulla di diverso.

Senza contare come già scritto sul nostro Corriere che, a circa un anno dall’elezione, Biden non gode di largo consenso in patria. Il calo dei suoi consensi personali è costante, passato dal 55 al 36%; il precipitoso ritiro dall’Afghanistan ha dato un colpo alla sua immagine, l’inflazione è salita al 6% per la prima volta negli ultimi decenni e infine il deficit federale ha toccato il record di 3 mila miliardi di dollari. In questo quadro un successo in politica estera potrebbe rappresentare una via di fuga e l’Ucraina potrebbe essere l’occasione di riscatto.

Gli interessi economici e il gas del Qatar

Uno dei motivi che spingerebbe gli States a muoversi contro la Russia è il gas del Qatar. Lo scontro in Ucraina sarebbe utile per dirottare l’Europa a rivolgersi al Qatar con cui gli States hanno appena raggiunto un accordo.

Ma a dimostrazione di quanto poco lungimirante sia la strategia americana (o meglio indifferente ai bisogni del resto del Mondo) è che prima di avere il gas in Europa c’è una catena più lunga e più difficile di effetti. Il Qatar, come tutti i produttori di energia, ha dei contratti a lungo termine con una serie di clienti e non ha capacità infinite di produzione, non possono cioè estrarre molto altro gas da vendere all’Europa. Possono semplicemente, sulla base della convenienza economica, cosa che peraltro sta già succedendo, convincere una serie di trader a muovere quel petrolio e quel gas che già viaggia per dirottarlo verso l’Europa. Lo fanno anche volentieri, perché i prezzi oggi in Europa sono il doppio di quelli dei paesi del resto del mondo.

Senza contare che gli Usa, a differenza dell’Europa, non hanno problemi di gas mentre noi rischiamo di non arrivare a primavera….

Ed ecco uno dei motivi per cui i premier europei stanno volando a Mosca: a noi questa guerra non conviene.

Certamente possiamo cercare di stipulare più contratti per l’acquisto di gas con il Qatar e poi portarlo in Europa, ma se gli States varassero un embargo totale sulla Russia, chi ne subirebbe le maggiori conseguenze saremmo noi europei.

Non abbiamo infatti un gasdotto che porti il gas dal Qatar, senza contare che oltre a dover usare le navi per il trasporto, in Italia, in seguito alle proteste degli ambientalisti, non vi sono gassificatori.

La politica estera di Putin

Indebolito a livello interno da scelte poco lungimiranti in pandemia, anche Putin è alla ricerca di consensi e vorrebbe sicuramente impedire che l’alleanza atlantica si allarghi ulteriormente verso est, sostenendo che la Federazione russa non la può accettare, e cercando di dimostrare anche agli attuali leader ucraini che la garanzia di sicurezza fornita dall’occidente al loro paese non è così solida. Questo è uno dei suoi obiettivi.

Quindi la guerra potrebbe essere seriamente allettante per Putin. Senza contare che (ed è la cosa più grave) l’America la sta auspicando con tutte le sue forze usando la stampa e la diplomazia per far digerire al mondo l’inevitabilità del conflitto.

In fondo è già un paio di settimane che ci si chiede non tanto “se” ma “quando” l’inizio della guerra sarà proclamato…

Contemporaneamente l’idea che l’invasione dell’Ucraina sia “normale” perché attesa, dovrebbe portare Putin a sentirsi sicuro nell’attacco, visto che l’Ucraina appare isolata nella difesa.

E Se Putin non attacca? Se la Russia decide di non attaccare, Biden ne esce con le ossa rotte. Se Mosca invece invade l’Ucraina scattano le sanzioni che forse sono il vero obiettivo dell’amministrazione americana, in modo da dividere la Russia dal mercato europeo dell’energia e in qualche modo azzoppare la possibilità che l’economia europea possa ripartire dopo la pandemia.

La strategia americana potrebbe avere molti più obiettivi di quelli dichiarati e comprendere la stessa Europa che rischia di diventare sempre più dipendente da vecchi padroni e nuove pedine.

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