Attenzione! In Svizzera i crimini informatici ora si commettono… con gli spazzolini elettrici!

Gli attacchi informatici partono anche da dispositivi di uso domestico

Le truffe online colpiscono sempre più aziende e singoli cittadini (i principali bersagli dei truffatori sono i cittadini anziani, raggiunti telefonicamente).

Il 45% delle imprese con più di 250 dipendenti (quasi una su due) è stato bersaglio di un attacco informatico. Tuttavia, nonostante l’aumento del numero e dell’intensità delle minacce online, solo la metà delle aziende mette in atto una strategia definita per contrastare il fenomeno.

È quanto emerge dall’ultimo studio SwissVR Monitor in cui 400 membri di consigli di amministrazione di società quotate in Borsa e piccole o medie realtà attive in vari settori sono stati intervistati sull’argomento.

La percentuale scende al 18% per le ditte con meno di 50 lavoratori. I grandi gruppi sono più esposti a livello globale e offrono ai criminali informatici bersagli più ampi, come fanno notare gli esperti. Sta di fatto che anche sul fronte privato non si può stare troppo tranquilli.

Alcuni quotidiani svizzeri, come la testata in lingua tedesca ‘Aargauer Zeitung’ e quelle a essa associate, hanno reso noto che alcuni criminali informatici utilizzano come dispositivi per attacchi cibernetici su larga scala, sia nella sfera domestica sia in quella aziendale, dei semplici (almeno in apparenza) spazzolini da denti elettrici, provocando danni per milioni di franchi. Il giornale parla di 3 milioni di strumenti per l’igiene orale che sono stati infetti e che sono diffusi nelle varie abitazioni.

Ma, da questo punto di vista, possono essere pericolosi anche piccoli elettrodomestici, videocamere per computer, trasmettitori audio o video per monitorare i neonati da una stanza all’altra: all’interno di questi e altri apparecchi tecnologici, infatti, i malviventi hanno installato un malware, ossia un programma che mette a rischio interi sistemi automatizzati.

È sufficiente attivare un comando da remoto affinché questo esercito telecomandato richiami simultaneamente le pagine web di un’impresa elvetica, faccia crollare il sito corrispondente e lo tenga bloccato per diverse ore.

“Ogni dispositivo connesso a Internet è un potenziale bersaglio e può essere utilizzato in modo improprio per un attacco”, ha spiegato ad ‘Aargauer Zeitung’ Stefan Züger, dirigente presso la filiale elvetica di Fortinet, società statunitense specializzata nella sicurezza informatica che ogni giorno registra circa 100-200 miliardi di attacchi cibernetici su scala globale. Lo scorso anno sono stati segnalati all’Ufficio federale della cybersicurezza (UFCS) quasi 50.000 episodi del genere, il 43% in più rispetto all’anno precedente.

Occorre stare attenti anche agli allegati che riceviamo via e-mail, anche se arrivano da indirizzi che si riferiscono a persone o ad attività apparentemente note. Spesso alcuni file, sotto forma di immagini, possono nascondere dei malware al loro interno. Una volta aperti, i virus si attivano e partono all’attacco delle reti finite nel mirino.

Di recente un team di Fortinet ha condotto un esperimento. I ricercatori hanno collegato un

computer a Internet privo di protezioni e hanno visto che sono bastati meno di venti minuti per infettarlo.

Ma per quanto lo scenario possa sembrare, a prima vista, scoraggiante, secondo Züger c’è ancora motivo di ottimismo. “Anche come privati cittadini è possibile difendersi da molte minacce con mezzi relativamente semplici”, ha concluso lo specialista. In commercio, anche a prezzi accessibili, sono disponibili vari programmi e sistemi accreditati, affidabili e sicuri, per proteggersi online.

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