Da Mosca a Milano via Hong Kong

Non lo si può contestare, sempre più il settore definito “moda” (in questo caso, moda italiana) non ha soste. Anzi, sembra godere del dono dell’ubiquità, come dimostra EMI partecipando – nel giro di cinque giorni – ai saloni moda di Mosca ed Hong Kong!

CPM Collection Premiere Moscow, dunque, dove EMI ha partecipato con 103 marchi nell’area speciale “Italian Fashion”, dedicata all’abbigliamento donna, uomo, bambino e accessori, con le loro novità per la primavera-estate 2020. Alberto Scaccioni, AD di EMI, ha affermato, fra l’altro, “Partecipiamo ad ogni nuova edizione di CPM con uno spirito positivo e di fiducia, con la consapevolezza del legame forte che le nostre aziende hanno col mercato russo, e di quanto apprezzamento ci sia fra i suoi operatori per il prodotto e lo stile italiani. Quella russa è una realtà distributive, moda improntata sui punti vendita multimarca, che per noi rappresenta un assoluto valore strategico, che dimostra fedeltà rispetto ai rapporti di business costituiti e alimentati da tempo”.

Ma ecco l’EMI ad Hong Kong, al salone “Centrestage” organizzato da HKTDC, nuova piattaforma fieristica nata nel settembre 2016. In questa edizione, negli spazi dell’Hong Kong Convention and Exibition Center che si svolge annualmente, la nostra presenza si è rafforzata con la collaborazione di Assocalzaturifici, partner strategico in occasione di altri saloni internazionali. “Hong Kong rappresenta sempre più una tappa fondamentale nella nostra strategia di presenza e presentazione in Cina e nei mercati dell’area ASEAN – ha detto Stefano Festa Marzotto, presidente di Ente Moda Italia – sulla quale abbiamo deciso di investire con forza i dati del prodotto italiano verso la Cina – rilevati dal Centro Studi di Confindustria Moda per Sistema Moda Italia – che continuano ad essere incoraggianti: nei primi 4 mesi del 2019 si è registrato un incremento di quasi il 10%…”.

Notizie positive, che portano uno squarcio di sereno nel mondo in burrasca. Un sereno che sembra spazzare – e aver spazzato – le nuvole per buona parte dei settori tessili-abbigliamento. Come stiamo vedendo a Milano, tutta un fermento in preparazione, ed attesa, della sette giorni della “Fashion Week” aperta ieri, martedì. Fermento, ed entusiasmo, peraltro velati, per giornalisti e scrittori, dalla notizia della chiusura della storica libreria Feltrinelli in via Manzoni (la prima, e la più amata dalla grande Inge); al suo posto, sembra, verrà aperto una nuova importante boutique, dato che “Milano è sempre più moda”, e sempre più numerosi sono gli stranieri che vi arrivano per grandi acquisti. Ubi maior…

Milano, e moda, dunque, con una settimana che, dedicata alle collezioni per il 2020, si annuncia ricca di eventi, cominciando con l’inaugurazione del Fashion Hub di Moda Donna. E fra le novità ecco le sfilate, per la prima volta a Milano, di Peter Pilotto, Boss, Simona Marziali-MRZ, Drom (che vedevamo sempre sfilare a New York), Shuting Qiu. Sette saranno invece le sfilate CO-ED (ovvero miste, con le collezioni donna e uomo assieme) di Atsushi Nakashima, Boss, Bottega Veneta, Fila, GCDS, Gucci, Missoni.

Il tutto che – oltre ai 58 appuntamenti in calendario – sarà quindi ricco di conferenze stampa e altri eventi sia organizzati dalla Camera della Moda, sia da “firme” e marchi, e con il “Green Carpet” (di cui si è già scritto). Ma interessante – a sfilate terminate – sarà pure la giornata del “Fashion Hub and Emerging Designers Market Day”, giornata in cui lo Spazio Cavallerizze diventerà una Show Room dedicata alle collezioni di giovani designers che potranno incontrare i buyers, e una selezione di clienti, per presentare e vendere le loro collezioni.

Milano che, inoltre, arricchisce sempre le “giornate della moda” con interessanti mostre. A Palazzo Reale (20 settembre / 20 ottobre), arrivata da Parigi (itinerante) si potrà vedere “Time Capsule”, dedicata alle creazioni Louis Vuitton, fra le quali “Milano”, una valigia di marocchino nero e pelle rossa (i colori della capitale lombarda), degli anni ’20, ricca di ben oltre 50 accessori preziosi, dai “necessaires” per unghie e barba a spazzole per capelli ed abiti, calzascarpe e persino l’occorrente per scrivere, il tutto in argento, avorio, cristallo intagliato. Mostra che si snoda dall’800 – quando Louis Vuitton fondò, col suo nome, il marchio divenuto famoso – ad oggi, con le creazioni più attuali di Nicolas Ghesquiere, stilista della Vuitton, agli arredi della collezione “Objets Nomades”. Naturalmente, non manca l’ultra famosa tela Monogram (il suo centenario, il 20 gennaio del 1996, al parigino Palais de Chaillot, venne celebrato con l’ultra mega straordinaria serata “Une nuit, un siecle”). Ma ricordiamo ancora “Milano”, questo capolavoro della valigeria di gran lusso che, dopo quasi un secolo – dall’Esposizione Internazionale di Arti Decorative e Moderne al Grand Palais nel 1925 – oggi rende omaggio alla città cui deve il nome. Quasi viatico di un ottimo viaggio per la settimana della moda.

Continuare
Abbonati per leggere tutto l'articolo
Ricordami