Ernia, inquietudine e dintorni

di Dario Furlani

‘Hai paura del buio? Dovresti’. Così Ernia apriva Gotham, una delle sue canzoni più celebri e apprezzate. A cinque anni di distanza dalla sua pubblicazione sembra che il rapper milanese abbia ancora molto da dire sull’argomento. L’inquietudine in tutte le sue forme è infatti il tema nonché fil-rouge del suo nuovo lavoro, Io non ho paura.

Si tratta di un disco fondamentale per la carriera del ‘Duca di Milano’ (titolo autoconferitosi), reduce dal trionfo dell’album Gemelli e della hit Superclassico – attualmente 113 milioni di ascolti solo su Spotify. I recenti successi sono stati infatti la rivalsa verso numerosi suoi coetanei, nella cui ombra Ernia è stato spesso relegato. La sfida rappresentata dal nuovo album era quindi quella di confermare il suo nuovo status nell’industria discografica.

La paura che si intuisce prima ancora di sentire il progetto in uscita è quella di sbagliare, di non riuscire a mantenere la posizione in una scena musicale iper-competitiva; di non deludere i fan di vecchia data e il vastissimo pubblico guadagnato con il precedente lavoro. A livello musicale bisogna infatti riuscire a dosare dei ritmi orecchiabili da radio per fare presa sui fan della’ultima ora e allo stesso tempo mantenere un’identità da rapper.

Tra qualche anno mi rinnegherà chi ora mi acclama

Passerò dal manico ad aver contro la lama

Quindi applaudi ora oppure stai zitto

Il successo non si compra, resta solo in affitto

(‘Scegliere Bene’, ultima canzone pubblicata prima del nuovo album)

Già alla fine del primo ascolto è chiaro di essere davanti a un prodotto complesso. Si strizza sì l’occhio al nuovo pubblico generalista con pezzi di facile ascolto, ma il rap duro e puro è presente e rimane di qualità. Basta sentire canzoni come Bu!, Così stupidi e Cattive intenzioni per ritrovare l’attitudine boriosa ma sagace che ha sempre contraddistinto il rapper milanese.

A livello tematico invece ogni traccia propone una sfaccettatura diversa del concetto di paura come stato d’animo ed emozione. Il disco si apre con un sunto delle preoccupazioni figlie degli ultimi anni, in cui le nuove generazioni si ritrovano immerse. Una guerra in Europa, una crisi pandemica, il riscaldamento globale sono solo parte della lugubre fotografia a cui non viene data né soluzione né speranza.

Mi hanno fatto leggere Goethe, Kant e autori simili

Ma a me la vita è poi sembrata più i Piccoli Brividi

Fiducia nell’umanità già poca

Chiamate l’alta moda, dite: “Il trend è vestirsi di pelle d’oca”

Putin che va in UA perché un po’ vuole l’UE

L’orso ha messo il muso nel recinto del bue

(“Tutti hanno paura”)

Le riflessioni su un futuro incerto sono però solamente un tassello di un mosaico molto più eterogeneo. Si passa dal timore del lanciarsi in una relazione seria (Bella fregatura), del crescere (Rose & Fiori) fino a quella dell’aborto e di diventare padre. Il rapper di QT8 è sempre stato contraddistinto da una penna molto esperta, in grado di passare da affilate invettive a complessi ritratti. Buonanotte è senza dubbio il cuore e la punta di diamante dellalbum, in cui Ernia si apre e racconta il dramma di una gravidanza non andata a buon fine. Su una base musicale minimale composta dal solo pianoforte le parole scorrono all’inizio come un racconto metallico e duro, per diventare pian piano sempre più dolci, calde e toccanti mentre i versi si susseguono.

Ma, quando dormo, puoi parlarmi nei sogni

Chiedermi di noi se hai dei dubbi irrisolti

Ti dirò di ciò che è stato e che sarà

Ora fai la buonanotte, dormi nei pensieri di papà

(“Buonanotte”)

Nell’era della musica liquida si riesce quasi istantaneamente a constatare la ricezione di un nuovo progetto da parte del pubblico. È quindi interessante osservare i dati di Genius, popolare sito dedicato alla spiegazione e all’interpretazione di testi musicali, a cui gli utenti possono aggiungere annotazioni sul significato dei brani. Già durante le prime ore della notte di lancio è stato imponente il numero di letture macinate sul sito da tutti i brani del disco, fino a rendere Buonanotte il testo più cercato al mondo nella giornata di domenica, due giorni dopo l’uscita dell’album.

Ernia si conferma quindi uno dei rapper più rispettati della scena italiana per quanto riguarda le scelte tematiche e lo stile di scrittura, al punto da non farlo sfigurare se confrontato con giganti del genere come Marracash o Caparezza.

Si tratta certamente del disco più completo e profondo creato da Ernia, un’opera in grado di cristallizzare le inquietudini di un periodo storico. In quest’ottica si può quindi associare -con un po’ di fantasia- il lavoro del rapper con quello di poeti come Georg Heym e Georg Trakl. Entrambi i letterati tedeschi sono stati in grado di rappresentare attraverso la poesia l’orrore e i dubbi figli della Prima guerra mondiale. Se letti ora, i versi dipingono con grande precisione i tempi di incertezza vissuti e,apiù di cento anni dalla pubblicazione, le loro opere evocano un forte senso di disorientamento ed ansia, conservando appieno la loro incisività.

È decisamente troppo presto per giudicare se i testi del Duca riusciranno a rimanere attuali e a mantenere inalterata la forza espressiva. Quello che possiamo fare nel frattempo è farci coraggio e affrontare questi tempi cupi, ripetendo a noi stessi ‘io non ho paura’.

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