Il nuovo miracolo italiano

Come descrivere al meglio la situazione post-pandemia dell’Italia? Con un’affermazione molto semplice: non solo una forte ripresa è possibile, ma di fatto sta già avvenendo. Sono queste le conclusioni del panel di alto profilo che ho avuto il piacere di curare e moderare durante l’annuale Global Meeting della community di Horasis, che si è riunita per esplorare gli ultimi sviluppi a livello mondiale e discutere del futuro post-COVID.

È doveroso ricordare due cose fondamentali: l’Italia è la terza economia della “zona Euro” ed è stato il primo paese europeo ad essere colpito dalla pandemia all’inizio del 2020.

Il New York Times scrive che, quando alla fine di marzo di quest’anno, l’UE faceva fatica a lanciare un efficiente piano vaccinale, dovendo combattere contro carenza di dosi e affrontare sfide logistiche, l’intervento di Mario Draghi è stato decisivo. Il primo ministro italiano ha preso in mano la situazione sequestrando una spedizione di vaccini destinati all’Australia e dimostrando che una forza nuova e forte era arrivata in Europa. L'”esperimento in Australia”, come lo definiscono a Bruxelles, è stato un punto di svolta, per l’Europa e per l’Italia.

Con la cancelliera Angela Merkel pronta a lasciare l’incarico a settembre e il presidente francese Macron destinato ad affrontare elezioni molto difficili il prossimo anno, Draghi sembra pronto a colmare un vuoto di leadership in Europa, dimostrando che l’Italia è pronta a far valere il proprio peso e valore.

Il 28 aprile scorso il parlamento italiano ha approvato il “Piano nazionale di riforma e resilienza”, che prevede riforme e investimenti da attuare nell’arco dei prossimi cinque anni. Con un valore complessivo di 235 miliardi di euro, il Piano di Risanamento italiano- approvato dalla Commissione Europea (a luglio arrivano i primi 25 miliardi)- rappresenta il più grande mai elaborato nella penisola, oltre che quello su cui tutti gli occhi saranno puntati.

Il riconoscimento dell’Europa e i nuovi occhi
La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha sottolineato l’importanza del piano per l’economia italiana ed europea. “È un momento speciale per l’Italia ed è un momento speciale per l’Ue”, ha detto von der Leyen, secondo cui i contributi del piano permetteranno di “fare dell’Italia il motore della crescita in Europa”.

In una breve intervista concessa ad aprile, Mario Draghi ha confermato che il rapporto debito/PIL -pari al 160%- dell’Italia, il secondo più alto nella zona euro ma comunque lontano dal debito del Giappone pari al 200%, non è preoccupante, visti i bassi tassi di interesse, il sostegno della Banca centrale e il COVID-19. La pandemia ha cambiato il modo in cui i mercati vedono la sostenibilità del debito.

“Gli occhi di oggi – ha affermato – vedono le cose in modo completamente diverso, la pandemia ha reso legittimo creare più debito, ha spinto la strategia della Bce e guidato il comportamento di chi fa le regole a Bruxelles, però bisogna fare una distinzione tra “debito buono e debito cattivo”, ciò che conta è che i paesi utilizzino il debito per investimenti produttivi al fine di creare crescita”.

Sei grandi missioni

Sebbene dal 1992 i governi italiani abbiano registrato avanzi di bilancio anno dopo anno, negli ultimi 20 anni l’Italia ha vissuto un periodo di stagnazione economica. La maggior parte degli economisti concorda nell’individuare la causa di tale stagnazione nel declino della produttività che, a sua volta, è in gran parte determinato da una serie di carenze strutturali che affliggono sia il settore privato che quello pubblico.

Per sostenere la ripresa del Paese, in linea con le linee guida dell’UE, gli investimenti e le riforme previste dal Piano di Rilancio italiano si articolano in sei grandi missioni:

1. Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura

2. Rivoluzione verde e transizione ecologica;

3. Infrastrutture per la mobilità sostenibile;

4. Istruzione e ricerca;

5. Coesione e inclusione;

6. Salute.

Circa il 40 per cento del Piano di Rilancio sarà destinato a progetti green e il 27 per cento sarà dedicato alla digitalizzazione dell’economia italiana. Il piano è pesante sugli investimenti per modernizzare, promuovere l’innovazione e digitalizzare l’economia e la burocrazia italiana e incoraggiare lo sviluppo sostenibile dal punto di vista ambientale.

Risparmiati oltre 140 miliardi di euro

Le recenti indicazioni della Banca d’Italia mostrano che la produzione sta riprendendo forte slancio, che siamo di fronte a nuovi investimenti e a un’economia in accelerazione, con una crescita del PIL del 4% nel 2021, che potrebbe raggiungere quota 4,5% secondo l’OCSE. A causa della pandemia, le aziende e le famiglie italiane hanno risparmiato oltre 140 miliardi di euro, ovvero il 9% del Pil. Qualcosa di simile è successo anche altrove in Europa.

Il primo giugno, durante un evento pubblico, il presidente del Consiglio Draghi ha dichiarato: “L’Italia è viva, forte e ha tanta voglia di ripartire. I mesi della pandemia sono stati molto duri ma ora stiamo affrontando una fase di ripresa e di fiducia, sulla quale costruire un Paese più giusto e moderno. E per liberare le energie che sono rimaste ferme negli ultimi anni”.

Una forte ripresa prenderà quindi gradualmente forma e diventerà impetuosa come sembrano indicare i dati? La tecnologia può promuovere un nuovo modello oltre il PIL per misurare la ricchezza e la sostenibilità di un Paese moderno garantendo allo stesso tempo uno sviluppo sostenibile? Per approfondire il tema è disponibile il video della discussione a cui ho partecipato con Marco Bentivogli, Politico e Coordinatore Nazionale di Base Italia, Costanza Hermanin, Politico e Policy Leader Fellow alla European University Institute, Emanuela Girardi, Founder di Pop AI, e Daniele di Fausto, Founder di Venture Thinking.

Questo il link: https://www.ownthewayoulive.com/blog/2021/6/11/italy-strong-and-resilient-recovery-is-possible-horasis-global-meeting-2021

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