Il silenzio è cosa viva

Per noi occidentali è indispensabile la meditazione

di Albino Michelin

La poetessa italiana (Chandra) Livia Candiani, di origine russa, vissuta a Minsk e a Parigi, ora risiede a Milano. Nel 1966 arriva quella che Lei definisce la sua rinascita personale: diventa buddista e da quell’anno vive in due continenti, fra India e Italia. Traduce una grande quantità di libri, saggi, raccolte, poesie, fiabe, vincendo vari premi letterari in tutte e due le lingue.  Ne parlo perché oggi si sente forte l’esigenza di un “supplemento d’anima”, di un po’ della spiritualità e della meditazione buddista. Budda, in sanscrito “il risvegliato”, è colui che passa dalla condizione di sonno all’illuminazione e alla piena realizzazione nel Nirvana.

Da pensionato, curo i corsi della Università Terza età e seguo vari gruppi di fede e vedo che la mentalità buddista ha una certa presa sulle persone. Il motivo sta un po’ nel fatto che il cattolicesimo ha alla base una dottrina troppo dogmatica, precettistica, come se tutti indossassimo un’armatura da crociati.

In Occidente negli ultimi 50 anni sono saltati tutti i modelli di pensare e di comportamento che per anni ci avevano accompagnati. Assistiamo a un cambiamento epocale. Arte, scienza, sapere unitario e trascendenza sono guidati dal principio di ciò che è tecnicamente possibile, tecnicamente realizzabile. Mai rivoluzione fu così potente e pervasiva. Prende piede il mondo robotizzato, si affaccia già l’intelligenza artificiale, l’uomo viene ridotto a macchina. C’è troppa poca cultura, quindi poca coscienza, poca autocoscienza.

L’uomo viene ridotto alle sue componenti chimiche e fisiche, al suo cervello, alla materia. Ma va detto subito che l’uomo ha creato il computer e non viceversa. Che quanto il PC può dare è quanto l’uomo può mettergli disposizione. Che il PC non sarà mai così veloce come l’intelligenza dell’uomo. Che l’uomo è il luogo della creatività, mentre il PC è il luogo che produce simboli, semplicemente il luogo della memoria. Considerando che l’essere umano è fatto di memoria e intelligenza, di materia e creatività, è cosa saggia che l’uomo occidentale faccia suoi gli elementi del buddismo e della spiritualità di cui l’uomo orientale è portatore.

Tempo fa eravamo noi i maestri di spiritualità e questo sin dall’antichità, sin dal primo cristianesimo, quando Santi padri, come per esempio San Pacomio (monaco vissuto tra il 292 e il 348 d.C.), passavano l’esistenza sopra una pianta a meditare per non lasciarsi distrarre dalle cose terrene. Questo è successo a parecchi mistici, pure a Pio da Pietrelcina. Oggi che si sono prosciugate le sorgenti dello spirito, abbiamo bisogno di una società contemporanea fatta di pensiero e di riflessione. Tali sono il mantra e lo zen, forme di preghiera trascendentale della meditazione. 

Si obietterà che non si tratta di una religione, ma di una filosofia “pseudo mistica”. Ma la meditazione fa parte della creatività dell’uomo, non è mai sbagliata. Meditare è seguire i movimenti della nostra mente, mettendo in pausa le nostre smodate preoccupazioni e la nostra bramosia. Non bisogna separare i due mondi, quello nostro spirituale e quello nostro ordinario, pensando che la soluzione del dolore e dell’ansia sia altrove, mentre è dentro di noi.

La meditazione è un percorso che porta a guardare in profondità, fino a vedere in trasparenza la condizione umana. Incamminiamoci su questo sentiero non usando la parola “concentrazione”, ma “raccoglimento”, ossia la raccolta di tutte le nostre energie.

La meditazione è ecologica, è arte di abitare il pianeta, la mente e il cuore.

Si tratta di camminare verso sé stessi e non verso altrove, la destinazione siamo noi. È così che la meditazione porta alla compassione verso di sé, verso il mondo, verso gli altri. Non solo verso gli esseri umani ma verso gli animali, verso i vegetali e l’ambiente che ci circonda.

È buona cosa fare attenzione alla postura fisica, per rendere partecipe il corpo allo spirito e viceversa. Il respiro è un sensore che permette di accedere a una vera intimità. Stando seduti per terra con forte senso di radicamento, le ginocchia toccano il pavimento, le natiche sono appoggiate, la schiena eretta ma flessuosa, il petto è aperto al mondo, ma su ogni cosa la precedenza va al cuore.

La legge del buddismo è improntata anche e soprattutto sulla questione morale: “Fai attenzione ai tuoi pensieri, perché diventano parole. Fai attenzione alle tue parole perché diventano tue azioni. Fai attenzione alle tue azioni perché diventano abitudini. Fai attenzione alle tue abitudini perché diventano il tuo carattere. Fai attenzione al tuo carattere perché diventa il tuo destino”.

È meglio avere una spiritualità come quella buddista piuttosto che non averla. E allora grazie a Livia Candiani per il suo contributo.

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