Il turismo che fa bene

Viaggiare aiuta l’anima (e l’economia)

di Cristian Repetti

Sta vivendo un’importante e significativa fase di rilancio, il turismo. Sia in Svizzera, sia in Italia, come nel mondo, le persone stanno riscoprendo la libertà e la bellezza legate alla possibilità di muoversi e cambiare prospettiva, conoscere nuovi posti e confrontarsi con luoghi e culture differenti anche a pochi chilometri dalle proprie case, spesso con prenotazioni dell’ultimo minuto. Il mondo è ancora pieno di timori e incertezze, per la pandemia e per il conflitto russo-ucraino che, da oltre due mesi, continua ad alimentare una spirale di distruzione e paura. Tuttavia, forse anche a fronte di simili scenari, c’è di nuovo molta voglia di fare le valigie, più consapevoli e grati della possibilità – mai scontata – di disporre di tempi e spazi, desiderosi di uscire dalla propria “zona di comfort”. 

Bene la stagione invernale in Svizzera
Come è emerso da un recente studio di Credit Suisse, il turismo elvetico dovrebbe continuare a riprendere quota durante la prossima stagione estiva, andando a dimezzare, per fine 2022, il “buco” creato lo scorso anno con il protrarsi del lockdown. Certo, il Covid non permette ancora di abbassare la guardia, tuttavia il calo dei casi più gravi tra coloro che contraggono il virus e un’ampia copertura vaccinale hanno contribuito a far sì che venissero alleggerite le restrizioni sanitarie nel Vecchio Continente e negli Stati Uniti. Il che sta comportando anche un incremento di flusso turistico nei Cantoni. Parallelamente, poi, sono già molti gli svizzeri che stanno organizzando le proprie ferie all’estero. Secondo un’analisi delle tendenze su Google, emerge che il livello di ricerche di voli diretti verso la Confederazione ha raggiunto quelli pre-pandemici. I risultati ottenuti tra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera sono incoraggianti: a marzo, infatti, il numero di pernottamenti negli alberghi svizzeri è aumentato grazie al ritorno dei turisti stranieri, stando alle prime stime dell’Ufficio federale di statistica (UST). Nello stesso mese i pernottamenti nel settore alberghiero elvetico hanno registrato una crescita del 63,3% rispetto all’anno precedente, superando la soglia dei 3 milioni, secondo la statistica sperimentale Hesta-Flash. La domanda degli ospiti locali è salita del 22,4%, mentre quella degli stranieri ha registrato un balzo avanti di quasi il 214%. Nel 2021 erano stati conteggiati 1,87 milioni di pernottamenti. Che il comparto stia godendo di una ritrovata salute lo avevano fatto sperare i dati di inizio anno: a gennaio, il numero di pernottamenti era salito del 71,3% su base annua a quasi 2,2 milioni, e a febbraio era stato raggiunto un aumento del 41,1% a 2,84 milioni (per un rapido e significativo confronto, basti pensare che nel marzo 2019 – circa un anno prima dello scoppio della pandemia – gli hotel svizzeri avevano registrato 3,35 milioni di pernottamenti). Hanno espresso grande soddisfazione anche gli addetti ai lavori per l’andamento della stagione invernale, conclusasi in bellezza: “Nel lungo week-end pasquale, con un tasso d’occupazione dei letti dell’85%, siamo tornati ai livelli pre-pandemici”, ha indicato il portavoce di Svizzera Turismo Markus Berger alla radio svizzero-tedesca SFR. Negli ultimi due inverni, gli ospiti elvetici, che si sono spostati all’interno dei propri Cantoni o da Cantone all’altro, hanno dimostrato di essere una vera e propria ancora di salvezza per il settore, anche se ora i turisti dall’estero hanno iniziato a tornare in Svizzera a sciare, ha proseguito Berger. Berno Stoffel, direttore di Funivie Svizzere, ha sottolineato la rinascita degli sport invernali, dovuta anche al fatto che la pandemia ha eliminato temporaneamente altre opportunità di praticare sport. Relativamente alle singole località, nella stazione sciistica di Laax, nei Grigioni, il bilancio dell’inverno 2021/22 è stato positivo, eguagliando quello del 2019/20. Soddisfazione è anche stata espressa a Zermatt (VS), dove il numero di turisti stranieri è tornato a crescere, così come Adelboden (BE).

L’Italia torna a essere meta attrattiva
Anche il turismo tricolore – in entrata e in uscita – sta vivendo un periodo di risveglio e fermento. Saranno poco più di 92 milioni gli arrivi e quasi 343 milioni le presenze tra italiani e stranieri, con una crescita rispettivamente pari al 43% e al 35% rispetto al 2021. Una tendenza in crescita, dunque, seppur ancora lontana dallo scenario del 2019. In particolare, secondo le previsioni dell’istituto di ricerca Demoskopika, i pernottamenti dovrebbero segnare ancora un -21,4% e gli arrivi un -29,6%. Per quanto riguarda gli attesi introiti della spesa turistica, sono previsti 26 miliardi previsti, +11,8% rispetto al 2021. “Sono dati buoni ma sono convinto che miglioreremo ancora. Già l’anno scorso avevamo visto il fenomeno della prenotazione all’ultimo secondo, ma quest’anno è ancora amplificato”, ha commentato Massimo Garavaglia, ministro del Turismo annunciando per ottobre il varo del nuovo piano strategico per il turismo. Nello specifico, si tratta di stime legate al settore, per l’Italia, per il 2022 e sono quelle riportate nell’indagine di Demoskopika, diffusa in occasione dell’ultima Borsa internazionale del turismo, svoltasi a Milano. E proprio sul capoluogo lombardo, cuore economico-industriale della Penisola, si è soffermata un’analisi dell’osservatorio sui flussi internazionali in ingresso della società Global Blue, specializzata nel settore del Tax Free Shopping che ha registrato nel primo trimestre del 2022 un trend positivo degli arrivi in Italia da parte di cittadini extra-UE. Qui, nel periodo considerato, il tasso di recovery della spesa tax free rispetto al 2019 è in sostanziale recupero. A caratterizzare la ripresa delle visite turistiche a Milano e nei dintorni è un nuovo mix di nazionalità. Cinesi e russi, infatti, hanno ceduto le prime posizioni ad arabi e americani, che insieme hanno rappresentato più di un terzo degli acquisti tax free del capoluogo lombardo. A suscitare particolare interesse sono state nazionalità emergenti come quella britannica (abilitata al Tax Free Shopping solo dal 2021, in seguito alla Brexit) e quella israeliana, le cui performance sono state addirittura migliori rispetto al 2019. Sono dati da non sottovalutare, dato che lo shopping costituisce un veicolo di attrazione turistica accanto al patrimonio naturale e a quello storico, culturale e artistico, per non parlare della ricchezza enogastronomica, che caratterizzano la Penisola mediterranea. Anche un’altra ricerca, realizzata da Lybra Tech – società italiana che sviluppa soluzioni tecnologiche basate sui Big data, per destinazioni turistiche, aziende e hotel – ha evidenziato i principali trend di ricerca all’ombra della Madonnina per la primavera/estate 2022. L’attesa maggiore da parte dei turisti stranieri, in particolare americani, per i mesi a venire sembra confluire verso due eventi quali il Salone del Mobile, a giugno, e il Gran premio di Monza, a settembre. Oltre al turismo legato allo shopping, molte prenotazioni in Italia, di recente, hanno riguardato le città d’arte, visitate soprattutto dai popoli del Nord Europa e dagli statunitensi. Secondo le rilevazioni di Confindustria Alberghi, inoltre, tra coloro che soggiornano in hotel, le isole risultano una tra le mete preferite con un dato sulle prenotazioni che al momento si attesta mediamente intorno al 60% (con un’impennata al 70% per quanto riguarda Venezia). Rinnovato interesse per la costa di Nord-Est e per quella ligure, dove si è riscontrato un boom di presenze turistiche durante il week end del primo maggio. Le Cinque Terre, in particolare, sono tornate a essere di nuovo frequentate da statunitensi e asiatici dopo due anni d’assenza a causa del Covid. Genova, complice la manifestazione Euroflora, l’Acquario e le sue bellezze storiche e artistiche, ha richiamato visitatori dalle regioni vicine e dall’estero, in primis da Francia, Germania e Svizzera, ma anche da Austria e Belgio.

Turismo di prossimità ed eco-sostenibile
Sempre con riferimento all’indagine di Demoskopika sopra citata, gli italiani che hanno scelto di andare in vacanza per i prossimi mesi sono quasi 30 milioni gli italiani (51% sul totale). Nove milioni (il 16% sul totale dei connazionali) hanno già prenotato la villeggiatura, soprattutto nella fascia di età tra i 18 e i 35 anni, mentre il 35% sta pensando di programmare una vacanza per il rimanente periodo dell’anno in corso. Significativo, inoltre, il 18% che, pur manifestando interesse a partire, si dichiara attualmente indeciso. Prevale la vacanza “nazionalista”: 9 italiani su 10, pronti a ‘fare le valigie’, la trascorreranno nel Belpaese. Sul versante opposto, il 10% ha in programma di recarsi all’estero; di questi il 7% ha programmato il viaggio in una destinazione europea, mentre il rimanente 3%, opta per una vacanza internazionale. Pure in questo caso, saranno i giovani (18-35 anni) a propendere maggiormente per un viaggio oltre confine. Ha commentato il presidente di Demoskopika, Raffaele Rio, rispetto all’indagine del suo istituto di ricerca: “Il turismo come lo abbiamo conosciuto fino a qualche tempo fa è probabilmente, se non definitivamente, in letargo. In questa direzione, il sistema ha necessità di subire una profonda trasformazione in chiave di sostenibilità per rispondere adeguatamente ai nuovi comportamenti di acquisto dei turisti generati dall’emergenza pandemica”. Ha precisato Rio: “Gli individui, al momento della scelta della vacanza prestano sempre maggiore attenzione al rispetto delle comunità locali, all’interesse di vivere esperienze uniche immersi nella cultura e nella specificità dei territori, di evitare le destinazioni più note per non contribuire al fenomeno dell’overtourism, di preservare il patrimonio locale. In altri termini, l’emergenza pandemica ha alimentato, in chiave moltiplicativa, l’affermazione sul mercato del “turista sostenibile”. Anche con riferimento a questo aspetto, non va dimenticato che l’Italia è leader mondiale nel turismo rurale e può contare su 253 mila posti letto e quasi 442 mila posti a tavola negli agriturismi presenti in Italia lungo tutta la Penisola con proposte sempre più di qualità, come hanno sottolineato gli esperti di Coldiretti. E hanno aggiunto: “Se la tavola con la cucina a chilometri zero resta la qualità più apprezzata, a far scegliere l’agriturismo è la spinta verso un turismo di prossimità, con la riscoperta dei piccoli borghi e dei centri minori nelle campagne italiane che ha portato le strutture ad incrementare anche l’offerta di attività con servizi innovativi per sportivi, nostalgici, curiosi e ambientalisti, oltre ad attività culturali come la visita di itinerari archeologici, naturalistici o, ancora, percorsi all’insegna del benessere psico-fisico.

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