INPS: aumenti delle pensioni, cosa prevede la manovra 2023

La novità prevista dalla legge di bilancio per il 2022 era che, a partire dal 2023, sarebbero tornate in vigore le regole ordinarie con cui calcolare la perequazione, quelle fissate dalla legge 388/2000. Secondo tale norma, scattano aumenti diversi per tre scaglioni d’importo: 100% sino a 4 volte il minimo, 90% tra 4 e 5 volte e 75% se superiore a 5 volte.

Tuttavia, con la manovra del 2023 c’è stato un cambiamento e per il biennio 2023-2024 si prevedono sette fasce di rivalutazione a seconda dell’importo del trattamento pensionistico.

È inoltre ripristinato il meccanismo della rivalutazione sull’importo complessivo del trattamento e non più a scaglioni, un sistema più penalizzante per le pensioni più elevate.

Come cambiano gli importi: esempi e simulazioni 

Vediamo come cambiano gli importi. Le pensioni fino a quattro volte il minimo (2.101,52 euro al mese lordi) riceveranno la rivalutazione completa (il 7,3%). Per gli assegni tra le quattro e le cinque volte (da 2.102 a 2.627 euro) la rivalutazione sarà dell’85%.
Sarà del 53% per gli assegni tra le cinque e le sei volte il minimo (2.627 euro a 3.152 euro). Scenderà al 47% per quelle tra sei e otto volte il minimo da (3.152 euro a 4.203 euro), al 37% per quelle tra otto e dieci volte (fino a 5.254 euro) e al 32% oltre le 10 volte.
In pratica per gli assegni lordi superiori a 5.253 euro al mese la rivalutazione si limiterà al 2,33% con la perdita di quasi cinque punti.

Le nuove fasce sono più restrittive con chi riceve assegni superiori a quattro volte il minimo: una pensione di 3mila euro lordi al mese, al 31 dicembre 2022 sarà rivalutata in modo secco del 3,869%, cioè aumenterà di 116 euro al mese. Con le vecchie regole, invece, l’aumento sarebbe stato di 208 euro al mese. Allo stesso modo, una pensione di 6mila euro lordi, riceverà 140 euro di aumento contro i 373euro che avrebbe ottenuto in precedenza.
Al contrario, chi riceve una pensione non superiore al trattamento minimo (cioè 525,38 euro) godrà di una rivalutazione straordinaria dell’1,5% (in totale recupererà un’inflazione dell’8,8%) che porterà l’assegno minimo a circa 572 euro al mese (per tutto il 2023, compresa la tredicesima).

Pagamenti annuali e semestrali

Come stabilito dal D.M. 25 marzo 1998 in materia di periodicità mensile di pagamento delle pensioni, i pagamenti di importo mensile fino al 2% del trattamento minimo sono effettuati in rate annuali anticipate. I pagamenti di importo mensile eccedente il 2% e fino al 15% del trattamento minimo sono effettuati in rate semestrali anticipate. I limiti sono arrotondati a 5 euro per difetto.

Si riportano, pertanto, di seguito i limiti dei pagamenti annuali e semestrali per l’anno 2023:

  • Annuale

importo mensile da 0,01 € a 10,00 € (unica soluzione a gennaio)

  • Semestrale

importo mensile da 10,01 € a 80 € (primi 6 mesi a gennaio, secondi sei mesi e tredicesima a luglio)

Per effetto degli aumenti da gennaio 2023 molte pensioni sono passate dal pagamento semestrale a quello mensile.

Informazioni fiscali

Si ricorda che gli uffici del Patronato Acli sono a disposizione, in collaborazione con la nostra fiduciaria PA Services, per le pratiche relative sia al fisco svizzero che a quello italiano.

In particolare, per il fisco italiano: visure catastali, calcolo IMU-TASI, compilazione del Modello Unico/Irpef, successioni ereditarie e testamentarie

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