Krizia, la madre degli hot pants, che mandò in visibilio la moda italiana

di Fabio Buffa

Sessantacinque anni fa avvenne il debutto di una delle figure più importanti della moda internazionale. Una donna lombarda con una vivacità intellettuale unica: parliamo di Krizia (all’anagrafe Mariuccia Mandelli) che, nel 1957, presentò in pubblico per la prima volta i propri abiti, entusiasmando grazie all’eleganza e allo stile rivoluzionario delle sue creazioni.
Il debutto avvenne al Samia, il Salone Mercato Internazionale dell’Abbigliamento di Torino, dove attirò l’attenzione di importanti riviste del settore e di Henri Bendel, storica icona dello shopping di New York.

Krizia, considerata la “madre” degli hot pants, i pantaloncini femminili corti (spesso cortissimi), ebbe il merito di promuovere il pret-a-porter, quel genere d’abbigliamento “pronto a essere indossato“, che ha trasferito la creazione dei vestiti dalla bottega di sartoria all’industrializzazione del tessile. Krizia sdoganò le minigonne in Italia, destando scandalo, ma anche ammirazione, visto che il suo stile non è mai stato volgare o evanescente.

La stilista nacque a Bergamo il 31 gennaio 1925. Quando ancora si chiamava Mariuccia, scoprì la passione per i tessuti e per le stoffe: “da bambina mi piaceva vedere le bambole come fossero manichini. Vicino casa mia, a Bergamo, c’era una sartoria ed io andavo lì a copiare i vestiti degli adulti, per realizzarli in versione piccola per le bambole“, raccontò.   

C’è un filo che lega Krizia alla Svizzera: dopo il diploma di scuola superiore, mentre svolge il mestiere di maestra, si iscrive all’Università in Svizzera.

Negli anni 50 decide di dedicarsi alla moda avviando un sodalizio con Flora Dolci. La sua ambizione non è tanto quella di entrare nel mondo della moda, ma di rivoluzionarla. 

Sceglie un nome d’arte, Krizia, prendendo ispirazione dall’ultimo Dialogo incompiuto di Platone, incentrato su Crizia, sulla vanità femminile e sulle controtendenze.

Per la stilista non si doveva correre dietro alla “tendenza“, ma quando si pensa ad un abito occorre cercare l’innovazione. Dopo l’esperienza al Samia del 1957, nel 1964 partecipa a una sfilata a Palazzo Pitti di Firenze; qui propone il pret-a-porter e vince il premio della stampa; per quell’ingessato mondo della moda la sua è un’intollerante provocazione, mentre per la critica Krizia rappresenta idee giovani.

Porta le sfilate da Firenze a Milano: le sue sono proposte di totale “rottura” con la tradizione della moda, tanto che molti stilisti emergenti prendono il coraggio di puntare sul cambiamento e sulla provocazione. Krizia poi comincia a creare anche occhiali e profumi.

Nel 1986 l’allora Presidente della Repubblica, Francesco Cossiga, la nomina Commendatore.

La nostra stilista crea anche per gli uomini, anche se l’emancipazione e la libertà femminile restano la bussola del suo lavoro.

Infine, nel 2014 cede l’attività alla Shenzhen Marisfrolg Fashion Co., azienda leader nel mercato asiatico del prêt-à-porter di fascia alta con a capo la miliardaria cinese Zhu Chong Yun, verso la quale la Mandelli aveva dimostrato grande considerazione.

La stilista di Bergamo voleva cambiare le donne, emanciparle, renderle libere, evidenziando grinta e disinvoltura. Krizia creò le maglie con gli animali, tanto care a Lady Diana.

Ci ha lasciati il 6 dicembre 2015.

Foto: Krizia nel 1989, autore Manuelarosi (Wikipedia Commons)

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