L’intelligenza artificiale viene applicata (pure) alla guerra. Che cosa ci aspetta?

Il Premio Nobel Parisi, al convegno sul tema organizzato alla Sapienza di Roma: “È compito della società controllare questo potere”. IL VIDEO DELLA TAVOLA ROTONDA

Presso il Nuovo Teatro Ateneo della Sapienza, affollato di studenti dei corsi di laurea di Fisica e Sociologia, si è svolta la Tavola rotonda Intelligenza Artificiale: pace o guerra?, organizzata da Archivio Disarmo e dai Dipartimenti di Fisica e di Scienze sociali ed economiche dell’Ateneo.

Il tema è stato lanciato dal volume “Dai droni alle armi autonome. Lasciare l’apocalisse alle macchine?”, a cura della ricercatrice Francesca Farruggia, presente in sala assieme agli altri autori.

Dietro una cortina di riservatezza, l’intelligenza artificiale applicata alla guerra sta ispirando la ricerca, lo sviluppo e la futura operatività di sistemi d’arma noti tecnicamente come “armi letali autonome” (LAWS) e giornalisticamente come “robot killer”.

All’incombente proliferazione di macchine di distruzione che sfuggono al controllo umano, ci sono due alternative. La prima è l’impegno della società civile, innanzitutto delle università e della comunità scientifica, unici attori in grado di parlare a tutta l’opinione pubblica. La seconda sono gli accordi internazionali per il controllo dell’intelligenza artificiale e per la proibizione della ricerca e sviluppo delle armi letali autonome.

Presenti, tra gli altri, Fabrizio Battistelli, presidente di Archivio Disarmo e Professore ordinario di Sociologia alla Sapienza, la Rettrice di Sapienza Antonella Polimeni, il Professore emerito di Sapienza e premio Nobel per la Fisica 2021 Giorgio Parisi, la Professoressa Emma Galli, Direttrice del Dipartimento di Scienze Sociali ed Economiche, e Francesca Farruggia, ricercatrice del Dipartimento di Scienze sociali ed economiche della Sapienza.

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