Nuova scoperta a Pompei, in un affresco con natura morta c’è un’antenata della pizza

La città antica, sepolta dall’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C, continua a regalare tesori

Foto tratta da Instagram sito uff Pompei – Foto realizzata da BBC – Lion Television, Ministero della Cultura

Aveva già iniziato bene il 2023, il Parco Archeologico di Pompei. Nei primi due mesi dell’anno la storica area in Campania, Patrimonio dei Beni Unesco, aveva registrato numeri da record sul fronte delle visite, con un afflusso di visitatori oltre i livelli pre-pandemia (più 127% rispetto al 2022, con incassi a +162%; in confronto al 2019 l’incremento è stato del 6% e del +19% per le entrate).

Ora il sito archeologico – che insieme a quelli di Ercolano e Torre Annunziata rappresenta una testimonianza senza eguali della vita quotidiana e della società romana tra il I secolo a.C. ed il I secolo d.C. – festeggia un nuovo importante ritrovamento, ammirato in tutto il mondo.

Si tratta, infatti, di un affresco con natura morta rinvenuto su una parete dell’atrio di una casa pompeiana a cui era annesso un panificio, già esplorato in parte tra il 1888 ed il 1891 e le cui indagini sono state riprese lo scorso gennaio.

L’atrio è stato liberato dal materiale di risulta degli scavi di due secoli fa rivelando il crollo delle coperture, all’interno dello strato di pomici bianche e una porzione residuale degli strati vulcanici nel settore meridionale, testimonianza della disastrosa eruzione del Vesuvio, avvenuta nel 79 d.C.. Negli ambienti di lavorazione vicini al forno, nelle settimane passate, sono stati recuperati gli scheletri di tre vittime.   

Nel dipinto riaffiorato dalle macerie – conservato in modo straordinario, se pensiamo che risale a 2000 anni fa circa, frutto di una notevole esecuzione – si scorge una pietanza che sembra molto simile alla moderna pizza, annoverata dal 2017 nelle eccellenze che fanno parte del patrimonio dell’umanità in quanto “arte tradizionale del pizzaiuolo napoletano”.

Ovviamente non può essere tale e quale, dal momento che all’epoca in questione non erano conosciuti ingredienti fondamentali come i pomodori, arrivati in Europa e nel Mediterraneo dopo la scoperta delle Americhe, e la mozzarella, che si ritiene sia stata creata intorno al XII secolo nel Regno di Sicilia, in quel periodo dominato dai normanni.

Tuttavia anche chi non è un esperto può notare distintamente che, nell’affresco, accanto a un calice di vino, posato su un vassoio di argento, è raffigurata una focaccia piatta che sembra fungere da supporto di alcuni frutti (forse un melograno e un dattero), condita con spezie e una sorta di pesto color ocra e attorniata da frutta secca e corbezzoli gialli. Si tratta probabilmente di immagini dedicate ai doni ospitali (“xenia”) che si offrivano ai commensali.

“Pompei non finisce mai di stupire, è uno scrigno che rivela sempre nuovi tesori”, ha commentato il ministro italiano della cultura, Gennaro Sangiuliano. “Va sottolineato il valore globale di questo sito al quale stiamo dedicando le nostre cure, con la chiusura del Grande Progetto Pompei ma anche con l’avvio di nuove iniziative. La tutela e lo sviluppo del patrimonio, in ossequio all’art. 9 della Costituzione, sono una priorità assoluta”.

“Oltre all’identificazione precisa dei cibi rappresentati ritroviamo in questo affresco alcuni temi della tradizione ellenistica, elaborata poi da autori di epoca romana-imperiale come Virgilio, Marziale e Filostrato”, ha dichiarato il direttore del Parco Archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel. “Penso al contrasto tra un pasto frugale e semplice, che rimanda a una sfera tra il bucolico e il sacro, da un lato, e il lusso dei vassoi d’argento e la raffinatezza delle rappresentazioni artistiche e letterarie dall’altro. Come non pensare, a tal proposito, alla pizza, anch’essa nata come un piatto ‘povero’ nell’Italia meridionale, che ormai ha conquistato il mondo e viene servito anche in ristoranti stellati”.  

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