Parmigiano, mozzarella di bufala campana e stracchino di crescenza sul podio mondiale

È la classifica dell’atlante online ‘Taste Atlas’ dedicata 100 ai formaggi migliori del pianeta. Nella top 100 rientrano solo tre prodotti svizzeri: Gruyère, Tête de Moine e Sbrinz

Nella classifica dei migliori 100 formaggi al mondo, stilata di recente dall’atlante digitale ‘Taste Atlas’, dedicato al settore gastronomico globale, l’Italia ha appena ottenuto risultati degni di nota. Sul podio, infatti, ci sono tre eccellenze tricolori. A primo posto c’è il parmigiano reggiano, seguito, nell’ordine, da mozzarella di bufala campana e stracchino di crescenza.

In tutto, nella lista di ‘Taste Atlas’, si trovano 21 formaggi made in Italy. Sono stati inclusi anche la burrata (al sesto posto), il grana padano (in undicesima posizione), il pecorino romano (tredicesimo), il pecorino sardo (diciassettesimo) e il pecorino toscano (ventesimo). Proseguendo nella graduatoria, troviamo la stracciata al 30esimo posto, la provola (trentacinquesima) e la burrata d’Andria (quarantesima).

Non mancano il gorgonzola piccante (quarantasettesimo), il taleggio (quarantanovesimo), la stracciatella (cinquantottesimo), il pecorino siciliano (cinquantanovesimo). Il caciocavallo silano raggiunge il settantanovesimo posto, seguito dal bagòss all’ottantaseiesimo e dalla scamorza all’ottantasettesimo. Chiude la lista dei formaggi italiani la fontina, che si colloca al novantaseiesimo posto.

Grazie agli ultimi riconoscimenti comunitari, lo Stivale può contare su 55 formaggi a denominazione di origine protetta tutelati dall’Unione Europea, oltre a più di 500 formaggi realizzati secondo regole tradizionali mantenute nel tempo per almeno 25 anni e censiti a livello regionale.

Secondo l’analisi della Coldiretti basata su dati Istat, le esportazioni di formaggi italiani sono cresciute del 15% in valore nei primi nove mesi dell’anno, superando probabilmente il miliardo di euro per l’intero 2023.

Tuttavia, il Belpaese si trova ad affrontare pure le sfide legate alla falsificazione: grana padano e parmigiano reggiano sono i formaggi più imitati al mondo. Altre specialità copiate e contraffatte sono il pecorino, l’asiago e il gorgonzola.

Questo problema coinvolge anche la Francia, che deve tutelare varie prelibatezze tra cui il brie e il camembert. Nonostante le rivalità di lungo corso, tra i due paesi, in questo campo, Italia e Francia sono alleate per difendere le proprie eccellenze gastronomiche in ambito internazionale. Dal canto suo, la nazione gallica può vantare “solo” 20 suoi prodotti tipici inseriti nella graduatoria di ‘Taste Atlas’. Nella classifica il miglior piazzamento d’oltralpe è stato raggiunto dal Saint-André (settimo).

Quanto alla Svizzera, nella top 100 della guida online risultano solo tre formaggi, posizionati nella seconda metà della classifica: il Gruyère (cinquantaquattresimo), prodotto caseario a pasta dura che prende il nome dalla regione omonima del Canton Friburgo, il Tête de Moine (sessantunesimo), prodotto nella regione del Giura Bernese, nel Canton Berna, e l’antico e stagionato Sbrinz (novantaduesimo).

Va detto che le classifiche di ‘Taste Atlas’ suscitano sempre un dibattito controverso, non solo per i risultati, ma soprattutto per i criteri utilizzati per redigerle. Come ha sottolineato lo stesso portale, le valutazioni che vengono riportate in merito a piatti e prodotti, e di cui viene fatta una media a fine anno, sono frutto principalmente delle opinioni degli utenti del sito e rispecchiano queste ultime. Pertanto non esprimono giudizi di valore nei confronti delle singole cucine nazionali, tantomeno formulati esclusivamente da esperti del settore.

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