Lavoratori frontalieri: accordo Italia-Svizzera sul telelavoro

Dal 1° gennaio 2024 si potrà lavorare da casa per il 25% del tempo di lavoro. Questo è quanto stabilito nel protocollo di modifica all’accordo tra le autorità italiane e svizzere sulla disciplina del telelavoro relativo ai frontalieri.

L’intesa amichevole tra i due Stati entrerà in vigore da gennaio 2024 come indicato nel comunicato stampa pubblicato il 28 novembre 2023 sul sito del Ministero dell’Economia e delle Finanze. Il testo concordato tuttavia, dovrà essere sottoscritto da entrambi i Paesi entro il 31 maggio 2024.

Il comunicato indica che il protocollo, come precisato dal ministero, si limita esclusivamente alla codifica delle integrazioni e modifiche previste dalla Dichiarazione di intenti firmata lo scorso 10 novembre dal Ministro Giancarlo Giorgetti e dalla Consigliera Federale Karin Keller – Sutter e prevede la possibilità di svolgere la propria attività a distanza fino ad un massimo del 25% dall’orario di lavoro.  

Ad integrazione del protocollo citato, che interesserà tutti i lavoratori frontalieri, è stato siglato un accordo amichevole per il periodo da 1° febbraio 2023 al 31 dicembre 2023 che introduce, con effetto retroattivo, la possibilità di poter svolgere il telelavoro fino ad un massimo del 40% dell’orario di lavoro, se i contratti lo prevedono ed in linea con la disciplina nazionale in vigore.

NUOVA TASSA SULLA SANITÀ

Indicata nella prossima manovra finanziaria varata dal Governo una nuova tassa sulla sanità per “i vecchi frontalieri”. Nel disegno di legge reso pubblico nei giorni scorsi, all’articolo 50, il Governo vorrebbe chiedere “ai vecchi frontalieri” di contribuire al mantenimento del Servizio Sanitario Nazionale con un’imposta annuale che varierà tra il 3% e il 6% del proprio reddito annuo. Inoltre l’aliquota sarà applicata a discrezione delle singole Regioni italiane. Sono considerati come “vecchi frontalieri”: i lavoratori che rientrano nell’articolo 9 del nuovo Accordo fiscale tra l’Italia e la Svizzera, i quali continueranno ad essere tassati esclusivamente in Svizzera. Nel dettaglio i “vecchi frontalieri” sono tutti i lavoratori di frontiera che hanno avuto i seguenti requisiti, anche per poco tempo, nel periodo compreso tra il 31 dicembre 2018 e il 17 luglio 2023:

  • La residenza fiscale nei Comuni di confine (i Comuni di confine sono tutti quelli ubicati entro i 20 chilometri dal confine tra Italia e Svizzera).
  • È condizione necessaria il rientro giornaliero tra Italia e Svizzera.
  • I lavoratori che hanno il proprio datore di lavoro nel Cantone: Ticino, Grigioni o Vallese.
  • Il datore di lavoro deve dichiarare il dipendente all’Ufficio delle Imposte alla fonte del Cantone dove svolge la propria attività lavorativa.

Si ricorda che, i “vecchi frontalieri” mantengono questo status fino alla pensione. Questi lavoratori nel caso in cui dovessero abbandonare il mercato del lavoro svizzero, per disoccupazione o cambio di lavoro all’estero, al momento del rientro in Svizzera, potranno autocertificare il proprio status di “vecchio frontaliere” compilando un apposito formulario messo a disposizione dall’Ufficio delle imposte alla fonte del proprio Cantone.

Ritornando sulla questione della nuova tassa sulla sanità il sindacato OCST, sostenuto dal Patronato Inas Svizzera, ha preso subito contatto con tutti gli altri sindacati locali per intervenire presso il Governo nell’interesse dei lavoratori. Vedremo l’evoluzione di tale problematica e seguiranno altre informazioni.

Valeria Angrisani, Responsabile INAS Svizzera romanda

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