Preghiera, vita comunitaria e accoglienza: i tre pilastri della Comunità di Grandchamp

La Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani 

di  Gino Driussi,

giornalista

Torna come ogni anno, dal 18 al 25 gennaio, la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, indetta congiuntamente, a partire dal 1968, dal Pontificio Consiglio per l’unione dei cristiani e dalla Commissione “Fede e Costituzione” del Consiglio ecumenico delle Chiese, secondo una tradizione che risaliva già agli inizi del ventesimo secolo. Il tema della Settimana 2021 è: “Rimanete nel mio amore: produrrete molto frutto”(Gv 15, 5-9). Ogni anno il tema e il sussidio che accompagnano questa iniziativa vengono proposti da un gruppo ecumenico di un Paese diverso. Quello per il 2021 è stato preparato dalla Comunità monastica femminile – ecumenica ma di ispirazione protestante – di Grandchamp ad Areuse, nel Canton Neuchâtel. 

Negli anni ‘30 del secolo scorso, alcune donne di tradizione riformata della Svizzera romanda, appartenenti a un gruppo conosciuto come le “Dames de Morges”, riscoprirono l’importanza del silenzio nell’ascolto della parola di Dio, sul modello di Gesù, che spesso si ritirava da solo a pregare. Esse iniziarono ad ospitare ritiri spirituali, aperti anche ad altre persone e, poco a poco, trovarono a Grandchamp il  luogo  in  cui  poterli  organizzare  regolarmente. Successivamente si rese necessaria una presenza stabile per la preghiera e l’ospitalità e quindi una donna, Marguerite de Beaumont, vi si stabilì nel 1936, seguita da altre due donne, Marguerite Bossert, lo stesso anno e Irène Burnat nel 1940. La Comunità fu fondata nel 1944 con l’arrivo di Geneviève Micheli, l’iniziatrice dei ritiri, e che fu anche la prima priora. 

Una vita dedicata all’unità

Le  prime suore patirono molto la  divisione tra i cristiani, specialmente madre Geneviève, che comprese così l’importanza del lavoro ecumenico e teologico. Questo impegno doveva fondarsi su ciò che per lei era essenziale, cioè la preghiera contenuta in Giovanni 17, 21: “Fa’ che siano tutti una cosa sola; come tu, Padre, sei in me e io sono in te, anch’essi siano in noi. Così il mondo crederà che tu mi hai mandato”. Si può ben dire che madre Geneviève dedicò la sua vita all’unità in Cristo e attraverso   Cristo, affinché Dio  sia  tutto  in  tutti. La vocazione ecumenica della Comunità, che si concretizzò nell’opera di riconciliazione tra i cristiani, all’interno della famiglia umana e nei confronti del creato, non fu considerata una scelta ma un dono, una grazia ricevuta sin dall’inizio e nata nella povertà. 

A questo proposito, furono determinanti alcuni incontri, come quello con frère Roger fondatore della Comunità di Taizé, da cui Grandchamp trasse ispirazione tanto da adottarne la regola nel 1952, e quello con padre Paul Couturier, un presbitero cattolico di Lione che fu uno dei pionieri dell’ecumenismo  spirituale e  della  Settimana  di preghiera per l’unità dei cristiani come viene celebrata oggi. 

La Comunità –  i cui tre cardini sono la preghiera, la vita comunitaria e l’accoglienza – è riconosciuta dalla Chiesa riformata evangelica del Canton Neuchâtel e conta oggi una cinquantina di suore provenienti da varie tradizioni cristiane e da diversi Paesi. La maggior parte di esse vive a Grandchamp, altre al Sonnenhof di Gelterkinden (BL), oppure nei Paesi Bassi.  Dal settembre 2016, priora della Comunità è suor Anne-Emmanuelle Guy.

Per maggiori informazioni sulla Comunità, si può visitare il suo sito www.grandchamp.org. Cliccando invece su www.grandchamp.org/prier-avec-nous, ci si può unire agli uffici di preghiera che si tengono quotidianamente e anche formulare delle richieste di intercessione.

La celebrazione ecumenica proposta dalle suore di Grandchamp per la Settimana di  gennaio si ispira al loro metodo di preghiera ed è composta da tre sezioni, chiamate “veglie”.

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