Prima alla Scala di Milano, il 7 dicembre 2023 si alza il sipario con il ‘Don Carlo’

L’opera è stata composta da Giuseppe Verdi nel 1884 proprio per il teatro milanese

Foto: Brescia/Amisano © Teatro alla Scala

Il 7 dicembre, a Milano, sarà inaugurata la stagione lirica del Teatro alla Scala, un evento di primo piano del mondo dell’arte e della cultura a livello italiano e internazionale, all’insegna della tradizione, del prestigio e dell’eccellenza.

il direttore d’orchestra Riccardo Chailly, credit Brescia/Amisano © Teatro alla Scala

Ad aprire le danze sarà la rappresentazione del ‘Don Carlo’ di Giuseppe Verdi, “una delle grandi opere del repertorio mondiale”, come ha sottolineato il sovrintendente Dominique Meyer. Una sorta di “Bibbia verdiana”, come l’ha definita il direttore d’orchestra Riccardo Chailly, che dirigerà l’opera, con la regia di Lluís Pasqual.

Il cast vede la presenza del tenore Francesco Meli (Don Carlo, Infante di Spagna), del basso Michele Pertusi (Filippo II, Re di Spagna), del baritono Luca Salsi (Rodrigo, Marchese di Posa). Anna Netrebko si alternerà con Maria José Siri per vestire i panni di Elisabetta di Valois. Ain Anger sarà Il Grande Inquisitore.

Finora il ‘Don Carlo’ ha inaugurato la Scala otto volte. Verdi ha realizzato almeno cinque versioni dell’opera. Quella scelta per il 7 dicembre è stata scritta dal compositore originario della provincia di Parma nel 1884 proprio per il teatro meneghino. Oltre alla serata inaugurale, il ‘Don Carlo’ andrà in scena alla Scala dal 10 dicembre 2023 al 2 gennaio 2024.

La trama, basata sull’omonima tragedia di Friedrich Schiller, si svolge in Spagna nel 1568, durante la firma del trattato di pace con la Francia. L’opera è incentrata sull’amore impossibile tra i giovani Don Carlo ed Elisabetta di Valois, rispettivamente figli di Filippo II e del re di Francia. A ostacolare il loro intenso sentimento intervengono questioni politiche, poiché Elisabetta è stata promessa in matrimonio a Filippo II, il padre di Carlo.

Sono tanti i temi proposti agli spettatori: il rapporto padre-figlio, l’amore corrisposto e no, la lotta per il potere, gli intrighi. Pasqual ha trattato ‘Don Carlo’ come un dramma shakespeariano in cui il protagonista evoca un po’ il dubbioso Amleto.

Ha spiegato l’artista spagnolo: “Verdi ci fa vedere il dietro le quinte del potere, vediamo la solitudine dei personaggi. Ora è normale vedere regnanti quasi in mutande, in costume da bagno sui social. Una volta la gente li vedeva solo incisi sulle monete”. Un altro argomento portante è lo scontro tra forze secolari e fede religiosa, ancora oggi tristemente attuale.

C’è però spazio anche per un altro filone, quello dell’amicizia disinteressata tra Carlo e Rodrigo, che si trasforma in una causa patriottica quando Rodrigo convince Carlo a sostenere il popolo fiammingo. Verdi mantenne sostanzialmente l’essenza del denso dramma di Schiller. Dopo un lungo periodo di riflessione, creò una delle sue partiture più imponenti.

In scena si vedranno oro e alabastro, con abbondanza, in particolare, di toni scuri. “Le persone pensano che il nero ci sia perché la corte spagnola era chiusa, triste ma non è così. Il nero era un grande segno di ricchezza, se lo potevano permettere solo le persone ricchissime. Basta pensare ad Armani, usa il nero e nessuno pensa che faccia abiti tristi”, ha commentato ancora il regista iberico, con un riferimento a un’eccellenza made in Italy nota in tutto il mondo.

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