Quando un disegno grida di dolore e supera la paura

L’arte nei campi di concentramento nazisti. Ce la racconta per la prima volta il documentario ‘Disegni dall’Olocausto’ su History Channel (Sky)

Matite e colori ottenuti rischiando la vita, vernice raschiata dalle pareti per recuperarne il pigmento, ma anche i segni di carbone, ruggine, erba e mozziconi di sigaretta usati per lasciare un’immagine cruda e potente, tristemente reale. Sono alcuni frammenti visivi tratti dal documentario ‘Disegni dall’Olocausto’, in onda in prima visione su History Channel (411 di Sky) il 27 gennaio alle 21.50, in occasione del Giorno della Memoria.

TRENTAMILA DISEGNI NASCOSTI

Non solo mucchi di capelli, denti d’oro, valigie, oggetti d’uso quotidiano accatastati nei campi di concentramento che rievocano milioni di persone – ebrei e prigionieri politici – barbaramente uccisi dalla furia nazista. Dai lager e dai ghetti sono giunti a noi anche 30.000 disegni tra il 1939 ed il 1945, recuperati dalle intercapedini dei muri, nascosti sotto le assi del pavimento o addirittura occultati nei cimiteri, e tornati alla luce dopo la Liberazione.

Ritratti, autoritratti, nature morte, paesaggi, soggetti astratti, caricature e disegni sul retro delle circolari delle SS, sulla carta da pacchi, sui ricettari medici, ma anche sui bersagli per le esercitazioni delle SS e sulle cartine delle sigarette, documentano l’arrivo nei vagoni piombati, la selezione, la disinfestazione, gli appelli quotidiani, il lavoro forzato, la vita nelle baracche, le camere a gas e persino l’attività dei crematori. Queste immagini, tutte insieme per la prima volta, vengono raccontate nel documentario prodotto da Light History.

LA STORIA DEL LAGERMUSEUM

Tra gli elementi di novità di ‘Disegni dall’Olocausto’ c’è anche il racconto della storia del Lagermuseum di Auschwitz, un piccolo museo che il direttore del campo Rudolph Hoss usò come strumento di propaganda per coprire le condizioni inumane degli internati durante le visite degli ispettori della Croce Rossa Internazionale.

Attrezzato nella baracca 24, divenne per due anni un punto di riferimento per molti artisti del campo ai quali le SS commissionavano lavori da presentare ai dignitari del Reich durante le visite ufficiali al campo, ma anche un luogo dove gli internati ebbero accesso al materiale di disegno con facilità per produrre in segreto disegni illegali, quelli che raccontavano la loro realtà e che ancora oggi la gridano con la stessa disperazione.

UN ATTO DI DISPERATO CORAGGIO

‘Disegni dall’Olocausto’ è la storia di chi ha avuto il coraggio di attestare i crimini commessi dal regime nazista: artisti di tutta Europa, tra i quali Bronislaw Czech (1908-1944 internato ad Auschwitz), Leon Delarbre (1889-1974, internato ad Auschwitz), Peter Edel (1921-1983, internato ad Auschwitz, Sachsenhausen e Mauthausen), insieme a persone senza particolari doti artistiche, per le quali il disegno è stato sia un mezzo di sostentamento dell’anima che un modo per gridare al mondo indifferente scene di vita reale in cui un’efferata spietatezza era l’unica certezza.

Ha spiegato il regista Massimo Vincenzi: “Uno dei motivi che più mi ha spinto a realizzare questo documentario risiede nella forza a volte esplicita e a volte evocativa dei disegni realizzati dagli internati nei campi nazisti. Il loro bisogno insopprimibile di manifestare il proprio orrore nei confronti dell’Olocausto in atto supera la propria paura di essere condotti a morte per aver realizzato un disegno illegale. E questo coraggio si ritrova in ognuno dei campi di concentramento o ghetto in cui si veniva reclusi”. Ha aggiunto l’autore e regista: “Con ogni mezzo, ad ogni costo, l’importante era denunciare: da soli, al buio, con mezzi poverissimi, con la sola flebile speranza di un futuro diverso ad illuminare le loro vite. Il documentario vuole essere anche un omaggio alla loro eroicità, al dolore e al sacrificio che hanno dovuto sopportare”.

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