Ricongiungimenti e disgiungimenti

di Valerio Furneri

Salvatore parte per la Germania giovanissimo. A vent’anni le uniche prospettive di lavoro sono spaccarsi la schiena negli orti per poche lire. Si mette così sopra un treno e giunge a Colonia, dove conosce alcuni compaesani. È il 1964, la Repubblica Federale è ancora in crescita, e a Salvatore non pare vero: trova impiego presso la Ford, e giovane com’è guadagna abbastanza non solo da mantenersi, ma anche per aiutare genitori e fratelli in Sicilia. Di quel periodo ricorda ancora divertito: “eravamo in tre in un bilocale, tutti paesani, lavoravamo tutti alla Ford. Ero l’unico che sapeva cucinare, perciò toccava sempre a me. A Giuseppe non piaceva la pasta in brodo, mentre Nicola non apprezzava i broccoli affogati. E io alternavo un giorno l’uno e un giorno l’altro. Del resto erano anche gli unici piatti che sapevo cucinare”. Salvatore si è ritagliato un piccolo angolo di casa nel cuore della Germania, ma pensa sempre sospirando alla sua terra. Qui infatti non ha lasciato solo i parenti e gli amici, ma anche la fidanzata, Gaetana, che vede una volta all’anno e con cui al più si scrive. Dopo i primi tempi è chiaro che Salvatore non tornerà in Sicilia tanto presto, e l’unica possibilità di portare con sé la donna amata è sposarla. Così nel 1969 organizza la classica fuitina e poi si sposa. Gaetana lascia tutto e segue il marito in terra straniera. I due vivono in un monolocale e la quotidianità è scandita dal lavoro: turni in fabbrica per Salvatore, lavoro a cottimo in sartoria per Gaetana, che ricorda un aneddoto: “nel 1970 abitavo in Germania da un anno. Allora si disputavano i mondiali di calcio in Messico e l’Italia arrivò in finale. Mio marito e i suoi amici mi commissionarono una grande bandiera tricolore, così alla vigilia della finale, nell’ansia di sbrigarmi completai il lavoro alla bell’e meglio per dedicarmi a questa benedetta bandiera. La settimana successiva il lavoro che avevo svolto tornò indietro per dei difetti, e il mio maestro (Meister n.d.r.) nel posare i tessuti sul mio banco di lavoro ironico scandiva: ‘Anastasi, Mazzola, Rivera’, richiamando la formazione della nazionale italiana. A pensarci oggi mi vien da ridere”.

La coppia vive comunque serena. Si lavora sodo e si mette da parte qualche cosa, in più il fine settimana si passeggia per le vie del centro, si fanno acquisti, ci si passa qualche capriccio e per le vacanze è persino possibile portare dei doni ai familiari. Gaetana ricorda con particolare piacere la Kaufhalle, una sorta di supermercato riccamente assortito, simbolo di prosperità e benessere, che nel tempo libero apriva spazi per sognare e toccare con mano ciò che nell’infanzia o nell’adolescenza nemmeno si sarebbe immaginato.

Nel 1973 Gaetana dà alla luce Marco, il primogenito, e questo proprio nell’anno in cui la Repubblica Federale, con il cosiddetto Anwerbestopp decreta il blocco dell’importazione di manodopera dall’estero. Un anno più tardi la coppia decide di lasciare definitivamente la Germania per rientrare al paese d’origine: qualche soldo è stato messo da parte e Marco non deve crescere come straniero in un paese straniero. Il rientro però è tutt’altro che tranquillo. Salvatore trova diversi lavori precari ma la retribuzione non è granché. Con i risparmi si ristruttura la vecchia casa di famiglia e al pianterreno viene aperto un negozio di bomboniere e articoli da regalo. Si vive di alti e bassi fin quando Salvatore non prende una decisione drastica, tornare in Germania. Stavolta da solo. Gaetana ha il negozio e i figli in età scolare a cui badare (nel frattempo è arrivata anche Laura), così il marito si avvia. È il 1986, gli scenari sono cambiati, ma il suo spirito di adattamento gli permette di trovare un lavoro ben retribuito e di guadagnare qualche extra facendo dei lavoretti di manutenzione nello stabile in cui abita. Il lavoro di Salvatore in Germania e i proventi del negozio di Gaetana in Sicilia permettono così di mantenere un equilibrio, sia pur precario. Salvatore va a trovare moglie e figli in estate, loro lo raggiungono in Germania per le vacanze natalizie. La situazione di disgiungimento familiare ha fine nel 1989, quando grazie ad un conoscente Salvatore trova lavoro in una fabbrica del nord Italia. Dalla Germania si stabilisce in questa nuova terra forestiera, ma non più estera, e prima che inizino le scuole dalla Sicilia lo raggiungono moglie e figli. Tra la Germania e la Sicilia il nuovo, definitivo ricongiungimento ha luogo in Lombardia, più o meno a metà strada.

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