Roma raccontata in italiano da Jhumpa Lahiri, nata nel Regno Unito da famiglia bengalese e cresciuta negli Usa

È una Roma mista e metafisica, contemporanea ma eternamente sospesa fra passato e futuro, quella raccontata nel libro Racconti romani, di Jhumpa Lahiri (Guanda). La città eterna non fa semplicemente da sfondo alla narrazione ma ne è protagonista. 

L’autrice, in dialogo con Stefano Jossa, presenterà il libro a Palazzo Firenze (in piazza di Firenze n. 27, Roma), sede della Società Dante Alighieri, giovedì 2 febbraio alle 17.30. Modera l’incontro Alessandro Masi.

Roma è anche il bivio dove si incrociano le contraddizioni italiane, il centro e la provincia, il mondo intero e il suo rifiuto: afferrarne l’essenza profonda significa accogliere lo stridore delle sue incongruenze, trasformare la sua energia caotica in forza generatrice.

Già dal titolo, e nello stile della scrittura, la raccolta richiama i grandi autori del Novecento italiano molto cari all’autrice, su tutti Alberto Moravia.

Lahiri, nei nove racconti della raccolta, condensa i temi dello spaesamento e dello sradicamento, della lotta con sé e col mondo per un’identità e una condizione in via di definizione. Così è anche per la donna americana protagonista del racconto Dante Alighieri, l’ultimo del libro, che si trasferisce proprio a Roma e qui, “tra memorie del passato e inadeguatezze del presente”, inizia una vita nova.  

Jhumpa Lahiri, nata nel Regno Unito da famiglia bengalese, cresciuta negli Stati Uniti, ha vissuto per alcuni anni in Italia e ancora oggi si divide tra Roma e New York. “Racconti romani” è il suo quinto libro scritto in lingua italiana.

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