Tra Italia e Svizzera è braccio di ferro sul gianduiotto

Il giro d’affari annuo che ruota attorno al classico cioccolatino piemontese è di circa 200 milioni di euro

Italia e Svizzera sono in lotta. Il motivo del contendere, in realtà, è decisamente “dolce”, dal momento che ha a che fare con il gianduiotto, il classico cioccolatino del Piemonte diventato uno dei simboli della pasticceria artigianale italiana.

Lo scontro vede contrapposti da un lato alcuni storici brand come Ferrero, Domori e Venchi, nonché rinomati maestri cioccolatieri come Guido Gobino e Guido Castagna. Dall’altro c’è il gigante elvetico Lindt.

Tutto è partito dall’iniziativa del Comitato del Giandujotto di Torino Igp che desidera ottenere, a livello europeo, il riconoscimento di Indicazione geografica protetta per il Giandujotto di Torino. Una specialità del territorio che muove un fatturato annuo da 200 milioni di euro. Attualmente, però, l’iter legislativo sarebbe in stand-by.

Come è stato riportato da vari organi di stampa italiani, Antonio Borra, segretario del Comitato del Giandujotto, ha affermato: “Il gruppo Lindt vuole che tra gli ingredienti previsti dal disciplinare sia inserito anche il latte. Una richiesta inaccettabile”. La ricetta del vero gianduiotto, infatti, prevede solo sostanzialmente tre ingredienti principali, nocciola, zucchero e massa di cacao.

Il latte in polvere, come vorrebbe il colosso svizzero – fanno notare dal Comitato – sarebbe un’aggiunta caratteristica della produzione industriale, tale da rendere il prodotto dolciario più grasso, più zuccheroso e non adatto a coloro che soffrono di intolleranza al lattosio. 

Le contestazioni da parte di Lindt riguardano anche altri aspetti. La multinazionale preferirebbe che i cioccolatini si chiamassero Giandujotti del Piemonte anziché Gianduiotti di Torino IGP. Un altro punto di discussione è la percentuale di nocciole presenti nell’impasto: per i piemontesi, esse – tassativamente Piemonte Igp – devono essere presenti per il 30%-45% dell’intera composizione. Una quantità che gli svizzeri vorrebbero abbassare al 28%.

Secondo il disciplinare torinese, infine, l’autentico gianduiotto deve avere sempre la caratteristica forma “a barca rovesciata”. Il peso di ogni cioccolatino non può variare tra i 4 e i 16 grammi al massimo.

Vedremo come finirà quella che è già stata ribattezzata la “guerra del cioccolato”.

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