Uniti in un abbraccio si vince

GLI WEMBRACE GAMES DI BEBE VIO COMPIONO 10 ANNI. Lo sport e la cultura della disabilità

di Gaia Ferrari

Foto: credito Augusto Bizzi

Compiono 10 anni gli WEmbrace Games, gli ex Giochi Senza Barriere. Per l’occasione la campionessa paralimpica di fioretto Bebe Vio, ideatrice della manifestazione, e l’Associazione art4sport ONLUS, fondata dai suoi genitori nel 2009, hanno presentato una serata benefica di sport e giochi presso lo Stadio dei Marmi a Roma. L’iconico centro della Capitale è tornato a essere di nuovo animato dopo due anni di stop a causa della pandemia. Il tema scelto per l’edizione 2022 dei Giochi è stato la musica, intesa come simbolo di unione, condivisione e voglia di divertirsi, tutti aspetti che sono alla base di questa serata sportiva.

Come da tradizione, anche quest’anno, le squadre in campo sono state 8, rappresentative di 7 città italiane (Roma, Milano, Livorno, Treviso, Bari, Oristano e Fano) e 1 dell’Europa, tutte formate da donne, uomini, bambini, con e senza disabilità. Tante le novità di questa edizione. Innanzitutto, il nome della manifestazione, che, per le sue dieci candeline da spegnere, ha guadagnato un tocco di internazionalità. E dopo i WEmbrace Sport dello scorso 25 ottobre a Milano, è diventato il secondo grande pilastro del progetto WEmbrace, ovvero il movimento lanciato dall’Associazione art4sport che vuole far convergere, unire e rafforzare le voci che parlano di inclusione, abbracciando ed esaltando le diversità di tutti (‘WE’ ‘Embrace’: ‘Noi’ ‘Abbracciamo’).

Solo in questo modo, infatti, spiegano i promotori, si può arrivare ad accettare sé stessi, superare i propri limiti e, di conseguenza, gli altri. È così che lo sport, con i suoi valori e la sua funzione sociale, diventa il miglior compagno nel percorso per sensibilizzare verso il tema della diversità intesa come valore aggiunto. Lo scopo della manifestazione benefica è sempre stato legato alla promozione di uno spirito di integrazione tra individui con e senza disabilità all’interno della società, oltre che di promozione delle discipline paralimpiche. Tra le novità che questa nuova edizione di WEmbrace Games ha portato con sé, anche l’istituzione di un angolo dedicato all’arte e, in particolare, al live painting. Durante la serata l’artista Giampaolo Tomassetti è stato impegnato a immortalare, con un dipinto, lo spirito WEmbrace, realizzando un quadro formato da più elementi che si uniscono in un vero e proprio inno celebrativo della diversità.

L’opera sarà messa all’asta per raccogliere fondi per le attività sociali di art4sport. Ruolo fondamentale per tutta la durata dell’evento l’ha giocato la musica, perno dell’edizione 2022. E non poteva mancare quella di Jovanotti, grande amico di Bebe. Il cantautore toscano, per l’occasione, ha realizzato un medley speciale. Agli WEmbrace Games personaggi del mondo dello sport e dello spettacolo si affrontano in diversi giochi di abilità in cui le squadre, composte da persone disabili e non, devono collaborare per avere la meglio. Giovani e adulti, dunque, si sono cimentati in divertenti giochi all’insegna dell’integrazione e dell’abbattimento delle barriere fisiche e psicologiche, affrontando tre emozionanti quanto sceniche sfide legate al mondo musicale, per cercare di aggiudicarsi il titolo – quest’anno guadagnato dalla squadra Roma di Bebe Vio – i nuovi vincitori di WEmbrace Games. Ad aprire l’evento è stata la piccola Vittoria Spedaliere che ha calcato il palcoscenico della 64esima edizione dello Zecchino d’oro con la canzone “Potevo nascere gattino”, il cui video parla proprio di disabilità.

Una serata magica, aperta a tutti, il cui ricavato andrà a favore della missione dell’Associazione art4sport, che si occupa di studiare, progettare e finanziare protesi d’arto e ausili sportivi e tutto ciò che serve ai piccoli atleti per praticare un’attività sportiva. A proposito di disabilità e inclusione, ha dichiarato Bebe: “In Italia avremo pure le barriere architettoniche, ma abbiamo la cultura, che si sta trasformando negli anni grazie a personaggi come Alex Zanardi e grazie allo sport, che ti fa capire quando basti buttare un pallone in mezzo per far parte della stessa squadra”.

Ha spiegato la campionessa: “Sono fatta per il 40 per cento di tecnologia, e quando sono andata in Giappone, pensavo di vedere chissà cosa, e invece no: lì avranno pure la tecnologia, ma se non c’è la cultura della disabilità non riusciranno a fare nulla”. Ha sottolineato, infine, Vio: “Il tema di quest’anno è stato la musica perché le note, tutte quante assieme, anche se da sole non funzionano, tutte insieme creano la sinfonia perfetta”.

Continuare
Abbonati per leggere tutto l'articolo
Ricordami