Uranio impoverito: un’arma a doppio taglio?

L’annuncio di una nuova fornitura inglese di armi all’uranio impoverito (in inglese Depleted Uranium DU) all’Ucraina ha provocato una dura reazione da parte russa, evidenziandone i timori rispetto a questa tipologia di proiettili.
L’Archivio Disarmo ha già pubblicato due rapporti sulla questione nel 2019 e nel 2022, mettendo in rilievo la pericolosità di tali munizioni, in particolare per le conseguenze ambientali e sanitarie.

Come è noto, considerata la sua elevatissima densità, che è quasi il doppio di quella del piombo, il DU ha trovato larga applicazione anche in campo militare, in particolare nella produzione di munizioni anticarro e nelle corazzature dei veicoli, nella costruzione delle munizioni perforanti (rendendo così penetrabili le spesse corazze dei carri armati) e nel rivestimento esterno dei mezzi militari.
Ed è presente in numerose altre armi, non analizzate perché sottoposte al segreto militare (per esempio Missile Cruise Tomahawk III, BLU107 Durandal a grappolo, BLU-109/B 2000 pounds, GBU-28 Laser guided bomb).

L’impatto contro un corpo solido, soprattutto se composto di acciaio, fa sì che il proiettile a DU si incendi aumentando notevolmente la capacità di infliggere danni ai mezzi nemici.

Dal punto di vista del diritto internazionale non è possibile, attualmente...

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