Verso una nuova forma di leadership

Cos’è la leadership ad alto quoziente di intelligenza emotiva (EIQ)? Ne abbiamo parlato con Manuela Andaloro, imprenditrice di successo, ambasciatrice della parità di genere, e mamma di due bimbi.

Manuela Andaloro è dal 2017 in vertice a SmartBizHub. Lei e il suo team si occupano di consulenza gestionale soprattutto in materia di nuove tecnologie, lavorando con multinazionali e enti governativi in tutta Europa. Spesso in viaggio, Manuela è attiva nella promozione e sensibilizzazione dell’uguaglianza di genere e la conciliabilità famiglia-lavoro. Di recente è stata candidata per un importante premio sulla diversità tra i sessi. Da anni è ambasciatrice di ‘diversità e inclusione’ nelle aziende. Chissà se Manuela, questo presente se lo immagina, quando, poco meno che ventenne, studentessa alla IULM a Milano, ha ottenuto il suo primo ruolo aziendale, come analista alla ACNielsen, lavorando sodo per rimanere al passo con lo studio.

Manuela oggi non è solo un’imprenditrice di successo, da quasi un ventennio in ruoli importanti in aziende finanziarie leader in Europa. Manuela è anche una mamma. Di due bimbi piccoli (4 e 6 anni). In Svizzera. Dove la conciliabilità famiglia-lavoro è particolarmente difficile. I permessi di maternità durano 3 mesi e non sono garantiti per i padri, di contro ad una media europea di 6-12 mesi (o addirittura 3 anni in Germania) di congedo per curare i figli, che in molti casi può essere equamente condiviso tra entrambi i genitori. In Svizzera, non solo rimane lontana la parità salariale, ma anche la possibilità di carriera.

“Bilanciare carriera e famiglia è una delle sfide più difficili che io e mio marito, e centinaia di genitori che negli anni ho conosciuto, si trovano ad affrontare, nella società svizzera, che nella grande maggioranza dei casi ancora assegna alle donne il ruolo della cura domestica e dei figli. E’ una concezione profondamente radicata nella cultura del Paese. Ricordo il dialogo con un medico, al quale mi ero rivolta perché era un periodo in cui mi sentivo stanca dopo la nascita del mio primo figlio e il rientro al lavoro dopo 5 mesi. Ricordo il medico chiedermi perché mi ostinassi a continuare a lavorare. Fu uno shock. Seguito da altri shock quando rientrai al lavoro, prima part time e poi full time. La società si aspettava che facessi solo la mamma”, racconta Manuela. Che si ritiene comunque fortunata, perché “il lavoro al rientro della maternità c’era ancora, mentre una donna su sette in Svizzera perde il lavoro quando diventa mamma.” Poi c’è la questione economica, perché l’accesso ad asili privati, con orari del servizio molto elastici per permettere ai genitori di lavorare, sono anche molto costosi e preclusi a molti.

Qualche dubbio, ogni tanto, a lasciare, Manuela l’ha avuto. Non è mai stato facile lasciare i figli alla babysitter o al nido fino a tardi, lavorare anche nel weekend, viaggiare, e farlo sotto lo sguardo critico della società. Ma non ha mollato, Manuela, coraggiosa e consapevole della necessità di rompere i cicli di culture obsolete, individualiste e poco empatiche, inadatte non solo a lasciar spazio alle donne ma anche a gestire il mutato quadro globale e degli attori che lo influenzano.

La carta vincente per conciliare la carriera e la famiglia, dice Manuela, è una nuova tipologia di leadership, che gli esperti chiamano leadership ad alto quoziente di intelligenza emotiva (EIQ). “I migliori leader di oggi investono il loro tempo e le loro energie nella comprensione delle persone con cui lavorano e dei loro team. Molti studi dimostrano come non basti avere skills tecnici eccellenti e un altissimo IQ per ottenere il massimo dal proprio team. Adottare una leadership EIQ è un migliore indicatore di successo per persone, imprese e società. Dobbiamo quindi lavorare per cambiare la cultura: non solo per favorire le donne, ma anche per promuovere figure di leader che sappiano usare – e che usino davvero – competenza empatiche e soft skills.”

“Nell’era digitale e le nuove sfide che pone, l’impegno di noi donne non dovrebbe essere quello di fare il possibile per integrarci in un sistema che si è dimostrato perdente e che canalizza solo un particolare tipo di persona verso l’alto, il modello alpha. Ho conosciuto donne con stili di leadership di vecchio stampo, poco cooperativo e partecipativo, e uomini che guidano in modo inclusivo e attenti al tessuto sociale esterno ed interno all’azienda. Adottare una leadership basata su arroganza, cieca fiducia in se stessi e mancanza di empatia oggi non funziona, di fronte al probabile fallimento delle democrazie liberali, l’influenza negativa delle piattaforme sociali, l’intelligenza artificiale e i rischi connessi. Donne e uomini, tutti dovremmo impegnarci per trasformare la cultura delle aziende (e della politica) per accomodare la nuova realtà dei fatti.”

Per le donne significa imparare a sottovalutarsi di meno, non accontentarsi e agire, senza aspettare il momento giusto per tutto, per decisioni inerenti la vita privata e lavorativa, per mettere al mondo un figlio o per accettare un nuovo ruolo di grande responsabilità che implica cambiamenti. “Sacrificare le proprie ambizioni ancora prima di provare è dannoso per se stessi, per le altre donne, per le nuove generazioni e per gli uomini che osservano.”

Il 14 giugno scorso, oltre mezzo milione di donne e uomini in tutta la Svizzera hanno aderito alle dimostrazioni dello sciopero, più quanti hanno partecipato in maniera ‘digitale’. Cosa si augura, Manuela? “Mi auguro forti riforme governative e ispezioni indipendenti nelle imprese per valutare il bilancio di genere e diversità al loro interno. E mi aspetto anche che ciascuno di noi, in ognuno dei nostri molti ruoli giornalieri, di madri, padri, insegnanti, lavoratori, leader, aumenti la consapevolezza su tematiche di tale vitale importanza. A partire dal sensibilizzare i nostri figli sull’importanza della parità di genere per affrontare le nuove sfide odierne”.


Andaloro2_20190730Manuela Andaloro è una professionista esperta, con oltre 20 anni di esperienza dirigenziale maturata ricoprendo ruoli globali in materia di servizi finanziari, di strategie commerciali, di digital transformation e sostenibilita’, avendo vissuto e lavorato a Milano, Londra e Zurigo e  lavorato per aziende come Nielsen, Financial News e UBS. Dal 2017 è CEO e fondatrice della svizzera SmartBizHub, un’esclusiva società di consulenza esecutiva che promuove a livello europeo il value imprenditoriale nello Strategic Positioning – con un focus e un occhio di riguardo per il future tech, future work, e investimenti sostenibili. Nel marzo 2018 ha anche fondato SmartPlan – una solida comunità commerciale attiva in diversi settori che offre spunti sulle tecnologie e il lavoro di domani. Dal 2014, Manuela cura un blog di successo su cultura e impatto, ricco di best practice, esperienze, riflessioni sugli affari sociali, e interviste esclusive a leader attenti all’intelligenza emotiva che stanno contribuendo alla crescita mondiale. Manuela è membro del consiglio di varie organizzazioni svizzere e internazionali, incluso il Weizmann Young European Network (WYEN) dell’Istituto di ricerca Weizmann. È una paladina della D&I (Diversity & Inclusion), nonché sostenitrice delle diversità, della parità di genere e dell’educazione STEM, parla correntemente inglese, italiano, tedesco e spagnolo e vive a Zurigo con il marito e due figli.

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