Chi salirà al Colle? Siamo ancora in alto mare

Elezioni del Presidente della Repubblica Italiana

In foto: Sergio Mattarella. Il mandato del dodicesimo presidente della Repubblica italiana scade il 3 febbraio. Credit Presidenza della Repubblica

di Giovanna Guzzetti

Palazzo Montecitorio, interno giorno. A fare da Gran Cerimoniere lui, Fico, presidente della Camera, chiamato alla regia, a partire dal 24 gennaio, delle operazioni di voto per l’elezione del capo dello Stato. Prevedibili le battute, i calembour… un presidente Fico. Nessuna meraviglia, in fondo a tanto sembra essersi ridotto il dibattito politico italiano, appena riprendono “vigore” i partiti che il premier Draghi ha (saggiamente e fortunatamente) fin qui tenuto in buon ordine.

Troppo alta, anche per i non completamente consenzienti con l’eccezione della mujer Giorgia, la posta in palio: la crescita del Paese ed il rispetto del Pnrr per ottenere i fondi europei. Dal 24 gennaio 2022, con una sola votazione al giorno per contenere il rischio contagi, un massimo di 1009 elettori pura espressione dei partiti passerà dal catafalco di Montecitorio per deporre nell’insalatiera la scheda su cui andrà indicato il nome del prossimo inquilino del Colle. Fin qui tutto, apparentemente, semplice e da copione. Il punto è che sull’identità dell’inquilino siamo davvero ancora in alto mare.

Fino a poco tempo fa sembrava certo che ad andare al Quirinale fosse l’inquilino di Palazzo Chigi: in fondo lo slogan Mario for President non avrebbe fatto una piega, in una dimora o in un’altra. Ma ora che la data si avvicina tutta questa apparente unanimità sembra essersi in parte dissolta. Giorgia Meloni, unica voce ufficialmente fuori dal coro, ha invocato per il Colle un “patriota”, termine con in quale si intende chi ama la propria patria ed è disposto a sacrificarsi per essa. La storia insegnata a scuola ci ha fatto associare a patriota nomi come Mazzini, Garibaldi, Cavour; più avanti ho incluso Matteotti, De Gasperi …ora ho scoperto che per Giorgia il patriota per eccellenza è Berlusconi. Candidato per il Colle da contrapporre a Draghi che, se va al Quirinale, lascia pericolosamente sguarnito Palazzo Chigi. Una preoccupazione pervenuta anche al Cavaliere, che si è affrettato a rassicurarci tutti: se vengo eletto, niente elezioni.

Intanto è già partito il toto scenari ed il toto numeri. Al punto che è stata inventata una accattivante rubrica Fanta Colle dove si ipotizzano gli scenari fino alla 11esima votazione. Può avvenire che la faccenda si faccia lunga e la storia ce lo conferma: dal caso di Giovanni Leone, eletto alla 23esima votazione (non a caso è stato chiesto di non ripetere il metodo Leone, il cui settennato non finì nel migliore di modi) a quello di Oscar Luigi Scalfaro, eletto nel 1992, annus horribilis delle stragi di Capaci e di via D’Amelio. E di Mani Pulite, con cui venne seppellita la Prima Repubblica.

E poi c’è la questione femminile, entrata prepotentemente anche nel più importante appuntamento istituzionale. Piuttosto corale, e neanche tanto originale, “è ora di un presidente donna” a fronte del quale sembrano non individuarsi candidate dal cv sufficientemente adeguato. Un certo consenso si era manifestato intorno al nome di Liliana Segre che, da vera nonna d’Italia, ha prontamente declinato l’invito, mentre si fa strada il dubbio (o la convinzione?) che solo una donna potrebbe togliere dal fuoco le castagne bollenti che si prospettano per il nostro Paese negli anni a venire.

La pochezza – nel senso di estrema scarsità – dei nomi circolanti non a caso ha riportato in auge una battuta del socialista Rino Formica: “un paese con 60 milioni di abitanti che può vantare un uomo solo è un paese finito”. Ma se quell’uomo solo in realtà fosse (ancora) Mattarella? Si dice che determinanti nelle votazioni saranno i voti del Gruppo Misto che conta tra i suoi l’ex 5S Gregorio De Falco, salito alla ribalta per aver richiamato il prode Schettino che aveva abbandonato la sua nave Costa Concordia…
In un momento di emergenza nazionale come l’attuale non suonerebbe neanche del tutto stonato se, rivolgendosi al pur compassato Mattarella, si lasciasse andare ad un goliardico “Torni a bordo, xxxxx!”.

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