Il mondo della moda e il coronavirus

Di ora in ora le situazioni cambiano. Epidemia, pandemia, emergenza, sostenibilità, solidarietà, contagio, lotte al virus, chiusure, sospensioni, periodi duri, misure draconiane, crisi sanitaria, sacrifici, zone protette… tonfo della Borsa, chiusura della Borsa… rialzi in Borsa…

Improvviso, come uno tsunami, il nemico invisibile Coronavirus, o Covid-19, ha sconvolto le nostre vite. Ma ecco che dopo un primo periodo di sconvolgimento totale, un po’ alla volta gli italiani hanno reagito.

Un giovane pittore, che esponeva in una galleria milanese, ha lanciato per primo il “Tutto andrà bene” e, chiusa la galleria per i motivi che tutti ben sappiamo, tramite il suo sito ed i vari social ha continuato la sua mostra col messaggio in primo piano: ripreso ovunque.

Così come hanno fatto il giro dei continenti le immagini degli italiani che da finestre e balconi – fra il tricolore e drappi arcobaleno, che sventolano ancora – cantavano l’inno nazionale. Ed ha successo la canzone di Bennato “Italiani”.

Numerose e continue, poi, le iniziative per aiuti agli ospedali, per la ricerca e la Protezione Civile, risvegliando nel contempo – inaspettatamente – un orgoglio nazionale che, per paradosso, si era sentito soltanto quando l’Italia aveva vinto i mondiali di calcio. Superandolo e suscitando, altrettanto inaspettatamente – lo ripetiamo – l’ammirazione di altri Paesi che lo citano ad esempio.

E si reagisce. Anche nel mondo moda, dove il Gruppo Armani aveva  chiuso – per il periodo che si rivelerà necessario – tutti i suoi negozi in Italia, i ristoranti e l’Hotel di Milano ancor prima del decreto che sanciva le chiusure  di queste attività; inoltre, ha donato due milioni agli ospedali Sacco, San Raffaele, Istituto dei Tumori di Milano, Spallanzani di Roma, e pure di Bergamo e Piacenza, nel contempo convertendo la produzione dei suoi stabilimenti in Italia (Trento, Carrù, Settimo Torinese, Matelica) passando dall’abbigliamento ai camici medici monouso. E non basta, perché – assieme al Presidente Leo Dell’Orco – ha comunicato che giocatori e allenatore della sua squadra di basket, la gloriosa AIX Olimpia Milano, hanno deciso di rinunciare a una parte del loro stipendio – il cui importo totale è pari ad un milione di euro – venuto ad aggiungersi alle donazioni a favore delle strutture ospedaliere lombarde impegnate nella lotta al covid-19, e della Protezione Civile.

Ecco poi Trussardi, che per la sua Bergamo ha attivato #conBergamo, raccolta fondi per supportare i servizi di terapia intensiva con l’acquisto   di respiratori e ventilatori polmonari da donare all’Ospedale Papa Giovanni XXIII in emergenza covid-19; inoltre, per perorare questa causa, il 100% ottenuto dalle vendite su “trussardi.com” viene devoluto a CFSVI.

Valentino – dopo aver contribuito ai 2 milioni di euro devoluti, col Fondo di Investimenti Mayhoola, all’incremento dell’efficienza e sinergie del reparto di terapie intensive dell’Ospedale Sacco di Milano, ed a favore della Protezione Civile – con la Fondazione Valentino Garavani-Giancarlo Giammetti ha donato un altro milione al nuovissimo “Columbus Covit-2” all’interno del Policlinico Universitario Gemelli di Roma.

E poi ecco Gucci (Gruppo Kering) con la produzione di oltre un milione di mascherine e tute mediche per la Regione Toscana; Prada, che nello stabilimento di Montone (Perugia) produce 80.000 camici e 110.000 mascherine che devono essere consegnate giornalmente ad ospedali toscani (sperando che l’incredibile iter per la loro distribuzione e il loro uso sia superato!).

Sara Cavazza Facchini, direttore artistico di Genny, con Federica Pellegrini sostiene la campagna digitale raccolta fondi solidarietà #insieme per Verona; Moncler dona 10 milioni per le terapie intensive a Milano; Patrizia Pepe attiva una raccolta per l’Azienda Ospedaliera Careggi di Firenze; Colmar 100.000 euro per il San Gerardo di Novara ed Etro crea la T-shirt con la scritta “Milano Never Stop” (Milano non si ferma).

Così come è da ricordare il fondo “Sempre con voi”, di 5 milioni, donato da Diego Della Valle a favore dei familiari di medici e infermieri morti nella lotta al covid-19, fondo di cui l’amministrazione verrà affidata alla Protezione Civile. E donazioni, raccolte fondi, si susseguono giorno dopo giorno mentre non mancano le iniziative di vario genere per questo “tempo sospeso”, questi “domiciliari” dovuti alla pandemia che, arrivando dalla Cina, si è estesa a tutta Europa, agli Stati Uniti e a buona parte di Asia, Africa e persino Australia, fra annunci di manifestazioni d’ogni genere rimandate all’anno prossimo o annullate. Facendo – man mano che i giorni passano – diventare sempre più frequente la domanda “come sarà?” Come sarà l’avvenire di tutti, e anche di quel mondo moda che in Italia è formato da 65.000 aziende con 600.000 addetti ed un fatturato che vale 95 miliardi, ponendo questa industria al secondo posto nel nostro Paese, prima produttrice di lusso al mondo, prima di moda in Europa.

In questi giorni Milano avrebbe dovuto confermare anche il suo ruolo di capitale mondiale dello stile col Salone del Mobile e il Fuori Salone (che coinvolge molto anche la moda), richiamando quel pubblico internazionale che affolla alberghi, ristoranti, B&B, negozi d’ogni tipo (gastronomia compresa), taxi ed auto pubbliche. Registrando ancora una volta un successo unico.

Rimandati, dunque, all’anno prossimo, a Milano il “Salone del Mobile” ed il “Fuori Salone”, ed a Firenze “Taste” e “Testo” (evento dedicato all’editoria italiana, che si terrà nella seconda metà di febbraio 2021), mentre “Pitti Immagine Uomo” di giugno è rimandata al 2/4 settembre; sospese anche le giornate di giugno dell’abbigliamento maschile a Milano, si terranno in coincidenza con la “Milano Fashion Week” dedicata alla moda femminile, a settembre. E slittano all’anno prossimo il “Salone del libro” a Torino, il Festival Fotografia Europa 2020 che si doveva tenere a Reggio Emilia. Soppressi sono anche eventi internazionali come la “Montecarlo Fashion Week”, e l’importante Expo Dubai 2020, che si sarebbe dovuto tenere a settembre (rimandato a settembre 2021).

Nel nostro pianeta, non mancano anche alluvioni, terremoti, tempeste definite “meteo catastrofi” e, come non bastasse, guerre, facendo ancora una volta ricordare le parole di Prèvert “Quelle connerie la guerre!” – che stupidaggine la guerra!

Mentre sembra che finalmente ci si stia interessando positivamente al settore, a Milano la Stazione Centrale, per la prima volta nella sua storia, la sera viene illuminata col tricolore e, all’accensione, risuonano le note dell’Inno di Mameli (evento che durerà sino alla fine dell’emergenza Coronavirus). Milano, dove rimarrà memorabile l’immagine del loro Arcivescovo, Marco Dalpini, che – salito sul tetto del Duomo – ha invocato la Madonna cominciando con le parole di una celebre canzone di Giovanni D’Anzi, scritta negli anni ’30, “Oh mia bela Madunina…”, ascoltate con gran commozione anche dai non milanesi.

Ed hanno colpito e commosso, nei vari continenti, le indimenticabili immagini – uniche, mai viste – di un Papa, solo, con la Santa Croce, nella maestosità di piazza San Pietro deserta: Papa Francesco rimarrà nella storia anche per questa ulteriore dimostrazione di una “forza” unica.

 

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