Disturbi alimentari, crescono i casi in Svizzera e in Italia

Il 15 marzo è la Giornata del Fiocchetto Lilla, simbolo di speranza, ma i dati dei comportamenti disfunzionali in ambito nutrizionale sottolineano un’urgenza di intervento

Oltre 55 milioni di individui nel mondo sono affetti da disturbi del comportamento alimentare. Si tratta di patologie come l’anoressia nervosa, la bulimia nervosa, il binge eating disorder, ossia disturbo da alimentazione incontrollata, che, come viene riportato nel DSM-5 (‘Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali’), “compromettono significativamente la salute fisica o il funzionamento psicosociale di una persona”.

Nella Confederazione Elvetica, in base alle stime, il 3,5% della popolazione sarebbe colpito da un problema di questo tipo nel corso della propria esistenza (dati diffusi dall’Ufficio federale della sanità pubblica UFSP – Divisione Prevenzione delle malattie non trasmissibili).

In Italia, secondo gli ultimi dati disponibili, hanno un approccio disfunzionale rispetto al cibo e una percezione distorta del proprio corpo almeno 3 milioni di soggetti, di cui l’8-10% sono ragazze e lo 0,5-1% sono ragazzi.

In entrambi i Paesi, poi, gli anni successivi alla pandemia hanno visto un’esplosione di nuovi casi legati alle patologie alimentari, senza contare che, da tutte e due le parti, serve maggiore assistenza sanitaria.

Da un servizio dello scorso novembre della RSI – Radiotelevisione Svizzera risulta che, in Ticino, i disturbi alimentari sono cresciuti del 30% dopo il biennio di emergenza sanitaria e occorrono altri posti letto per le degenze.

Ha dichiarato Valeria Zanna, responsabile dell’Unità Operativa Anoressia e Disturbi Alimentari dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, ai microfoni dell’agenzia Ansa: “Così come si sta avendo un fenomeno di long Covid allo stesso modo possiamo dire che anche sul piano psico-patologico i ragazzi non siano tornati ad una normalità pre-Covid ed i casi di Dca segnano un trend che, sia pure in flessione rispetto agli anni della pandemia, è ancora lontano dai livelli del 2019 pre-pandemia”.

Allarma anche un altro aspetto, ha aggiunto l’esperta, e cioè “l’abbassamento dell’età di esordio dei sintomi a 11-13 anni, con casi però che si registrano già a 6-7 anni e che sono in crescita”. Ha sottolineato Zanna: “Nei più piccoli osserviamo un particolare disturbo, definito Arfid: i bambini non mangiano, ma non hanno l’angoscia di ingrassare tipica dell’anoressia”.

Ansia, stress, pressioni sociali, modelli fuorvianti che arrivano dai social sono alcuni dei fattori alle origini dei disturbi alimentari, ma “alla base c’è una forte insicurezza e l’insoddisfazione rispetto al proprio corpo”.

Il 15 marzo, in Italia, si tiene la Giornata del Fiocchetto Lilla, che è partita da un’iniziativa lanciata nel 2012 dall’Associazione Mi Nutro di Vita, lanciata dal ligure Stefano Tavilla.  

Tavilla – premiato nel 2021 dal Presidente della Repubblica tricolore, Sergio Mattarella, come eroe civile insieme ad altre trenta figure che, come lui, si sono distinte per l’impegno comunitario – ha perso la figlia, Giulia, mancata a soli 17 anni per bulimia (e in quel momento in lista d’attesa per ricovero in una struttura). Quando la ragazza è morta, era il 15 marzo 2011.

Nel 2018 la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha riconosciuto tale data a livello istituzionale, facendola diventare la Giornata nazionale contro i disturbi del comportamento alimentare, nota pure come Giornata del Fiocchetto Lilla: un simbolo di speranza, cura e attenzione nella lotta contro queste malattie.

Anche quest’anno, come nelle precedenti edizioni, sono in programma varie iniziative, dai convegni alle attività sul territorio fino ad alcuni monumenti significativi illuminati per l’appunto di lilla. 

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