Dottrina sociale della Chiesa: per una crescita inclusiva

PROMUOVERE LA CASA COMUNE: UN APPELLO RIVOLTO A TUTTI

Un appello per una società più giusta, più solidale e più inclusiva; per un mondo sensibile e attento a quelle persone che, secondo le imperanti logiche economiche, sono ai margini. Un appello che esce dalla dialettica polarizzante destra-sinistra, per, invece, riportare al centro l’uomo e le relazioni sociali vis-à-vis temi di crescita economica, economia circolare e rispetto ambientale, con i quali la politica tutta, ma anche la società civile, è chiamata a confrontarsi. È questo appello il cuore della Dottrina sociale, espressa nell’ultima enciclica di Papa Francesco, Fratelli tutti, e che trova le fondamenta già nella Laudato si’, l’enciclica dello stesso papa edita nel 2015.

È stato scritto che la Dottrina sociale della Chiesa articolata da Papa Francesco nei suoi documenti e nelle sue parole, è di sinistra o, comunque, espressione di una voce ambientalista. Per altri, invece, è un messaggio ancora (troppo) maschilista: dove sono le donne − ci si è chiesti? Infine, come può darsi e realizzarsi l’attuazione di una dottrina, ovvero di principi e norme universali, oggi che viviamo in un mondo sempre più fluido e eterogeneo?

Ne abbiamo parlato con Markus Krienke, Professore di Filosofia moderna ed Etica sociale alla Facoltà di Teologia di Lugano, e Alessandro Simoneschi, Presidente dell’Osservatore democratico e coordinatore della Rete Laudato si’.

Verso una posizione terza che metta la dimensione sociale al centro.  “Lo spirito profondo della Dottrina sociale non è un set di precetti da applicare ma un messaggio responsabilizzante per chiunque voglia ascoltarlo e realizzarlo, ognuno nel suo modo e nella misura che gli è possibile. È un appello a guardare oltre le divisioni politiche e le grandi ideologie, socialismo contro capitalismo. Lo Dottrina sociale indica una posizione terza”, spiega il Professor Krienke.

D’altra parte, le origini stesse della Dottrina sociale sono da ritrovarsi nell’essenza stessa della società moderna, che ha visto l’ascesa e la sconfitta delle grandi ideologie: impostasi dapprima durante l’era industriale e come risposta agli squilibri fondamentali venutisi a creare e che necessitavano di una risposta anche da parte della Chiesa, ritroviamo la Dottrina sociale ancora oggi, confrontata con problemi diversi nella forma − emergenza ambientale e climatica − ma non nell’essenza: la perdita di importanza delle “forme di relazione sociale”. Il messaggio del Papa, contenuto anche nell’ultima enciclica, è proprio rivolto alla realizzazione di un mondo che ritrovi la centralità della dimensione sociale, passando attraverso la difesa della persona e dell’ambiente.

“Se guardiamo alla sfera economica come esempio, la Dottrina sociale ci ricorda che alla base dei meccanismi economici del profitto ci sono relazioni umane: la crescita, la ricchezza e il profitto sono un lato della medaglia; l’altro lato è fatto di solidarietà, equilibrio sociale, inclusione e giustizia sociale.” A fronte del mercato che produce squilibri, la Dottrina sociale della Chiesa si pone come ispirazione per ritrovare modi di operare che siano a beneficio di tutti. Essa non si identifica con la scienza economica, non esprime una specifica posizione economica, ma dialoga costruttivamente con tutte quelle prospettive economiche contemporanee che pongono al centro il valore dell’azione della persona, piuttosto che aggregati e funzioni collettive. 

La Chiesa non dice come realizzare l’appello del Papa, un appello che è “un’interpretazione del Vangelo per i nostri tempi”. La Chiesa si confronta con problemi economici, ecologici e varie discipline ma non ne è esperta. In questo senso, − precisa il Professor Krienke − la Dottrina sociale è una grande valorizzazione del laico cristiano e di chiunque voglia collaborare a un mondo più giusto, nella prospettiva che siamo “fratelli e sorelle tutti” dello stesso Padre: solo l’imprenditore, che concretamente dirige un’azienda, può capire come realizzare l’appello del papa nella sua prassi; solo il politico in Europa, molto diversamente dalle quello che vive nelle Filippine o in America, può avere un’idea di come realizzare l’appello di una crescita giusta ed equa.

La questione ambientale, la cura per le generazioni future e l’economia circolare. Anche l’attenzione la preoccupazione verso l’ambiente, contenute nel messaggio di papa Francesco, vanno messe in relazione alla centralità occupata dalla tensione verso uno sviluppo umano integrale ed a favore dell’inclusione sociale − spiega il professor Krienke.

La questione ambientale era già stata discussa nell’enciclica Populorum Progressio del 1967, e poi ripresa nel 2009 nella Caritas in Veritate di papa Benedetto XVI. Tuttavia è a partire dalla Laudato Si’ nel 2015 di papa Francesco il rispetto ambientale viene interpretato come una dimensione delle nostre relazioni sociali

In questo senso, si coglie perché la Chiesa di papa Francesco non possa essere intesa come una ONG e non sia nemmeno un’istituzione ambientalista: la dottrina sociale espressa dal papa tratta l’ambiente come una questione sociale e nell’ottica di essere creazione di Dio. “È proprio la nostra solidarietà con tutti i popoli del mondo che ci vieta di sfruttare l’ambiente. Se sfruttiamo l’ambiente, devastiamo le risorse naturali, anteponendo il benessere per una parte della popolazione a discapito di altre genti. Anche di quelle che devono ancora arrivare. Dunque, la questione del rispetto ambientale si lega intimamente anche alla solidarietà nei confronti delle generazioni future.” Questo tema è trasversale alle forze politiche e tocca ambienti laici ma anche non clericali, ovvero non legati al mondo cattolico.

Papa Francesco: “non viviamo in un’epoca di cambiamento ma in un cambiamento di epoca”.

Rimettere le persone e le relazioni sociali al centro significa rifiutare che si possa dare una crescita senza lo sviluppo ma solo il profitto di chi consuma in modo dissennato le ricchezze prodotte dalle generazioni precedenti, scaricando i costi del presente sulle generazioni future − sottolinea Alessandro Simoneschi. Dunque la Dottrina della Chiesa abbraccia i principi dell’economia circolare che consiste nel sostenere una crescita economica non continua ma volta al riciclo e dunque che non dimentichi le generazioni future e che sia orientata, per tanto, non allo sfruttamento delle risorse ma ad un loro uso consapevole e che ne mantenga le potenzialità e la sostenibilità ambientale, evitando scompensi sociali.

A rispondere a questo invito sono chiamati il mondo imprenditoriale, così come il singolo, le ONG, il mondo associazionistico e ecclesiale, ma anche lo Stato, pur nella sua forma democratica e liberale. “Questa riflessione − evidenzia Simoneschi − ci riporta all’osservazione di apertura del Professor Krienke: la Dottrina sociale della chiesa sostiene un’economia in evoluzione, che si pone in un’ottica postmoderna, al di fuori delle contrapposizioni ideologiche che hanno caratterizzato il ’900. Oltre il bipolarismo. È un invito a sostenere un’economia basata sul capitale e sul libero mercato ma capace di rigenerarsi e ripensarsi e procedere concretamente verso nuovi modelli. Un’economia che sia contraria alla cultura dello scarto, le cui prime vittime sono i più fragili e i poveri.” E certamente le donne – come i mesi di pandemia dovuto al Coronavirus hanno ben evidenziato. Per quanto le encicliche del papa, e la Chiesa come istituzione in generale, non affrontino in modo esplicito le disuguaglianze di genere, nel messaggio universale di papa Francesco trova spazio anche il riconoscimento del ruolo delle donne.

La Rete Laudato si’. Proprio per sostenere concretamente l’appello del papa e operare per un pianeta più giusto, inclusivo e equo, è nata la rete Laudato si’: essa raccoglie organizzazioni della Svizzera italiana che si richiamano all’insegnamento sociale della chiesa, per quanto la rete rimanga aperte a altre realtà laiche quando riconoscano i valori etici e il sostegno per uno sviluppo sostenibile e complessivo, contenuto nel messaggio di papa Francesco − precisa Simoneschi. La rete  Laudato si’, infatti, vuole essere un esempio anche per altre realtà della Svizzera, dove diverse associazioni all’intento di un cantone possono “unire le proprie forze e avviare una riflessione sull’ecologia integrale, anche pensando, nel concreto, come integrare i valori contenuti nell’enciclica papale a livello territoriale.” E proprio il desiderio di discutere di temi economici e ambientali di medio e lungo respiro, ma anche di avviare una riflessione che riguardi azioni più concrete, ha portato la Rete Laudato Si’ a proporre a Lugano, tra il 23 e il 26 novembre prossimi, il Festival della Dottrina Sociale − Memoria del futuro. 

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