È record per gli Uffizi di Firenze: oltre 5 milioni di visitatori nel 2023

Investire in cultura: gli introiti complessivi potrebbero superare i 60 milioni di euro. Intanto si registra un cambio alla direzione del museo: Simone Verde, in precedenza alla Pilotta di Parma, subentra al posto di Eike Schmidt, chiamato a Capodimonte, a Napoli

Foto: sala Caravaggio e Artemisia

Per le Gallerie degli Uffizi, a Firenze, il 2023 è stato un anno record. Il museo toscano, uno dei più importanti del mondo, si accinge a chiudere gli ultimi dodici mesi con più di cinque milioni di visitatori. Un risultato superiore al precedente primato del 2019, quando si erano registrate 4,3 milioni di presenze. Secondo le stime, gli introiti complessivi supereranno i 60 milioni di euro (un balzo notevole, rispetto ai 35 del 2022).

Sono alcune delle cifre più significative del bilancio conclusivo della direzione di Eike Schmidt, da otto anni alla guida delle Gallerie degli Uffizi. Storico dell’arte tedesco, naturalizzato italiano, Schmidt è atteso a Napoli, per prendere il timone del Museo e del Real Bosco di Capodimonte, antica casa di caccia borbonica su tre piani che ospita una delle più prestigiose pinacoteche d’Europa, con un fiore all’occhiello come la rinomata Collezione Farnese.

Il top manager, però, potrebbe fare presto ritorno in pianta stabile nel capoluogo toscano: secondo alcune voci, infatti, potrebbe candidarsi a sindaco della città con il centro-destra in occasione delle prossime elezioni amministrative del 2024. Il dirigente culturale ha fatto sapere che è propenso a rimandare la decisione a gennaio e comunicherà più avanti la sua scelta.

A Firenze, invece, al posto di Schmidt subentra Simone Verde, che, dopo quasi sette anni lascia il complesso museale della Pilotta di Parma. Verde ha una laurea n filosofia teoretica, presa a Roma, e un master in filosofia antica conseguito a Parigi. Si è diplomato in storia dell’arte all’École du Louvre della capitale francese.

Le nuove nomine sono state indicate dal ministro italiano della Cultura Gennaro Sangiuliano in seguito a quanto deliberato dalla Commissione giudicatrice del concorso che segna i cambiamenti ai vertici dei distretti artistici della Penisola mediterranea.

L’edificio degli Uffizi risale al 1560. Fu allora che Cosimo I de’ Medici, primo Granduca di Toscana, incaricò Giorgio Vasari di costruire la sede delle magistrature cittadine, noti come gli “uffizi”, per l’appunto, del personale amministrativo. È stato poi il figlio di Cosimo, Francesco I, a trasformare l’ultimo piano del maestoso complesso architettonico in una galleria di opere d’arte che, nel corso dei secoli, ha ospitato centinaia di capolavori di vario genere.

I soffitti della Galleria vennero decorati con motivi a “grottesca”, in linea con un gusto rinascimentale diffuso da Raffaello e dai suoi allievi, ispirati alle pitture della Domus Aurea. Nel Cinquecento, infatti, nella Città Eterna fu scoperta la dimora dell’imperatore romano Nerone.

La trasformazione degli Uffizi in un vero e proprio museo in senso moderno è poi avvenuta nella seconda metà del Settecento per volere di Pietro Leopoldo, appartenente alla dinastia austriaca dei Lorena. Oggi delle Gallerie omonime fanno parte anche Palazzo Pitti e il Giardino di Boboli.

Palazzo Pitti fu comprato nel 1550 dal già citato Cosimo I e dalla consorte, Eleonora di Toledo, per farne la nuova dimora granducale, simbolo del potere consolidato della famiglia dei Medici sulla Toscana.

Il Giardino di Boboli si estende alle spalle del Pitti e divenne un modello nel suo genere, per molte corti europee, grazie anche alle sue statue antiche e rinascimentali, alle sue fontane, tra cui quella del Nettuno e dell’Oceano, e alle sue grotte, come quella realizzata dall’architetto Bernardo Buontalenti, un artista a tutto tondo.

Continuare
Abbonati per leggere tutto l'articolo
Ricordami