Intervista a Laura Pausini. “Ho paura di sentirmi speciale”

La mia certezza resta sempre la mansarda di Solarolo”

di Cristina Penco

Lacrime di felicità. Un pianto gioioso, ma anche liberatorio, per scaricare la tensione e lo stress emotivo in una situazione che tiene sotto scacco tutti, nel mondo, ormai da un anno. Si è commossa, Laura Pausini, durante la conferenza stampa via Zoom che l’artista di Solarolo (Ravenna) ha tenuto sulla scia delle emozioni che si sono rincorse nelle precedenti ventiquattrore. Quelle in cui è arrivata la notizia della nomination conquistata agli Oscar per Io Sì (Seen) come miglior canzone originale per il film La vita davanti a sé di Edoardo Ponti con Sophia Loren, a quindici giorni di distanza dalla vittoria ai Golden Globes. Il brano cantato dalla Pausini è entrato nella cinquina delle migliori canzoni originali in lizza per una delle statuette d’oro che saranno consegnate al Dolby Theatre di Los Angeles nella notte tra il 25 e il 26 aprile.
A rappresentare l’Italia ci sarà anche Pinocchio, il film di Matteo Garrone sul burattino di Collodi, in nomination per i costumi di Massimo Cantini Parrini e il make-up firmato da Mark Coulier, il britannico due volte premio Oscar per Iron Lady e The Grand Budapest Hotel, insieme a Dalia Colli e Francesco Pegoretti.

Laura, quanta emozione ti porti dentro?

“Questa gioia che sto vivendo è così contrastante con le difficoltà che stiamo vivendo in questo periodo. Spero possa essere un regalo per gli italiani, anche per chi non mi segue. È un riconoscimento che va oltre il mio nome. Per me è un onore da italiana portare l’Italia agli Oscar. Farò il mio meglio per rendervi orgogliosi”.

Nel 1993, a Sanremo, hai vinto il festival nella sezione Novità, con La solitudine. È lì che la tua vita è cambiata.
“Da allora continuo a chiedermi: perché io? Perché a me? Ma non mi sono mai accontentata, rimboccandomi le maniche e lavorando duro. A lungo ho pensato fosse fortuna, ma non si può avere fortuna per ventotto anni di fila. Mi chiedo tuttora che cos’ha di particolare la mia vita. Perché proprio a me è arrivato questo successo, che oggi stride così tanto con la pandemia, con la sofferenza di tante persone? Ho ancora molto di quella ragazzina di 18 anni. Sono sempre un po’ spaventata. Ho paura di sentirmi speciale. Devo rendermene conto”.

Cos’hai fatto per avere più consapevolezza e serenità? 
“Tempo fa sono andata anche da uno psicologo perché mi sentivo in colpa per il successo, mi ha aiutata. Ogni volta mi rimetto in gioco per affrontare cose che sento più grandi di me. È anche un modo per capire se merito quello che ho. La paura di sentirmi speciale, però, rimane. O piango sempre, o mi sento uno schifo: vi posso piacere o no, ma sono così”.

Hai più ansia quando sali sul palco dell’Ariston – di recente sei stata invitata come ospite – o in vista degli Oscar?
“Il posto dove mi sento più piccola resta Sanremo. Il termine di paragone per me rimane sempre il festival: tutto è partito da lì ed è il palco che mi emoziona sempre di più, per me è tutto. Sono più tranquilla a parlare con Beyoncé che con Pippo Baudo! La nomination agli Oscar non mi fa sentire più figa, ma alza la posta della sfida”.

Sei amata in tutto il mondo, a partire dall’America Latina. Cosa unisce più genti intorno alla tua figura e alla tua arte?
“La voce. A me non sembra strana, ci sono nata, ma col passare degli anni noto che la gente è innamorata della mia voce”.


Temi il giudizio di fan e critica all’estero?
“Per la verità sono più preoccupata di non deludere le aspettative degli italiani che degli stranieri, chiamiamola ansia da prestazione. Ma i traguardi mi hanno dato la voglia di spingere sull’acceleratore, come succede agli atleti, con una nuova grinta. Ma ci pensate, ragazzi? Un brano italiano candidato all’Oscar, lo cantano in italiano in America? Sono orgogliosa del mio Paese”.

Sei già stata vincitrice di un Grammy Award (2006) e di quattro Latin Grammy Awards (2005, 2007, 2009, 2018). Da poco hai ottenuto anche un Golden Globe. E se arrivasse anche la statuetta d’oro più ambita di sempre, hai già pronto il discorso?
“Non preparo mai i discorsi per le eventuali vittorie, ma questa volta mi ero detta che se fossi entrata nella cinquina mi sarei dovuta preparare il discorso. Lo ho già fatto, se vinco è già scritto, è dedicato al mio babbo”.

Ci parli di tuo padre Fabrizio (che, con mamma Gianna, si è collegato via Zoom alla conferenza per seguire la figlia, n.d.r.)?
“Lui è un musicista. Un giorno ha scelto di rinunciare alla vita sicura di orchestra per fare il pianobar con un collega. Mi piaceva guardarlo in garage che provava. È lì che ho conosciuto la musica. Mi ha spiegato perché le canzoni sono importanti per la vita delle persone. Non mi ha mai detto che dovevo cantare, ha aspettato che glielo chiedessi ed è avvenuto nel giorno del mio ottavo compleanno al ristorante Napoleone di Bologna, che non esiste più. Gli ho chiesto come regalo il microfono e tutto è iniziato lì. Io volevo fare pianobar da sola e lui mi diceva che i miei sogni erano troppo piccoli”.

Ci ha visto lungo.
“Non credevo di andare a Sanremo. Ero di Solarolo, di un paese. Io volevo solo cantare e per me quello era sinonimo di pianobar. È la stessa cosa di oggi solo che ci sono più persone, soldi e visibilità. Sul palco sono sempre io e lo devo a lui, che si meriterebbe più di me di essere qua in questo momento. Quando vado in tv, mio padre giudica il canto, mia mamma capelli e trucco, il parlato e… le parolacce che mi scappano!”.

Come sta vivendo la nomination agli Oscar Paola, 8 anni compiuti da poco, la figlia che hai avuto da tuo marito, il musicista e produttore Paolo Carta?
“La prima cosa che mi ha detto è che lei lo sapeva già, che sarei stata nominata, ma voleva che lo sapessi dalla televisione (ride). Mi ha detto di chiamare subito la maestra e i compagni, in quel momento impegnati con la dad, la didattica a distanza. La mia prima telefonata è stata quella. Che emozione sentire le urla di gioia di tutti quei bimbi! Paola ha due genitori che vivono di arte sta scoprendo i vari ambiti. Ora è legata al mondo del cinema, ha voluto conoscere il significato de La vita davanti a sé e poi ha voluto sapere tutto di Sophia. Ha visto alcuni suoi film, per altri è ancora presto. Mi piace la sua fantasia”.

Hai preoccupazioni per tua figlia in questo periodo così complicato?
“Bisogna trovare il modo affinché i bambini non si ricordino solo degli aspetti negativi. Riguardo a mia figlia devo educarla a vivere come se questa cosa non finisse domani, insegnandole, nello stesso tempo, a viverla senza paura”.

Sembri un tipo spontaneo e solare, come la tua terra d’origine. C’è qualcosa che ti infastidisce?
“La mediocrità non mi va giù, è la rovina dell’essere umano. Sono attratta dalle differenze. Non sopporto quelli che fanno tutto. Vorrei che ci si focalizzasse sul talento e sulla professionalità, a prescindere dai gusti personali. C’è chi ne ha uno e sceglie di buttarsi in un ambito dove non ha doti. Significa non comprende per cosa si è nati. Si fa del male a sé stessi”.

Ti stai preparando anche fisicamente, oltre che psicologicamente, per la notte degli Oscar?
“Sì, lì bisogna vestirsi bene! Vi dirò, il movimento non mi piace molto, ma è importante e lo faccio. Molto tapis roulant. Poi mi muovo a ritmo di musica, è più semplice. Faccio tutti balletti inventati su canzoni scelte a caso. Mi dà libertà”.

Segui anche una dieta specifica?
“Incredibile, con il lockdown tutti ingrassano, ma io sono dimagrita. Ora però al posto dell’acqua prendo un drenante naturale (mostra una bottiglia in conferenza stampa, n.d.r.), ce l’ho sempre a portata di mano”.

La disciplina è fondamentale anche in questi casi.
“Mi sento come un’atleta perché mi sono impegnata, sono disciplinata, sono in continua sfida con me stessa. I miei amici mi prendono in giro: “Dopo l’Oscar ti rimangono soltanto le Olimpiadi!”, mi scrivono. Non credo proprio visto che io sono negata per lo sport. Per farlo, intendo, perché in realtà mi piace guardarlo in televisione”.

Ti piace qualcuno in particolare a livello agonistico?
“Mi affascina la figlia di Fiona May, Larissa Iapichino, campionessa di salto in lungo. È giovane, raggiunge risultati eccellenti, è riservata, la sua disciplina agonistica è anche nella vita”.

Sogni di superare l’asticella tra un mese, sul palco del Dolby Theatre di Los Angeles?
“In passato dicevo a me stessa “bon, vinco”, per poi, semmai, godermela di più. Questa volta mi dico “Andiamo a giocarcela, l’Oscar voglio vincerlo!” “.

E se accadesse davvero?
“È un traguardo incredibile e un po’ mi spaventa: se dovessi vincere, che cosa potrei fare dopo l’Oscar? Non saprei davvero cosa possa esserci dopo. La mia certezza resta sempre la mansarda di Solarolo”.

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