La lingua italiana in Svizzera. Davvero vogliamo accontentarci del traduttore automatico?

di Tatiana Crivelli e Daniela Piroddi

HSGYM è un progetto del Canton Zurigo che dal 2006 si propone come il punto di incontro tra università e licei. Il 18 novembre scorso, all’interno di questo progetto, si è tenuto presso la Kantonsschule Wetzikon il convegno «Alles anders? Fragen, Dialoge, Bildung», i cui contributi verranno pubblicati sul sito “HSGYM – alles anders”.

Il gruppo di italiano, insieme a quello di francese e spagnolo, ha riflettuto e dibattuto in una “non conferenza” (barcamp) Contro l’uniformità: multilinguismo e diversità sull’importanza del plurilinguismo per la società odierna. La Prof. Ursula Bähler e il Prof. Johannes Kabatek, dell’Università di Zurigo, insieme a Heidi Bürgi Ibanez, docente al liceo Rychenberg a Winterthur, e a Daniela Piroddi, docente alla Kantonsschule Enge a Zurigo e coordinatrice del gruppo di italiano nel progetto HSGYM, hanno presentato tramite brevi input diversi aspetti della questione. Qui di seguito vi presentiamo alcuni punti salienti risultati dalla discussione, che aiutano a capire, contestualizzandole, le sfide che oggi la lingua italiana in Svizzera sta affrontando e da cui emergono alcuni spunti per un’azione di sostegno e promozione della terza lingua nazionale.

Partiamo allora dalla costatazione di un paradosso: oggi tutte/i parlano di diversità in tutti gli ambiti della vita e del mondo, tranne per quanto riguarda l’insegnamento delle lingue straniere. In questo ambito si va, tacitamente ma decisamente, sempre più verso l’uniformità globale. Certo, nessuno può negare il valore confortante dello stare tra chi ci somiglia, il nostro bisogno di sentirci uniformi. Eppure, la biologia ci dice: maggiore è la diversità, più sano cresce il prato; la storia ci insegna che la resistenza alla diversità finisce in guerra; le scienze umane ci ricordano che aprirsi a una cultura diversa ci arricchisce di nuove prospettive. Tuttavia, in questo appiattimento globale nemmeno la Svizzera quadrilingue fa eccezione, come attestano le tendenze che dominano i piani di studio dei licei: per le lingue sono sempre meno le lezioni a disposizione e di conseguenza si ha sempre meno tempo anche per occuparsi di testi letterari e di cultura generale. Da decenni, ormai, la dotazione di lezioni per le lingue straniere, soprattutto quelle nazionali, sta diminuendo con ogni nuova riforma dei piani di studio. E si badi: rilevando questo stato di cose non si intende affatto sminuire l’importanza dell’inglese come lingua globale, quanto piuttosto mostrare che è nella diversità che si trova la più efficace possibilità per affrontare le sfide del domani. Siamo convinte, infatti, che una società che non dia abbastanza spazio alla riflessione sulla diversità delle lingue e delle culture non è all’altezza delle sfide attuali della convivenza interculturale.

Nelle nostre scuole, però, oltre ai tagli della dotazione oraria e alla conseguente riduzione del tempo a disposizione per l‘apprendimento, anche l’avanzata delle nuove tecnologie lancia una nuova sfida all’insegnamento delle lingue straniere. Basti pensare al ruolo che giocano oggi i traduttori automatici, come p.es.  DeepL o Google Translate, la cui qualità ha raggiunto dei livelli altissimi. Tanto che chi si confronta con lo studio di una lingua straniera si chiede ormai se valga ancora la pena combattere con lo studio di vocaboli e regole grammaticali e investire tempo a cercare di decifrare, a capire e costruire il senso di un testo in un’altra lingua, quando basta affidare alla rete ciò che si vuole trasportare in una lingua diversa. Ma come e quanto questi nuovi strumenti possono aiutarci?

Ecco il risultato ottenuto facendo tradurre da DeepL, il cui sito si vanta di offrire «La traduzione automatica più precisa al mondo», l’incipit dei Promessi sposi. Il celebre passo che recita: «Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti, tutto a seni e a golfi, a seconda dello sporgere e del rientrare di quelli, vien, quasi a un tratto, a ristringersi, e a prender corso e figura di fiume, tra un promontorio a destra, e un’ampia costiera dall’altra parte» diventa:

Jener Arm des Comer Sees, der sich nach Süden wendet, zwischen zwei ununterbrochenen Bergketten, die alle in Brüsten und Klüften liegen, je nachdem, ob sie vorstehen oder sich zurückziehen, schrumpft fast plötzlich und nimmt den Lauf und die Form eines Flusses an, zwischen einem Vorgebirge auf der rechten Seite und einer breiten Küste auf der anderen Seite;

L’inizio della traduzione è molto buono, ma poco dopo il testo letterario pone il traduttore automatico davanti a grossi problemi, creando anche qualche grave malinteso (le insenature del lago diventano seni femminili!). Insomma: senza la conoscenza dell’italiano, il testo in tedesco non sarebbe del tutto comprensibile. Questo nuovo strumento di traduzione va quindi utilizzato con la massima attenzione e richiede sempre, soprattutto per i testi letterari, una verifica tramite il confronto con l’originale. Ciò non è possibile che grazie a una competenza plurilingue che, affinché possa essere sostenuta e coltivata, va prima definita e spiegata. Serve pertanto fare chiarezza su cosa significhi davvero un plurlinguismo vissuto. Abitiamo in un paese plurilingue, con quattro lingue nazionali. Ciò significa che molti/e abitanti del nostro paese parlano più di una lingua: e questa è diversità vissuta. Ed è proprio per proteggere questa diversità che la Confederazione ha promulgato nel 2007 una legge con la quale intende:

a. rafforzare il quadrilinguismo quale elemento essenziale della Svizzera;

b. consolidare la coesione interna del Paese;

c. promuovere il plurilinguismo individuale e il plurilinguismo istituzionale nell’uso delle lingue nazionali;

d. salvaguardare e promuovere il romancio e l’italiano in quanto lingue nazionali”.

La legge parla chiaro, ma, come detto poco fa a proposito dell’apprendimento delle lingue, la realtà si presenta in modo diverso: nella Svizzera tedesca, ad esempio, l‘insegnamento scolastico dell’italiano è sempre più esposto a una politica di risparmio e a conseguenti tagli nella dotazione oraria. L’apprendimento delle lingue straniere può invece contribuire a mantenere la diversità e qui di seguito vorremmo provare a spiegare quanto questa sia importante per la società odierna e futura. Cominciamo pertanto col ricordare che imparare una lingua straniera è qualcosa che va oltre il semplice apprendimento linguistico: si tratta piuttosto di entrare in contatto con un’altra cultura e di provare a capirla.

E dire cultura non è dire una cosa astratta. La cultura è un “modo di essere” che ci forma, fatto di paesaggi, credenze, norme, comportamenti e beni, materiali e no, che condividiamo e tramandiamo da una generazione all’altra; e cultura è anche la nostra lingua, e la letteratura in cui si esprime.

Né sarà necessario ricordare, nel nostro paese plurilingue, quanto questa capacità sia fondamentale per garantire non solo una buona comunicazione, ma una convivenza costruttiva tra le diverse aree geografiche e i diversi gruppi sociali. L’importanza di questa dimensione culturale viene del resto riconosciuta anche tra gli obiettivi che descrivono il percorso di studi che conduce alla maturità liceale: un traguardo previsto nell’ordinamento federale sulla maturità è di portare le e gli apprendenti a diventare cittadine e cittadini responsabili per sé e per gli altri, e per il mondo che li circonda. Il che include necessariamente la capacità di esprimersi in altre lingue nazionali e conoscere la cultura che queste veicolano. Come possiamo leggere nell’Ordinanza alla Maturità (ORM) del 1995:

“I maturandi devono padroneggiare una lingua nazionale ed aver acquisito buone conoscenze di altre lingue nazionali o straniere. Essi devono essere capaci di esprimersi con chiarezza, precisione e sensibilità e imparare a scoprire le ricchezze e le particolarità delle culture di cui ogni lingua è il vettore. I maturandi devono sapersi situare nel mondo naturale, tecnico, sociale e culturale nel quale vivono, nelle sue dimensioni svizzere e internazionali, attuali e storiche. Essi si preparano ad esercitarvi la loro responsabilità verso sé stessi, gli altri, la società e la natura”.

Quando poi le/i maturandi entreranno nel mondo del lavoro, la conoscenza delle lingue nazionali li porrà in netto vantaggio rispetto a chi è privo di queste conoscenze. Del resto, è esperienza comune che quando ci si avvicina agli altri parlando la loro lingua, questo fatto venga inteso come un segno di rispetto e attenzione. Questo atteggiamento di apertura, che tecnicamente prende il nome di competenza interculturale, faciliterà i percorsi e farà sì che molte porte si aprano più facilmente.

Ma come si sviluppa la competenza interculturale? Un ruolo importante lo ha la lettura di testi letterari in lingua originale, che permette alle e agli apprendenti di avvicinarsi a espressioni elaborate di un’altra cultura e di conoscerne aspetti significativi. Il confronto dei valori inerenti al testo con i propri valori facilita l’apertura verso ciò che è diverso e, d’altro canto, le domande che sorgono dal confronto con l’altra cultura permettono di conoscere meglio anche se stessi e di affermare una propria identità. In questo risiede precisamente il motivo per cui è necessario affaticarsi a leggere in un’altra lingua, anche se, come abbiamo detto sopra, oggi i testi possono essere tradotti automaticamente con grande facilità. I traduttori automatici, poi, esplicheranno il loro ruolo integrativo aiutando l’insegnamento della competenza interculturale, perché facilitano il processo di comprensione e lasciano così più spazio per l’analisi.

In Svizzera in poco più che un’ora, si passa da uno spazio culturale all’altro e nel plurilinguismo svizzero, che innesta la diversità sull’uniformità di valori condivisi, noi abbiamo una ricchezza inestimabile, che ci insegna ogni giorno – non in astratto, ma nelle nostre interazioni quotidiane – a rispettare e valorizzare le differenze culturali. Per questo crediamo che valga la pena di impegnarsi, anche in futuro, per il plurilinguismo, perché il nostro mondo, sempre più appiattito su un modello di uniformità globale, non rinunci alla diversità e resti un posto interessante in cui vivere.

Tatiana Crivelli, credit Uzh Rose Bruederli

Tatiana Crivelli è Ordinaria di Letteratura italiana presso l’Università di Zurigo. Esperta attiva internazionalmente, ha insegnato anche negli Stati Uniti e in Italia. Ha pubblicato numerosi studi sulla letteratura del Rinascimento e del Sette-Ottocento, e sulla scrittura delle donne. Tra i numerosi riconoscimenti tributati al suo lavoro, c’è anche il titolo di Ufficiale della Repubblica Italiana.

Daniela Piroddi

Daniela Piroddi è docente di italiano e francese alla Kantonsschlue Enge a Zurigo e coordinatrice del gruppo di italiano di HSGYM.


 


 

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