Patrick Zaki arriva in Svizzera e racconta la sua storia. Tra libertà (persa e riconquistata), sogni e illusioni e la lotta per i diritti umani

Il ricercatore di origini egiziane sarà ospite presso la Casa delle Associazioni di Basilea e a Ginevra per presentare la sua autobiografia e incontrare il pubblico. Un evento organizzato da GIR, Amnesty International, Comites di Ginevra, Itaca, PD e PS svizzero

L’attivista e ricercatore Patrick George Zaki sarà ospite d’eccezione in Svizzera in due incontri pubblici: giovedì 7 dicembre a Basilea, presso la Casa delle Associazioni, in Erlkönigweg 30, e venerdì 8 dicembre a Ginevra, presso la Sala Gandhi – MIA.

Zaki presenterà il suo primo libro, ‘Sogni e illusioni di libertà. La mia storia’, pubblicato da La Nave di Teseo. Un’autobiografia in cui l’attivista affida alla scrittura il suo racconto di privazione della libertà che rappresenta ad un tempo la sua resistenza e la sua battaglia quotidiana per i diritti umani.

Nel volume il ricercatore racconta l’arresto, e poi il carcere, l’isolamento, le torture, ma anche i sogni e le passioni che lo hanno sostenuto per resistere in una situazione di prigionia senza aver commesso alcun reato.

Il ricercatore di origini egiziane è stato imprigionato per 22 mesi nelle carceri del suo Paese natale, tenuto in detenzione preventiva dal 7 febbraio 2020 – il giorno del suo arresto all’aeroporto del Cairo – fino all’8 dicembre 2021, quando è stato liberato per effetto di un’ordinanza che prevedeva comunque la prosecuzione del processo.

Come anticipato, Patrick, nato a Mansura, in Egitto, il 16 giugno 1991, è stato arrestato nel 2020 dalle autorità egiziane al suo ritorno in Egitto dall’Italia, dove stava frequentando il Gemma (Master Erasmus Mundus che si occupa di studi di genere) presso l’Università di Bologna. Le accuse a suo carico riguardavano la diffusione di notizie false e l’incitamento contro lo Stato.

Zaki avrebbe dovuto trascorrere alcuni giorni di vacanza con la sua famiglia. Per lui, invece, è cominciato un incubo durato quasi due anni. La sua detenzione è stata ampiamente criticata da organizzazioni per i diritti umani e dalla comunità internazionale, che da subito hanno chiesto il suo rilascio.

La prima udienza si è svolta il 14 settembre 2021. Tra le accuse presenti nel mandato di arresto, l’unica sostenuta dalla Procura suprema per la sicurezza dello Stato durante il processo è stata relativa alla diffusione di notizie false all’interno e all’esterno del Paese, con riferimento a un articolo scritto da Zaki, pubblicato nel 2019 sul giornale libanese ‘Daraj’, in cui il ricercatore descriveva alcune persecuzioni e discriminazioni subite dalla comunità copta egiziana.

Il 7 dicembre 2021 il tribunale ha ordinato la liberazione dell’attivista, rilasciato il giorno successivo.  Il processo, intanto, è andato avanti. Il 18 luglio 2023 il tribunale egiziano lo ha condannato a di tre anni di reclusione. Poco prima, Zaki si era laureato a Bologna con 110 e lode.

La sentenza ha suscitato un’ondata di indignazione e proteste a livello mondiale. Il presidente egiziano Abdel Fatah al-Sisi ha poi concesso la grazia al ricercatore, che ha potuto fare rientro in Italia da uomo libero.

“Le piazze mi hanno salvato”. Sono state queste le parole di ringraziamento di Zaki per le migliaia di persone che si sono mobilitate per la sua liberazione a livello globale.

Gli eventi che lo vedono impegnato in Svizzera sono organizzati da GIR – Giovani In Rete – ITACA, AMNESTY INTERNATIONAL, SP e PD. Mediapartner: ItaloBlogger.

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