Qual è il ruolo della musica nella società civile?

Qual’è il ruolo della musica nella società civile? Ne abbiamo parlato con a Christoph Brenner, Direttore Conservatorio della Svizzera italiana.

Adorno, filosofo e appassionato di musica, pensatore del secolo ormai passato, dichiarava guerra al sistema musicale di massa. Gli individui – scriveva – sono incapaci di accedere a un ascolto consapevole della vecchia come della nuova musica. Viviamo oggi nella totale mancanza di senso estetico musicale? 

Assolutamente no! Nel nostro lavoro e nella nostra vita quotidiana vediamo esattamente il contrario: tutti i nostri dipartimenti – dalla Scuola di Musica, dipartimento amatoriale con 1300 iscritti, al Pre-College, dipartimento per giovani talenti, con 55 posti (numero chiuso) alla Scuola universitaria, anch’essa con numero chiuso (200 posti nei corsi Bachelor e Master) – vantano una forte richiesta da parte del pubblico. A ciò va aggiunta l’evoluzione della situazione delle scuole di musica in Svizzera che negli ultimi 50 anni ha vissuto un boom straordinario. La musica è forse diventata più “democratica”, la sua organizzazione è sottoposta al corso dei tempi – come tutto. Basta ricordarsi che 90 anni fa, i posti più pagati, cioè nelle orchestre dei cinema, sono spariti da un giorno all’altro, “grazie” alla diffusione dei film con colonna sonora. È stato un disastro in un momento difficile, in piena crisi economica, ma la musica ha trovato nuovi spazi e nuove forme. Più che Adorno, andrebbe seguito l’indimenticabile Leonard Bernstein, opposto alla segregazione di stili e generi musicali, con la sua sentenza che non esistevano musica seria e musica d’intrattenimento, ma solo “buona” e “cattiva” musica.

Inoltre, e con grande piacere, riporto la nostra esperienza di queste ultime settimane. A seguito dell’annullamento di tutte le attività e di tutti gli eventi musicali, molti dei nostri studenti si sono trovati da un giorno all’altro senza entrate, e in diversi casi senza possibilità di chiedere aiuto ai propri famigliari che, a causa della pandemia, si trovano anch’essi in una situazione di disagio. Ci siamo attivati tempestivamente creando un fondo di solidarietà a loro sostegno e siamo stati travolti dalla generosità dei donatori, sia fondazioni sia persone private, che con importi importanti o piccoli contributi, ci hanno permesso di raccogliere ad oggi oltre 100’000 franchi svizzeri, metà dei quali sono già stati riversati, per tramite di una procedura rapida e sicura, agli studenti in difficoltà. Nessuno sa oggi quando potremo ritornare alla normalità. Non contiamo su una riapertura graduale del settore prima di settembre, e ciò significa che per sostenere i nostri studenti in questa difficile fase avremo ulteriormente bisogno della generosità della popolazione. Siamo grati per qualsiasi contributo, per i nostri studenti e per la musica della quale avremo bisogno più che mai! (www.conservatorio.ch/it/fondazione/sostienici)

La musica si è mostrata un prezioso alleato, protagonista prima sui balconi italiani poi nei concerti in streaming da ogni angolo del pianeta, durante il periodo di isolamento sociale conseguente alla pandemia COVID-19…

La musica non contribuisce soltanto al nostro benessere economico, anche se l’economia della creatività è ormai uno dei settori più dinamici del nostro PIL. Questa pandemia dimostra quanto la musica sia effettivamente importante come collante della nostra società. Oppure, secondo Nietzsche: senza musica la vita sarebbe un errore. Lo vediamo giustamente sui balconi italiani, lo vediamo nelle tante iniziative musicali nella rete, lo vediamo giustamente nell’esperienza che facciamo con il nostro fondo di solidarietà. Ma riallacciandomi al primo mio intervento, aggiungerei questo: sono tanti i messaggi che mi arrivano da genitori e docenti dei nostri allievi piccoli della scuola di musica, e quasi tutti sottolineano il maggior impegno e la maggior passione da parte di bambini e ragazzi. In un momento in cui i contatti sociali sono ridotti, in cui la scuola, nonostante gli sforzi spesso ammirevoli dei docenti, perde il suo ruolo centrale nella loro vita, lo studio dello strumento o del canto vanno a colmare una lacuna, un buco nella vita quotidiana dei ragazzi.

Christoph Brenner, Direttore del Conservatorio della Svizzera Italiana
Continuare
Abbonati per leggere tutto l'articolo
Ricordami