Settant’anni fa, con la RAI, nasceva la tv italiana, mezzo di diffusione della lingua nazionale

Il 3 gennaio 1954 il piccolo schermo ha trasmesso il primo telegiornale nella Penisola

Era il 3 gennaio del 1954 quando, in Italia, dopo due anni di sperimentazioni, è cominciato il regolare servizio televisivo. È stato allora, infatti, che sul piccolo schermo sono andate in onda le immagini del primo telegiornale. Con questo debutto sono stati inaugurati ufficialmente gli studi di Milano, Torino e Roma. Le trasmissioni radiofoniche, invece, erano già diffuse dall’inizio degli anni Venti su tre reti nazionali.

Alla fine del 1954 la televisione ha raggiunto il 58% della popolazione tricolore, arrivando al 97% nel 1961. Gli abbonati sono passati da nemmeno 25 mila dello stesso anno dell’esordio a più di 6 milioni undici anni dopo. In ogni abitazione e nei luoghi di ritrovo della comunità si riunivano parenti, amici e vicini di casa per vedere la Tv tutti insieme.

I primi programmi contenitori duravano quasi quattro ore, senza interruzioni pubblicitarie. Era una tv in bianco e nero leggera e intelligente, in grado di educare e informare e, allo stesso tempo, intrattenere e far sognare gli spettatori.

‘Non è mai troppo tardi’ del maestro Alberto Manzi (format adottato in tanti altri Paesi del mondo come modello di alfabetizzazione di massa), ‘Lascia o raddoppia’, ‘Il musichiere’, ‘Studio Uno’, ‘Canzonissima’ e ‘Carosello’, tra réclame e spettacolo, sono solo alcuni dei titoli che, in quei primi decenni, hanno fatto la storia della Tv italiana e hanno contribuito a creare una lingua nazionale.

Più del 70% dei telespettatori seguiva il telegiornale. Accanto alla cronaca e all’attualità, la RAI dava puntuale copertura anche agli eventi legati agli sport più amati dal popolo dello Stivale, ovvero il calcio e il ciclismo.

Venendo ai giorni nostri, settant’anni dopo l’inizio delle trasmissioni tv del servizio pubblico, per celebrare l’evento, il 7 gennaio, su Rai 1, andrà in onda in prima serata il film ‘La luce nella masseria’, prodotto da Luca Barbareschi con Eliseo Entertainment in collaborazione con Rai Fiction, per la regia di Tiziana Aristarco e Riccardo Donna.

Il lungometraggio, ambientato negli anni Sessanta, racconta l’arrivo dell’innovativo e rivoluzionario elettrodomestico, la televisione, per l’appunto, nella masseria in cui abita la famiglia Rondinone alle porte di Matera, in Basilicata, in un’epoca in cui le campagne del Meridione si stanno spopolando a causa della massiccia emigrazione verso il Nord Italia e all’estero.

Il nuovo mezzo sbarca in un contesto povero e ancora prevalentemente rurale, accolto con diffidenza dai più anziani e con stupore e curiosità dai più giovani. Tuttavia, proprio il piccolo schermo diventerà il moderno focolare attorno al quale si ricuciranno i legami familiari e si riscoprirà il valore dei rapporti umani.

‘La luce nella masseria’ è stato scritto per la tv da Salvatore Basile, Saverio D’Ercole e Roberto Moliterni. Protagonisti sono Domenico Diele, Aurora Ruffino, Renato Carpentieri e Giovanni Limite nei panni del piccolo Pinuccio, voce narrante testimone dei tempi che cambiano. Fanno da sfondo alla narrazione gli scorci dell’altopiano calcareo, le grotte naturali, le chiese rupestri, e le masserie di campagna che circondano i rinomati Sassi di Matera, Patrimonio Mondiale dell’Unesco (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura).

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