Un’incredibile carriera finanziaria

Hernan Diaz, Trust, Mondadori. La Recensione di Moreno Macchi. Benjamin Rask è molto ricco, molto bravo e probabilmente molto affascinante. Non sbaglia un colpo…

Moreno Macchi

«Dio è
la risposta
più interessante
alle domande
meno interessanti»

«Tutti sanno
che sono qui
in incognito»

Hernan Diaz,
Trust (romanzo)
Mondadori

Benjamin Rask è un uomo ricco. Molto, molto ricco. E molto abile negli affari. Sa vedere, prevedere, agire, intervenire o ritirarsi, battersi, investire e soprattutto tacere al momento giusto.

È bravo. Davvero bravo, anzi bravissimo. Addirittura, il più bravo di tutti. Conosce tutti i trucchi, le strategie, le astuzie, i sotterfugi, le tattiche; possiede una sorta di dono, quel raro tocco che contraddistingue il vero esperto negli affari, il prestidigitatore della borsa, quello che con due o tre colpetti ben assestati sa trasformare i milioni in miliardi; l’illusionista che malgrado la vigile attenzione di tutti gli altri investitori riesce a vendere o acquistare al momento giusto, a scoprire la vera occasione o il pacchetto vincente; il giocoliere che sa stupire tutti grazie alla sua abilità, alla sua velocità, al suo rapido ed efficace calcolo, alla sua inimitabile destrezza, alla sua rara, inarrivabile, impareggiabile intelligenza.

Ricco dunque, dotato, arguto, elegante, molto probabilmente anche affascinante, Benjamin Rask è popolarissimo nel suo ambiente, ammirato, adulato, ricercato dai suoi simili e da tutta la buona società nuovayorchese; possiede una dimora imponente e signorile e ha anche contratto un magnifico matrimonio con Helen Brevoort, una donna bella quanto brillante, nata a Albany e giunta da poco in America dopo un lungo periodo trascorso in Europa con la madre in seguito alle rovinose vicende che hanno ridotto sul lastrico l’assai benestante famiglia.
Una giovane generosa, altruista, amante dell’arte sotto ogni sua forma, assai segreta, delicata, affabile, gentilmente discreta, piuttosto solitaria e soprattutto grande appassionata di musica.

Insomma, anche sul piano sentimentale e sociale, Rask non sbaglia un colpo.

Tutta la New York bene ricerca la compagnia della riservatissima e quasi misteriosa coppia Helen-Benjamin, anela a essere invitata nei suoi sontuosi saloni, ai concerti privati che Helen organizza in grande riservatezza e intimità, visto che la vita mondana della metropoli non le interessa e che non ci tiene particolarmente né a frequentare teatri e concerti, né a farsi coinvolgere con inviti salottieri in serate e banchetti da parte delle persone che frequenta il marito o dalla società che orbita intorno a Wall Street.

Nei saloni della lussuosa villa sfilano così i grandi musicisti del tempo: Schönberg, Alban Berg, Boulez, Igor Stravinskij, Sergej Prokof’ev, Ravel e molti altri, invitati da Helen che, dopo aver salutato qualche ospite e centellinato un succo di frutta (in casa Rask non vengono serviti alcoolici, un po’ per via del proibizionismo, un po’ per scelta di Helen), sparisce sistematicamente nei suoi appartamenti suscitando sempre più l’insaziabile curiosità degli astanti.

Come avrete sicuramente dedotto dall’allusione alla proibizione, i fatti narrati si stanno svolgendo nei ruggenti anni Venti, in quella che è poi stata definita l’era del jazz, per intenderci quella descritta nel celeberrimo The Great Gatsby (certamente il più noto romanzo di Francis Scott Fitzgerald) con le sue sfarzose feste, le epiche bevute, le folli corse in auto, le garçonnes, la musica e gli sfrenati charleston, le ricchezze sbandierate, i bookmakers, l’eleganza ostentata, la spensierata follia del periodo tra le due guerre.

Sì proprio quel periodo in cui, nell’universo finanziario, un qualunque nessuno poteva trasformarsi in un importante qualcuno e divenire famoso schioccando le dita se era abbastanza abile e soprattutto fortunato. E – come abbiamo detto in apertura – Benjamin Rask, bravo lo era davvero.
Surclassava tutti, vinceva ad ogni colpo, sembrava saper prevedere gli andamenti della borsa, scoprire prima di chiunque la direzione che avrebbe preso il vento in borsa, anticipare il ticchettio frenetico delle telescriventi.

Purtroppo, la mente della discretissima e generosa Helen è progressivamente minata da una misteriosa e ignota malattia che la porterà a cercare cure e rifugio in un non meglio specificato sanatorio nei pressi di Zurigo … mentre a New York, si comincia a mormorare che se Benjamin è riuscito ad arricchirsi a dismisura, è stato più per una serie di coincidenze colte al momento giusto e di geniali intuizioni, che grazie a un talento innato per gli affari.

Si sussurra anche, da più parti, che Rask avrebbe costruito il più grande impero finanziario di New York speculando sul fallimento dei suoi concorrenti, dimostrandosi così un abile truffatore, che ha saputo trarre un enorme vantaggio perfino dal disastroso crack del 1929 …

Questo è perlomeno quello che racconta lo scrittore Harold Vanner in Fortune, il breve romanzo che occupa il primo quarto del libro.

Ma sarà poi tutto vero?

Lo scoprirete leggendo il seguito!

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