Caldo record fuori stagione per Svizzera e Italia

Tra febbraio 2023 e gennaio 2024 la temperatura media globale ha superato il limite di 1,5° per la prima volta dalla seconda metà dell’Ottocento

In un anno – da febbraio 2023 a gennaio 2024 – e per la prima volta dai tempi preindustriali (1850-1900), la temperatura media mondiale ha superato il limite di 1,5°.

Si tratta del tetto massimo che i Paesi del pianeta avevano stabilito sottoscrivendo l’Accordo di Parigi del 2015 e con la Cop26 di Glasgow del 2021, due noti summit globali indetti per discutere del cambiamento climatico. Lo ha reso noto il servizio meteorologico dell’Unione Europea Copernicus.

Sempre in base a queste rilevazioni, il mese di gennaio 2024 è risultato essere il gennaio più caldo mai registrato al mondo, superando di 0,7°C la media dell’ultimo trentennio (1991-2020) e di 1,66°C la media dell’era preindustriale.

Ha commentato il climatologo italiano Filippo Giorgi: “Il 2023 è stato l’anno più caldo di sempre, come avevo previsto a marzo 2023: il 2024 potrebbe superare quel primato e diventare l’anno più caldo di sempre, o essere il secondo più caldo”.

Ha aggiunto Giorgi, che lavorava presso l’Intergovernmental Panel on Climate Change – Ipcc dell’Organizzazione delle Nazioni Unite quando il comitato ha vinto il Nobel per la pace nel 2007: “I cambiamenti climatici coinvolgono acqua, perdita di biodiversità e comportano problemi in agricoltura, nelle zone costiere. Non so se siamo equipaggiati, anche culturalmente, per affrontarli. Basta poco per innescare una crisi economica”.

In relazione all’ultimo report di Copernicus, l’associazione di agricoltori tricolori Coldiretti ha ricordato: “Il caldo fuori stagione favorisce in tutte le piante il risveglio anticipato, con fioriture come per le mimose in anticipo di oltre un mese rispetto alll’8 marzo; il pericolo è esporre le coltivazioni ad un prevedibile, successivo, forte abbassamento delle temperature, con la conseguente perdita dei raccolti”.

Preoccupa pure la siccità, “che mette a rischio le semine di cereali, legumi, ortaggi, ma anche il foraggio nei pascoli”.  

Anche la Svizzera, negli ultimi anni, ha sperimentato varie conseguenze del cambiamento climatico, con inverni in cui nevica poco, ghiacciai che si sciolgono e lunghi periodi di siccità alternati ad abbondanti precipitazioni. Tutte le regioni dei Cantoni sono molto più calde rispetto al passato, come indica il Centro elvetico per i servizi climatici (NCCS).

Il 18 giugno 2024 al Zentrum Paul Klee di Berna si terrà il “Forum Clima Svizzera – Gestire il cambiamento climatico”, nuovo evento di informazione e networking nel settore relativo, nell’ambito della Confederazione. L’incontro sarà dedicato a esplorare questioni riguardanti le possibili misure e soluzioni da attuare per contrastare gli effetti dell’attuale scenario.

L’evento sarà organizzato sotto l’egida dell’NCCS dall’UFAM – Ufficio federale per l’ambiente, da MeteoSvizzera e da altri membri dell’NCCS e vedrà la partecipazione di ProClim, Forum per il clima e i cambiamenti globali.

Il programma e le varie opzioni di registrazione saranno annunciati nell’aprile 2024.

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