Cambiare per rispondere a nuovi bisogni dei migranti: la CAVES in Svizzera

Cogliamo lo stimolo lanciato sul Corriere degli italiani da Valeria Camia il 13 maggio 2020 («Care associazioni, ci siete?»). L’intervento della signora Camia coglie due fragilità vere della comunità italiana e, più nello specifico, delle associazioni a cui afferiscono gli italiani residenti in Svizzera.

La prima fragilità è, speriamo, contingente. E riguarda come abbiamo affrontato in questi mesi l’emergenza COVID-19. Siamo tutti stati colti impreparati, associazioni comprese. Abbiamo dovuto adattarci velocemente a questa nuova situazione e non siamo stati capaci di offrire quell’aiuto, quella “mutua assistenza”, come si sarebbe detto in altri tempi, di cui avrebbero avuto bisogno i nostri connazionali durante una fase di oggettivo disagio e difficoltà. Per questa mancanza possiamo solo fare ammenda.

Al di là della situazione specifica, l’articolo pone però una questione più generale, che proviamo a sintetizzare con queste domande: quale potrebbe essere, oggi, nel 2020, il ruolo delle associazioni degli italiani residenti all’estero, all’interno di un contesto migratorio profondamente mutato? Se l’associazionismo è stato in origine soprattutto una rete, formale e informale, di sostegno per gli emigrati italiani che si trovavano a vivere in un contesto non sempre facile e non sempre accogliente, quale può essere il loro ruolo oggi, alla luce di un’emigrazione con caratteristiche profondamente diverse?

Sì, perché la nuova immigrazione è diversa. È spesso, anche se non sempre, costituita da giovani ad alto tasso di scolarizzazione, talvolta con una o più esperienze internazionali alle spalle e con la possibilità, COVID-19 permettendo, di mantenere contatti continuativi con il proprio Paese di origine, con i propri interessi e con i propri affetti. È cioè una immigrazione ben diversa da quella anche solo di pochi decenni fa, e per rispondere alla quale le attuali realtà associative sono nate e cresciute.

È cambiato il contesto e pertanto le associazioni stesse dovrebbero, per continuare a svolgere un ruolo efficace, cambiare il proprio modus operandi.

Senza la pretesa di essere esaustivi, proviamo qui a illustrare tre possibili linee di sviluppo.

In primo luogo, dovremmo trasformarci da rete di sostegno a rete di condivisione. Dovremmo divenire cioè spazi, reali e virtuali, dove i membri della comunità italiana abbiano l’opportunità di incontrarsi e condividere le proprie esperienze, le proprie competenze e, qualora ve ne fosse la possibilità, nuove opportunità.

In secondo luogo, dovremmo progressivamente trasformarci da reti, attraverso le quali la comunità italiana chiede sostegno al proprio Paese di origine, a spazi che consentano agli italiani residenti all’estero di mantenere un rapporto vivo con l’Italia e di dare un contributo attivo al proprio Paese di origine in termini di idee, proposte e partecipazione al dibattito pubblico.

E da ultimo, dovremmo divenire più agili (si perdoni il termine un po’ abusato) e capaci di accompagnare un’immigrazione che è sempre più mobile e fluida, spesso non stanziale, nemmeno all’interno del Paese che ci ospita.

Noi, come CAVES (Confederazione delle Associazioni Venete in Svizzera), stiamo cercando di trasformare la nostra associazione in tal senso. Forti del bagaglio di esperienze maturate in oltre 40 anni di attività – durante i quali abbiamo riunito sotto un’unica sigla le associazioni di immigrati veneti attive in tutta la Svizzera e promosso lo scambio di idee, il confronto aperto e costruttivo, la collaborazione con la nostra terra d’origine da un lato e la realtà sociale ed economica nella quale viviamo dall’altro – e grazie alle competenze e all’entusiasmo dei nuovi membri del nostro Consiglio Direttivo, stiamo riformando l’associazione affinché risponda anche alle aspettative e alle necessità di chi è arrivato in Svizzera negli ultimi anni, per motivi e con obiettivi a volte molto diversi da quelli della cosiddetta immigrazione storica.

Oltre all’ormai tradizionale convegno autunnale su temi di cultura e attualità, che speriamo possa aver luogo anche quest’anno nonostante le limitazioni dovute alla pandemia da COVID-19, cercheremo di organizzare anche altri eventi che permettano ai membri delle nostre associazioni, ma non solo, di riunirsi, conoscersi e trascorrere qualche piacevole ora insieme. Saremo inoltre sempre disponibili, nell’ambito delle nostre possibilità, a fornire sostegno e consulenza a chiunque ne avesse bisogno.

Per promuovere al meglio le nostre attività e far conoscere l’associazione al maggior numero di persone possibile, abbiamo deciso di affiancare al sito Internet (www.associazionivenete.ch) e alla nostra pagina Facebook anche un nuovo profilo Instagram, sul quale pubblichiamo regolarmente informazioni relative alla CAVES, ma anche ad attività che abbiano un qualche legame con la comunità veneta in Svizzera e la nostra terra d’origine.

Chi volesse contribuire può contattarci inviando un’e-mail all’indirizzo info@associazionivenete.ch, oppure tramite Facebook.

Per la CAVES
Giuseppe Romanato e Erica Dinale

 

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