Cinque orme di dinosauri di 100 mila anni fa sulla scogliera di Bari

Il ritrovamento è avvenuto sulla costa di Santo Spirito, dove nella preistoria si estendeva una laguna

di Maria Moreni

In un lontano passato, la costa di Santo Spirito, rione del Municipio V di Bari, era abitata da molti dinosauri. Alcune tracce della loro esistenza erano già state rinvenute anni fa anche nei dintorni, ma di recente si è aggiunta una nuova, particolare scoperta.

Come è stato riportato in primis dalla testata ‘Barinedita’, infatti, Vincenzo Colonna, un geologo in pensione di 88 anni che conosce molto bene l’area grazie ai suoi studi, ha trovato ben cinque orme incise nella roccia lungo la zona a sud del porto del capoluogo pugliese, tra un ex ristorante e uno stabilimento balneare.

Le particolari impronte, presumibilmente, ricondurrebbero ad alcuni anchilosauri, dinosauri erbivori che vissero circa 100 milioni di anni fa durante il Cretaceo inferiore. Secondo quanto ha spiegato lo stesso Colonna, in quel periodo nell’area di Santo Spirito si estendeva una laguna, caratterizzata da un fondale basso e dalla presenza di frammenti calcarei.

Proprio lì i grandi quadrupedi andavano a procacciarsi il cibo, lasciando i segni del proprio passaggio su friabili distese di detriti. Successivamente, in seguito a numerosi cambiamenti geologici e climatici, il suolo si compattò formando solide rocce come quelle attuali, sulle quali, però, sono rimaste impresse le impronte degli anchilosauri.

A ipotizzare una simile ricostruzione è stato, per esempio, Rafael La Perna, docente di Paleontologia presso il dipartimento di Scienze della Terra e Geoambientali dell’Università di Bari, interpellato sulla scoperta.

Sembra abbastanza chiaro che non si tratti di semplici fosse o buche naturali della scogliera. Sempre La Perna, infatti, ha fatto notare come in tutte e cinque le impronte sia ben visibile il cosiddetto “bordo di espulsione” (tipico dell’appoggio e del sollevamento delle zampe dei “reptilia” in questione nella terra), senza contare che in una delle orme si possono scorgere i segni di antichissime dita.

Nella cintura intorno alla provincia di Bari, tra Lama Balice, Molfetta e Palese-Macchia, erano già avvenuti diversi ritrovamenti di reperti paleontologici. In questo patrimonio storico e naturalistico sono incluse, naturalmente, anche le celebri Grotte di Altamura.

In particolare, in una cava abbandonata in località Pontrelli è stato recuperato un giacimento di oltre 20.000 impronte di dinosauri (più di 200 specie diverse, per la maggior parte erbivori e, in quantità minori, carnivori), risalenti a circa 70 milioni di anni fa, sempre durante il Cretaceo.

All’epoca il clima era simile al caldo tropicale delle regioni equatoriali di oggi e in quel punto si estendeva una piana paludosa ricca di fango. Ciò ha permesso che quelle tracce fossero conservate straordinariamente nel corso dei millenni. Tuttora, inoltre, sono posizionate in modo da disegnare delle vere e proprie piste, dando informazioni utili sulle abitudini e sulle caratteristiche di quegli animali.  

Da Santo Spirito ad Altamura, insomma, ci sono veri e propri tesori e musei a cielo aperto, che andrebbero ulteriormente studiati, protetti e valorizzati sia per scopi storici, scientifici e culturali sia a fini turistici, promuovendo un territorio che merita di essere conosciuto e di essere reso sempre più attrattivo.

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