Il Parco dei Colli Euganei, in Veneto, si candida a Riserva della Biosfera Unesco

L’esito della candidatura per il prestigioso riconoscimento è atteso per l’estate 2024

Il Parco dei Colli Euganei – una distesa di colline vulcaniche situate nella provincia italiana di Padova, in Veneto – si è candidato a Riserva della Biosfera nel Patrimonio Unesco. È stato da poco presentato ufficialmente il dossier dai Comuni che fanno parte dell’omonimo territorio. Quanto al responso dell’ente dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, è attesa una risposta per l’estate 2024.

Ha commentato il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia: “Sono particolarmente soddisfatto che sia partita ufficialmente la sfida della candidatura dei Colli Euganei a patrimonio Unesco della biosfera”. Per Zaia l’iniziativa rappresenta un’occasione di crescita, per l’area di riferimento, a livello turistico e, soprattutto, sul piano economico e sociale. “Si tratta di valorizzare e mettere a sistema le bellezze di un territorio, rendendole disponibili al mondo”.

Ancora una volta, ha sottolineato il presidente, si parla di bellezza, natura, cultura, storia ed enogastronomia, che del resto sono assi portanti del made in Italy nel suo complesso.

Il Parco Regionale dei Colli Euganei, che copre una superficie di circa 18.694 ettari, è stato istituito nel 1989 per preservare un’area di notevole interesse geologico. È una zona caratterizzata da dossi di origine vulcanica formatisi circa 35 milioni di anni fa, durante l’Oligocene. Il punto culminante di questa formazione è il Monte Venda, che raggiunge un’altitudine di 601 metri sul livello del mare.

L’insediamento umano risale al Paleolitico Inferiore, tanto che, all’interno dei Colli Euganei, si possono trovare importanti siti archeologici, musei dedicati alla natura e alla cultura etnografica. Nei 15 comuni che costituiscono il territorio, oltre alle suggestioni del paesaggio, tra laghi, vegetazione mediterranea, mandorli, castagni e querce, non mancano fortificazioni, borghi medievali e rinascimentali quali Arquà Petrarca, dove visse il famoso omonimo poeta, Este e Monselice, solo per citarne alcuni, e poi ancora, ville, giardini, eremi e monasteri.

Il tutto è incorniciato dalla serenità di vigneti rinomati nel mondo per le loro uve e i nettari che si ricavano, come il noto Fior d’Arancio, un bianco pregiato. È apprezzato anche l’olio dei frantoi locali, deciso, equilibrato e con retrogusto carezzevole.

Il toponimo Colli Euganei è stato coniato tra il Duecento e il Cinquecento, prendendo spunto dall’aggettivo ‘Euganeus’, inizialmente relativo agli Euganei, antica popolazione precedente l’arrivo dei Veneti, e poi usato come termine aulico con il significato di ‘padovano’.

Ha concluso Zaia: “Il riconoscimento dell’Unesco è un riferimento assoluto in tutto il mondo e si potrà confermare anche in questo caso il motore di una ulteriore valorizzazione a livello internazionale del territorio. È la vera chiave per un turismo informato e qualificato perché in un luogo censito dall’Unesco non ci si arriva a caso ma sempre avendo pianificato il viaggio. E anche l’area termale, voglio aggiungere, potrebbe essere, oltre agli Euganei, oggetto di una futura candidatura Unesco”.

Le acque termali in questione provengono dai Monti Lessini, nelle Prealpi. Da quelle sorgenti defluiscono nel sottosuolo fino a una profondità di 2000-3000 metri arricchendosi, durante il percorso, di numerosi sali minerali e gas disciolti, in particolare azoto, fino a sgorgare a temperature superiori agli 80°C.

Le loro proprietà benefiche, soprattutto antisettiche e anti-infiammatorie,erano ben conosciute secoli fa, come ha dimostrato la scoperta dal culto degli antichi abitanti del territorio che veneravano Aponus, al quale venivano attribuiti poteri curativi.

Forse si trattava di una versione rivisitata della figura di Apollo, dio delle arti e delle scienze, cocchiere del sole nonché dispensatore di salute. Secondo il mito, Fetonte, figlio dello stesso Apollo, caduto dal carro con cui trainava la stella infuocata, precipitò nella zona euganea tra gli attuali comuni di Abano e Montegrotto Terme.

I reperti archeologici testimoniano la presenza di stabilimenti termali risalenti all’epoca romana, citati nei testi di Tito Livio e Plinio il Vecchio. Nel Seicento la Repubblica marinara di Venezia, detta anche la Serenissima, diede nuovo impulso all’utilizzo di queste risorse. A partire dal XVIII secolo iniziarono a essere costruite innovative strutture alberghiere nella zona, ancora oggi uno dei fiori all’occhiello del Parco dei Colli Euganei.

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