In Toscana un centro per curare e coltivare la mente

Nella terra di Leonardo da Vinci e Galileo, Alan Wallace, oggi uno dei più attivi divulgatori dei progetti di ricerca legati alla meditazione buddista, si appresta ad avviare un progetto rivoluzionario per studiare la mente.

Lo dicono i numeri: la popolazione umana è raddoppiata; la povertà e disuguaglianze sociali continuano a crescere; lo sfruttamento dell’ambiente naturale si appresta ha raggiungere il punto di non ritorno, il riscaldamento globale sta mettendo in pericolo la civiltà umana in generale e l’ecosfera. L’uomo occidentale, in questo mondo, se non ‘appare’, allora sceglie di scomparire. Sono in aumento depressioni, malattie mentali in genere, i suicidi. We loose our mind, letteralmente ‘perdiamo la mente’, ovvero ci perdiamo. Curare e coltivare la mente, allora, sembrerebbe essere più urgente che mai. Ma come, da dove cominciare? E soprattutto, è possibile?

Alan Wallace, oggi uno dei più attivi divulgatori dei progetti di ricerca legati alla meditazione buddista, non ha dubbi: si tratta di compiere una vera rivoluzione nella scienza della mente. Studioso e praticante del buddismo dagli anni Settanta, dopo aver trascorso 14 anni come monaco buddhista tibetano e aver ricevuto l’ordinazione dal Dalai Lama, Alan Wallace si è laureato in fisica e filosofia della scienza e in seguito ha conseguito un dottorato in studi religiosi. In Toscana Alan Wallace, con l’SBI ( Santa Barbara Institute for Consciousness Studies, ha appena acquistato un terreno nella campagna attorno a Castellina Marittima, per dar via ad un suo progetto rivoluzionario. Forse, il più rivoluzionario dei progetti: integrare le intuizioni spirituali di oriente e occidente con la più recente tradizione dell’indagine scientifica occidentale per realizzare una visione del mondo lungimirante, oggi.

Nella terra di Leonardo da Vinci e Galileo, il Centro di Ricerca Contemplativa voluto da Wallace sarà il primo istituto al mondo di ricerca contemplativa e scientifica, dunque collaborativo e interdisciplinare, sulla natura e il potenziale della mente umana. “Vogliamo studiare la mente umana integrando metodi di ricerca in prima persona e in terza persona. Per cinque, dieci anni, le esperienze vissute da meditatori di esperienza saranno monitorate, condivise e discusse con scienziati cognitivi”.

Si tratta di un cambiamento del paradigma della conoscenza, una rivoluzione: andare oltre il dualismo mente-corpo, oltre la credenza del materialismo scientifico che l’esperienza soggettiva o è fisica o non esiste affatto; oltre ogni convinzione metafisica che non è mai stata convalidata dalla ricerca scientifica. “La scienza dall’inizio del XX secolo ha escluso i processi mentali e gli stati di coscienza soggettivamente vissuti. Sappiamo che la mente e il cervello sono chiaramente correlati in modi precisi che sono stati rivelati attraverso i progressi della neuroscienza cognitiva, ma la natura esatta di tali correlazioni rimane un mistero, un mistero velato dall’illusione della conoscenza che il problema mente-corpo sia già stato risolto.”

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