La nostra squadra, unita contro il tumore al seno

INTERVISTA AL DOTT. LORENZO ROSSI, RESPONSABILE DEL CENTRO DI SENOLOGIA DELLA SVIZZERA ITALIANA (CSSI)

dottor Lorenzo Rossi

«Il nostro lavoro è come quello di un sarto che cuce un abito su misura. Prendiamo in considerazione tutti gli aspetti rilevanti, non solo puramente medici, ma anche le singole esigenze delle pazienti, che per noi non sono un numero, ma sono innanzitutto persone. Discutiamo e valutiamo la propensione per un tipo di intervento anziché un altro se la paziente esprime una preferenza in questo senso. Oppure, nel caso di una paziente giovane, prestiamo massima attenzione a preservare la fertilità. Il tumore al seno non colpisce solo una donna, ma ha ricadute importanti sulle relazioni familiari…» (Lorenzo Rossi)

Il tumore al seno è la forma maligna più frequente nelle donne in Europa, Svizzera compresa. Secondo i dati della Lega elvetica contro il cancro, ogni anno, nei Cantoni, quasi 6.000 donne si ammalano e circa 1.400 muoiono per questa patologia. Almeno una donna su otto ne è colpita nel corso della propria vita. Nell’80 per cento dei casi, inoltre, il tumore compare dopo i 50 anni. L’ età è uno dei fattori di rischio, ma conta anche la predisposizione familiare: se una parente di primo grado (soprattutto madre, sorella o figlia) presenta un tumore al seno, il rischio di ammalarsi è più elevato. Incidono anche altri fattori come il sovrappeso, il ricorso a determinate terapie ormonali sostitutive per alleggerire i disturbi della menopausa, la mancanza di attività fisica e il consumo di alcol, così come il basso numero di gravidanze a termine.

Fin dal 2004, anno della sua creazione, il Centro di Senologia della Svizzera Italiana (CSSI) istituito dall’Ente Ospedaliero Cantonale (EOC), dedicato alla salute e alle malattie del seno, si è impegnato per la qualità delle cure e dei servizi offerti ai pazienti. Sotto un unico tetto è offerta l’assistenza necessaria alle pazienti grazie alla stretta collaborazione di un gruppo di specialisti dedicati e all’impiego di apparecchiature diagnostiche moderne che permettono di offrire terapie all’avanguardia. Possono rivolgersi a questa realtà di eccellenza tutte le donne che hanno bisogno di ottenere informazioni, chiarimenti e spiegazioni, imparare a conoscere il proprio seno, ricevere una consulenza in caso di predisposizione familiare ed essere assistite in modo mirato e personalizzato in caso di un eventuale tumore al seno.
Il ‘Corriere dell’italianità’ ha intervistato il responsabile clinico Lorenzo Rossi, direttore medico del Centro Oncologico Specialistico (COS) Senologia, Centro di Senologia della Svizzera Italiana (CSSI) – Istituto Oncologico della Svizzera Italiana, Ente Ospedaliero Cantonale (EOC) e medico caposervizio della Clinica di Oncologia Medica – Istituto Oncologico della Svizzera Italiana (IOSI).

Qual è una caratteristica per cui l’offerta del CSSI si distingue per esclusività in Ticino?

«Il Centro di Senologia della Svizzera Italiana è al momento l’unico ad avere una doppia certificazione di qualità. Grazie all’attuazione di un sistema qualità, all’applicazione degli standard di qualità definiti a livello internazionale e al mantenimento, nel tempo, degli stessi elevati parametri, il CSSI è infatti certificato come Breast Unit sia a livello europeo – attraverso il riconoscimento EUSOMA nel 2009 e mantenuto fino ad oggi – sia a livello nazionale, avendo ottenuto il riconoscimento Q-label attribuito dalla Lega svizzera contro il cancro e dalla Società svizzera di senologia nel 2014. Per noi sottoporci alla costante valutazione di una serie di alti criteri quantitativi e qualitativi e far sì che continuino a essere confermate le certificazioni ottenute fungono da perenne stimolo per migliorare ulteriormente».

Fin dalla nascita siete un centro fortemente multidisciplinare.

«Anche in questo senso il CSSI rappresenta una punta di diamante a livello territoriale. Siamo oltre 120 tra oncologi medici, radiologi, chirurghi senologi e chirurghi plastici, radioterapisti, patologi, infermieri, psico-oncologi, fisioterapisti e membri del personale amministrativo a loro volta con competenze specifiche. Le nostre sono tutte figure professionali differenti dedicate alla diagnosi e alla cura del seno. Tra di noi c’è un confronto diretto, continuo e ripetuto su ogni caso, al fine di mettere a punto, per ciascuna paziente, il percorso più adeguato, strutturato e programmato ad hoc».

Può farci un esempio?
«Prendiamo in considerazione tutti gli aspetti rilevanti, non solo puramente medici, ma anche le singole esigenze delle pazienti, che per noi non sono un numero, ma sono innanzitutto persone. Discutiamo e valutiamo la propensione per un tipo di intervento anziché un altro se la paziente esprime una preferenza in questo senso. Oppure, nel caso di una paziente giovane,
prestiamo massima attenzione a preservare la fertilità. Sottolineo sempre, inoltre, che il tumore al seno non colpisce solamente una donna, ma ha ricadute importanti sulle relazioni familiari coinvolte e questo è un altro elemento che esaminiamo accuratamente. Non siamo un mero insieme di professionisti, ma formiamo una squadra specializzata e dedicata e agiamo in virtù di quello. Per fare capire meglio il nostro lavoro, lo paragono spesso a quello di un sarto che cuce un abito su misura. Allo stesso modo noi ci occupiamo dei singoli casi fornendo risposte personalizzate».

Nel 2023 taglierete il traguardo dei primi 18 anni di attività. Quali sono state le tappe principali raggiunte finora?

«Il CSSI fu fondato dalla visione altamente innovativa e all’avanguardia del dottor Alberto Costa e della professoressa Olivia Pagani. Essendo il primo centro oncologico specialistico in tutto Ticino, ha rappresentato, non solo per l’Ente Ospedaliero Cantonale, ma per tutte le altre strutture nate successivamente, un faro e un modello. Ogni anno, a partire dalla sua creazione, sono stati raggiunti obiettivi importanti. È migliorato molto, progressivamente, il sistema di condivisione dei casi clinici, il cosiddetto “tumor-board”, con il coinvolgimento di più figure specialistiche delle varie discipline coinvolte per assicurare alle pazienti l’accesso alle migliori decisioni nella definizione e gestione della terapia pre e post operatoria. In questi anni, poi, hanno fatto rilevanti passi avanti la chirurgia, la radioterapia, le terapie oncologiche, sempre più mirate ed efficaci. In questi anni, inoltre, il CSSI ha collaborato in modo ottimale (e continuerà a collaborare) con alcune associazioni di pazienti, come Anna dai Capelli Corti, un’associazione di giovani pazienti con tumore del seno in grado di proporre e sostenere le più varie attività, dalle passeggiate ai corsi di aromaterapia, fino a veri e propri progetti scientifici di rilevanza anche internazionale. La voce delle pazienti è prioritaria e bisogna saperla ascoltare».

Siete anche molto attivi sul fronte degli eventi locali di diverso tipo per farvi conoscere sempre di più dai medici, oltre che dai pazienti, della Svizzera italiana. Come vi ponete nei loro confronti?

«Tengo a sottolineare che il Centro di Senologia non è un “concorrente” dei medici curanti o dei ginecologi del territorio, ma, al contrario, per loro siamo una risorsa. Ci stiamo impegnando e ci impegneremo sempre di più affinché il medico curante o il ginecologo che ha dei dubbi anche su una forma benigna ci mandi la paziente in tempi brevi, per fare uno studio mirato e approfondito del caso. In questo senso, possiamo offrire anche delle seconde opinioni multidisciplinari. Il CSSI è pure un centro di ricerca inserito in network nazionali e internazionali e un centro di formazione specialistica accreditato da BRESO (BREast Surgical Oncology project) per la certificazione europea in chirurgia senologica; il CSSI forma medici che possono beneficiare di borse di studio elargite dalla Scuola Europea d’Oncologia ESO».

Le vostre conquiste più recenti?

«Il Centro di Senologia della Svizzera Italiana, per la radioterapia e l’oncologia, si appoggia e si integra con l’Istituto Oncologico della Svizzera Italiana (IOSI). Nel CSSI e nello IOSI scriviamo le linee guida di trattamento per le patologie del seno. Ogni anno le aggiorniamo in base alle novità scientifiche, ai progressi tecnici e ai nuovi farmaci approvati in Svizzera. Ad esempio, da poco abbiamo introdotto, al fianco della tradizionale radioterapia, l’ipertermia per le recidive cutanee, al fine di ottenere risultati più duraturi nel tempo (si tratta di una terapia sviluppata da poco, volta alla cura dei tumori con la somministrazione di calore ai tessuti malati, ndr). Inoltre, prevediamo a breve l’arrivo nel nostro staff di un nuovo chirurgo senologo di alto profilo a livello internazionale: sarà occasione di un ulteriore e significativo miglioramento».

Alcune nuove frontiere della ricerca sul tumore al seno?

«Negli ultimi due anni ci sono state grosse novità, in particolar modo per il trattamento del tumore mammario triplo negativo e HER2 positivo con anticorpi coniugati (ADC) nell’ambito delle cosiddette chemioterapie “intelligenti”, che sono in grado di veicolare meglio la terapia laddove serve».

Considera la sua professione una missione?
«Non so se si possa definire così. So che è il lavoro che mi piace fare e al quale spesso mi dedico con passione anche oltre i canonici orari di lavoro. Non riuscirei a immaginarmi impegnato a svolgere un mestiere diverso. La senologia è una materia molto vasta dal punto di vista clinico-scientifico e, allo stesso tempo, estremamente delicata a livello psicologico. Mi consente di entrare in empatia con la paziente: è un aspetto che amo. Sono molto orgoglioso di essere il direttore del Centro di Senologia della Svizzera italiana. Sento, ovviamente, una forte responsabilità sulle mie spalle. Ma è per me un grande onore».

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